Reggio Calabria. La Corte d’Appello di Reggio Calabria stasera in aula bunker ha letto il dispositivo della sentenza del processo scaturito dall’operazione Ada. Finisce così il processo d’appello per gli imputati che hanno scelto di essere giudicati col rito abbreviato, che si è concluso nel gennaio del 2015 con 55 condanne, 34 assoluzioni e e una sentenza di non doversi procedere per morte dell’imputato. Il processo è nato dall’operazione Ada, condotta nel febbraio 2013 dai Carabinieri coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia, che scaturì con l’arresto di 65 persone, alcune delle quali accusate quali presunti appartenenti o contigui alla ‘ndrangheta nella sua articolazione territoriale denominata cosca “Iamonte”, operante a Melito di Porto Salvo e territori limitrofi. In particolare dalle indagini è emerso che il comprensorio del comune di Melito di Porto Salvo era interamente sotto il controllo asfittico della cosca Iamonte che, unitamente alla cosca Paviglianiti – egemone in San Lorenzo e Bagaladi – si è posta come una tra le più consolidate ed importanti organizzazioni criminali della fascia ionica della provincia reggina.
Queste le decisioni dei giudici d’appello:
- Carmelo Benedetto, prescrizione;
- Domenico Salvatore Calarco, assolto per non aver commesso il fatto da un capo, prescrizione per altri reati;
- Luca Bruno Cannizzaro, prescrizione;
- Francesco Cento, pena rideterminata, per effetto della prescrizione per un capo, a 6 anni e 8 mesi di reclusione;
- Umberto Crea, prescrizione;
- Adriano Valentino Ferrara, pena rideterminata, per effetto della prescrizione per due capi, a 1 anno e 4 mesi di reclusione;
- Antonio Ferrara, prescrizione;
- Pasquale Ferrara, prescrizione;
- Pietro Flachi, pena rideterminata in 8 anni e 8 mesi di reclusione;
- Filippo Fontana, pena complessiva rideterminata (previo riconoscimento del vincolo della continuazione con reati giudicati con due sentenze) in 12 anni di reclusione;
- Francesco Fosso, pena rideterminata, per effetto della prescrizione per alcuni capi, in 6 anni di reclusione;
- Francesco Martino Foti, prescrizione;
- Giovanni Gullì, pena rideterminata in 7 anni e 4 mesi di reclusione;
- Carmelo Iamonte, pena complessiva rideterminata (previo riconoscimento del vincolo della continuazione con reati giudicati con due sentenze) in 13 anni di reclusione;
- Francesco Iamonte cl. 73, pena rideterminata (previa esclusione aumento art. 7 L. 203/1991) in 3 anni e 5 mesi di reclusione e 3 mila euro di multa;
- Remingo Iamonte, pena rideterminata (previa esclusione aumento art. 7 L. 203/1991) in 2 anni di reclusione;
- Davide Iaria, prescrizione per due capi e pena rideterminata in 1 anno e 8 mesi di reclusione e 1400 euro di multa;
- Antonino Francesco Laganà, prescrizione;
- Emanuele La Pietra, assolto da un capo per non aver commesso il fatto, prescrizione per altri reati;
- Francesco Leone, prescrizione per diversi reati, pena rideterminata in 6 anni e 8 mesi di reclusione;
- Consolato Malaspina, assolto per non aver commesso il fatto;
- Giovanni Marino, prescrizione per due capi e pena rideterminata in 4 anni, 5 mesi e 10 giorni di reclusione;
- Antonio Meduri, ridetermina la pena (previa esclusione dell’aggravante contestata e prescrizione per un capo), in 7 anni di reclusione;
- Consolato Meduri, ridetermina la pena (previa esclusione dell’aggravante contestata e prescrizione per due capi) in 6 anni di reclusione;
- Angelo Minniti, ridetermina la pena in 7 anni di reclusione;
- Giovanni Minniti, pena rideterminata, per effetto della prescrizione per diversi capi, in 6 anni e 8 mesi di reclusione;
- Salvatore Minniti, pena rideterminata in 8 anni e 8 mesi di reclusione;
- Loris Nicolò, assolto da un capo per non aver commesso il fatto, prescrizione per un altro capo;
- Domenico Nucera, pena rideterminata, per effetto della prescrizione per un capo, in 1 anno e 6 mesi di reclusione e 3 mila euro di multa;
- Francesco Pangallo, prescrizione;
- Maurizio Pangallo, pena rideterminata, per effetto della prescrizione per due capi, in 4 anni, 5 mesi e 10 giorni di reclusione;
- Quinto Antonio Rosaci, pena rideterminata in 7 anni e 4 mesi di reclusione;
- Santoro Rosaci, prescrizione;
- Pietro Rosato, prescrizione;
- Giovanni Tripodi cl. 71, pena rideterminata, previa esclusione fattispecie comma II art. 416 bis, in 9 anni e 8 mesi di reclusione;
- Giovanni Tripodi cl. 79, pena rideterminata, previa esclusione della recidiva, in 6 anni di reclusione;
- Pietro Verduci, assolto per non aver commesso il fatto.
La Corte, inoltre, ha revocato nei confronti di Remingo Iamonte l’interdizione dai pubblici uffici, ed ha ridotto a 2 anni la durata della misura di sicurezza della libertà vigilata nei confronti di Giovanni Tripodi cl. 71. Confermata nel resto la sentenza.
Fabio Papalia