1. Il dato nazionale
Le primarie del partito democratico si sono concluse incoronando, forse un po’ a sorpresa, Elly Schlein che ha vinto in quasi tutte le regioni il confronto con Stefano Bonaccini.
Tuttavia, il dato forse meno atteso fra tutti, riguarda la partecipazione che supera la soglia psicologica del milione di votanti consegnando alla neo segretaria una vittoria “legittimata” da un’affluenza tutt’altro che scontata visto lo stato di salute del partito e le ultime non certo brillanti performance elettorali dei democratici.
2. Il dato calabrese
La Calabria si conferma ancora una volta in controtendenza rispetto alle regioni del centro nord. Se l’esito finale del congresso, infatti, è stato incerto fino a quasi mezzanotte lo si deve proprio ai risultati di Puglia, Campania, Basilicata e, soprattutto, Calabria. È proprio nella punta dello Stivale, in particolare, che si registra la vittoria più netta per la mozione Bonaccini che si attesta su un netto 65% dei consensi, con punte avanzate su alcuni territori che di fatto riflettono la geografia politica della regione.
3. Il dato reggino
Significativo infatti il risultato nella città di Reggio Calabria in cui la mozione Bonaccini – guidata dal segretario regionale Nicola Irto, dal consigliere regionale Giovanni Muraca e dal sindaco Giuseppe Falcomatà e dall’ex assessore Giuseppe Marino (ancora sospesi per effetto della legge Severino) – si impone con un netto 67,5% sulla mozione Schlein sostenuta, fra gli altri, dal segretario provinciale Antonio Morabito, da Giovanni Nucera e Sebi Romeo, nonché dai fuoriusciti (oggi rientrati via Articolo Uno) ovvero Nico Stumpo e il giovane Alex Tripodi. Esito che incorona, dunque, il capoluogo reggino, esattamente come era avvenuto al primo turno, come città metropolitana in cui Bonaccini raggiunge la percentuale più alta in Italia. Il dato scende, si fa per dire, al 61% nei comuni della provincia reggina, ma aumenta comunque rispetto all’esito delle consultazioni fra gli iscritti di qualche settimana fa.
4. La situazione dentro il PD reggino
Non c’è molto da gioire, quindi, in riva allo Stretto per la performance dei sostenitori della mozione Schlein. Se, infatti, il dato reggino consolida nettamente la leadership di Falcomatà e Irto, allo stesso tempo fa scricchiolare la già precaria segreteria provinciale a guida Morabito junior.
Non bisogna trascurare, tra l’altro, che la scelta del figlio dell’avvocato Morabito, al secolo “Pinone”, come candidato unico è nata da una sorta di compromesso fra le varie anime del partito che ha evitato un congresso provinciale che si annunciava combattuto e divisivo fra i due contendenti al soglio di via Filippini, Sebi Romeo e Giovanni Nucera.
5. I nuovi equilibri
Cosa succederà adesso è un rebus che si potrà conoscere solo nelle prossime settimane. Il segretario Morabito chiederà “protezione” a Roma in quanto sostenitore della neo segretaria Schlein? Oppure i vincitori reggini del congresso mostreranno le nudità del “re”, si fa per dire, evidenziando come la mozione da lui sostenuta è stata battuta, in città e in provincia, con percentuali bulgare sia nelle consultazioni fra gli i scritti che nelle primarie aperte?
Non è dato saperlo. Esiste, tuttavia, una terza non trascurabile possibilità. La neo segretaria, alla quale vanno evidentemente riconosciute delle capacità, in queste ore starà guardando la “cartina geografica” dell’esito elettorale e starà già cercando di rinforzarsi proprio laddove ha perso.
Come in Calabria, appunto. E non è escluso che da qui alle prossime settimane possa già decidere di aprire un dialogo proprio per tentare di ricucire con i territori che si sono espressi in maniera più netta.
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