Andar per musei a Reggio

il Museo Nazionale
il Museo Nazionale

Spett. Redazione,
sono una reggina d’adozione e di recente mi è capitato di ospitare alcuni amici in città: assieme a loro, ho colto l’occasione per andare un po’ in giro per Reggio, come una turista qualunque. La cosa che più mi premeva era quella di mostrare loro la “Reggio bella e gentile” e quel poco di antico e culturalmente rilevante che ormai rimane. E mi sono ritrovata anche ad andare per “musei”: le virgolette sono d’obbligo poiché a parte il Museo Nazionale, che a fronte di una fama internazionale si presenta davvero in pessime condizioni, ho faticato non poco per capire quali altri luoghi visitare. Emblematico certamente è stato il caso del Museo S. Paolo, collezione privata (?) di oggetti d’arte sconosciuta agli stessi reggini e, forse per questo, abbandonata e maltrattata. Riuscire a trovarlo è già un’impresa: si trova sulla via Reggio Campi, vicino alla Chiesa omonima, in una stradina dove pochi turisti potrebbero mai arrivare senza un accompagnatore del posto, all’interno di un palazzo assolutamente anonimo e, direi, brutto. Nessuna insegna, nessuna indicazione, solo un portone aperto che ha l’effetto contrario di intimorire chi voglia entrarci. All’interno lo stupore si moltiplica: le due sale, piccole e mal illuminate, custodiscono stupendi oggetti d’arte di ogni epoca e genere: dipinti, icone, argenti, libri antichi, sculture. La visita si è rivelata interessantissima e piacevole ma le sensazioni contraddittorie si sono moltiplicate: la bellezza della collezione è mitigata dallo stato di abbandono della struttura, opere comprese; l’eccezionale sensibilità di un privato, che ha raccolto e donato alla comunità beni privati rendendoli fruibili al pubblico, è annichilita dal disinteresse di tutti noi reggini, me compresa, sempre pronti a parlare, tanto e male, e poco ad operare; l’entusiamo e la scoperta di un potenziale, sorprendente, “attrattore” culturale evidenza la solita, atavica noncuranza della classe politica a creare qualcosa di culturalmente rilevante in una città che ne avrebbe assoluto bisogno. Ora mi chiedo: è possibile che in una città che si dichiara apertamente “a vocazione turistica” non si voglia valorizzare quello che realmente potrebbe interessare i visitatori? È possibile che i politici siano sempre pronti e generosi nell’organizzare parate e spettacoli che lasciano il tempo che trovano ma non dimostrino alcun interesse per le risorse presenti in città? E infine, il Museo San Paolo è un bene comunale? Se sì, perché viene lasciato in quelle condizioni?

Alessandra Billè

Gentilissima Alessandra, trovo assolutamente condivisibili le sue argomentazioni, alle quali ritengo utile  aggiungere qualche ulteriore considerazione. L’atavica noncuranza della classe politica reggina, ha subito una interruzione della “prescrizione” di nove anni durante la Primavera di Reggio ad opera di colui che ripropose il tema della “Reggio bella e gentile”, il sindaco Italo Falcomatà. Come è pur vero che l’attuale sindaco Giuseppe Scopelliti, seppure fin troppo attento alle grandi manifestazioni di piazza, ha più volte difeso il progetto del tanto discusso tapis roulant proprio in ottica di una riqualificazione della zona alta della città, e delle sue tradizioni. In ogni caso la città sconta indubbiamente un ritardo culturale nelle priorità dell’agenda politica, ritardo che ben si sposa, purtroppo, con l’indifferenza culturale di “tanti reggini”. Per fortuna non tutti, come lei, seppur reggina d’adozione, dimostra con la sua lettera. È vero pure che il Museo Nazionale non si presenta in ottime condizioni, ma va doverosamente ricordato che è in corso un importante restyling dell’edificio. In merito alla proprietà del Museo San Paolo, non si tratta di un bene comunale,  ma della “Fondazione Piccolo Museo San Paolo”. Ciò non toglie che è a pieno titolo un patrimonio di Reggio, e una città  che persegue una vocazione turistica dovrebbe valorizzare al meglio quei percorsi culturali in grado di accontentare chi preferirebbe arricchire il proprio soggiorno, anche lontano dalla movida del lungomare.

F.P.

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