Morisani in difesa delle cooperative no profit

Reggio Calabria. È oramai un dato quello della difficoltà economica in cui versano le aziende che prestano attività legate a commesse pubbliche; su tale situazione l’intervento del governo, che prevede raccomandazioni alle banche di assolvere alla loro funzione creditizia ed il ruolo dei Prefetti quali organi preposti alla vigilanza ed al controllo delle richieste di accesso al credito, rappresenta un provvedimento significativo nel panorama socio-economico di questi giorni.

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Deve essere oggetto di particolare attenzione quella che riguarda la situazione singolare in cui versano le imprese sociali, cooperative ed Onlus, che prestano la loro opera nel settore dell’assistenza sociale e sanitaria alla persona. Queste imprese infatti si trovano in una situazione di grave difficoltà proprio in virtù del fatto che, prestando servizi ad Enti pubblici e remunerati secondo il principio del rimborso spese, non hanno capitalizzazioni significative né patrimonializzazioni societarie; operando secondo il modello delle organizzazioni non lucrative, e quindi con budget gestionali basati sul pareggio tra spese sostenute e finanziamento ricevuto, determinano, nella maggior parte dei casi, saldi di gestione senza utili. Questa tipicità, però, ostacola l’accesso al sistema bancario del credito o, in molti casi, ne determina la esclusione sia perchè queste aziende non possono prevedere nei budget dei servizi costi legati ad interessi passivi si per mancanza di patrimonialità. Tale condizione, che rappresenta una peculiarità del settore, configura nell’affidamento dei servizi un vantaggio per gli Enti che, tramite le cooperative, riescono ad ottimizzare le loro economie, in quanto le imprese sociali non chiedono utili economici per come avviene, normalmente negli affidamenti di appalto, per le aziende profit. Chiaramente il fatto che i budget prevedano per almeno il 70% costi di personale, rende tale situazione ancor più gravosa ed urgente. Considerato il quadro in cui si muove l’impresa sociale appare inutile e strumentale addossare alla capacità finanziaria di tali organismi l’onere di sostenere costi di gestione dei servizi; tale assunto risulta insostenibile in periodi di crisi di liquidità, pena soltanto l’effetto di fomentare rivendicazioni o proteste sterili. Si rischia su questi atteggiamenti di fomentare una conflittualità interna allo stesso mondo delle organizzazioni sociali, con demotivazione da parte dei giovani professionisti, impegnati quotidianamente nel sostegno ai soggetti in stato di svantaggio ed alle fasce deboli. Le stesse discussioni che vorrebbero differenziare il ruolo degli operatori da quello delle imprese sociali, tradisce e snatura la stessa idea di cooperazione sociale, fondata sulla partecipazione ed interazione tra il principio di azienda e quello di prestatore d’opera all’interno della stessa. Vi è infatti nelle Politiche Sociali una vocazione strutturale, che si differenzia in maniera sostanziale dall’idea di impresa classica legata all’ accezione del capitalismo e che vedrebbe da una parte i lavoratori e dall’altra i detentori del capitale che investono somme per trarne profitto. Questo patrimonio di umanità e professionalità deve essere salvaguardato e sostenuto, in maniera adeguata e specifica, con un’azione, forte e coordinata, dove sono chiamati ad intervenire tutti gli attori istituzionali che traggono utilità dal mondo della solidarietà e dell’impegno sociale. Dunque, sulla scorta delle indicazioni del governo nazionale, gli Enti locali e le banche, come aziende deputate a trasformare la finanza in economia attraverso la gestione del credito, devono attivarsi per aprire un tavolo di discussione e condivisione con le cooperative e le Onlus, per formulare una proposta articolata e sostenibile. Nell’ambito della quale gli Enti pubblici, titolari delle convenzioni, garantiscano alle banche la solvibilità del debito per cui si attivano linee di credito da concedere a tassi che scontano la vocazione del no profit finalizzati alla erogazione di servizi a favore della comunità.

Il consigliere comunale
Pasquale Morisani

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