Reggio Calabria – La Corte d’Appello di Reggio Calabria, accogliendo i motivi d’appello degli avvocati Antonio Romeo e Alfredo Giovinazzo, proposti nell’interesse di Annunziato Chirico, in riforma della sentenza emessa in data 10/04/2021 dal Tribunale di Palmi in composizione collegiale, oggi ha assolto l’imputato per non aver commesso il fatto.
I fatti contestati partono dall’emissione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa il 17.12.2018 dal GIP Distrettuale di Reggio Calabria nell’ambito dell’operazione della DDA di Reggio Calabria, denominata “Quieto Vivere”, che ha visto coinvolte parecchie persone di San Martino di Taurianova accusate, a vario titolo, di fare parte di una locale cosca di ‘ndrangheta operante sul territorio e dedita ad estorsioni aggravate dal metodo e dall’agevolazione mafiosa.
Ad Annunziato Chirico, noto imprenditore di Taurianova nel settore della ristorazione, al quale era stata applicata la misura cautelare carceraria, la quale, dopo circa un mese di detenzione nel carcere di Reggio Calabria, era stata annullata dal Tribunale del Riesame di Reggio Calabria, veniva contestata la partecipazione a un sodalizio mafioso, con ruolo particolarmente rilevante, ovvero quello di mantenere i rapporti tra le due cosche operanti nel territorio di San Martino nella spartizione dei proventi dell’attività estorsiva.
Paradossalmente secondo la difesa, tale accusa veniva formulata in base a un solo incerto riferimento alla sua persona, sorto nel corso di un colloquio captato in carcere tra un detenuto e un suo congiunto che era andato in visita. Tale teorema accusatorio era stato già fortemente attenuato con la sentenza di primo grado, che aveva riqualificato il reato contestato in quello di favoreggiamento reale aggravato ex art. 416 bis 1 c.p. dall’aver posto in essere tale condotta al fine di favorire le locali di ‘ndrangheta. I difensori del Chirico nei motivi di appello e nell’articolata discussione degli stessi, hanno dimostrato la totale infondatezza della prospettazione accusatoria e di tutti gli elementi valorizzati nella pronuncia di condanna di primo grado.

Con la Sentenza della Corte d’Appello di Reggio Calabria si sono raccolti i frutti della capillare ed accurata attività investigativa e delle prove a discarico acquisite nel corso del giudizio di prime cure, effettuata nell’interesse del loro cliente da parte degli avvocati Romeo e Giovinazzo. Con tale pronuncia si è conclusa la tormentata vicenda processuale che ha visto coinvolto suo malgrado Annunziato Chirico e, soprattutto – sottolineano i difensori – si è posto rimedio all’evidente errore sull’individuazione dello stesso come persona facente parte di un sodalizio criminale, prima, e come favoreggiatore, dopo. All’udienza odierna, nonostante la Procura Generale avesse chiesto la conferma della gravata sentenza, l’organo giudicante ha accolto in pieno la prospettazione difensiva, assolvendo Chirico da tutte le accuse mosse per non aver commesso il fatto, con soddisfazione dei suoi difensori, che hanno dichiarato come «bisogna credere sempre nella Giustizia, che trionfa anche quando, purtroppo, come nel caso che ci occupa, ha determinato, non solo un lungo ed articolato processo, ma anche l’ingiusta privazione della libertà personale».