Enzo de Liguoro presenta “Rose rosse” per il Catona OFF

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All’arena Neri di Catona, nell’ambito della rassegna Teatro OFF, il prossimo 31 agosto, lo spettacolo “Rose Rosse”, di de Liguoro-Bramini con Enzo de Liguoro. Un monologo, una storia vera, sulla difficile formazione di un giovane cresciuto nella Napoli tra gli anni 70 e gli anni 90. Abbandonato a 2 anni in un prato dalla madre, Massimo cresce con i nonni paterni. Del giorno dell’abbandono ha solo un ricordo: la canzone Rose Rosse di Massimo Ranieri che suonava nell’automobile dell’amante di sua madre in fuga. Il padre di Massimo, ex campione di palla a nuoto, alcolista e implicato nel terrorismo nero degli anni settanta, va a trovare suo figlio sporadicamente e lo porta con sé, ma spesso per utilizzarlo come copertura nelle sue illegali azioni politiche. Seguito da nonni molto anziani e poco presenti, Massimo subisce un abuso sessuale in famiglia e per un periodo, durante la prima adolescenza, viene ricattato da un tossicomane. Poco più tardi, comincia a far uso di stupefacenti e a spacciarli barcamenandosi in una doppia vita, tra gruppi di estrema sinistra e di estrema destra, tra la facciata diurna da bravo ragazzo e quella notturna nella malavita napoletana. Ancora giovanissimo, precipita nel baratro della droga pesante. Grazie alla partecipazione alla famosa Carovana 11 di Exodus, un programma di recupero sociale ardito e geniale, basato su uno straordinario viaggio in bicicletta fino in Olanda affrontato da un gruppo di tossici senza speranza, Massimo riesce a salvarsi e trasformare la propria esistenza.
La drammaturgia
Creata alternando l’improvvisazione teatrale alla scrittura a tavolino, la drammaturgia intreccia i due aspetti che si determinano e si modificano approfondendosi a vicenda. Tra confessioni in prima persona e dialoghi evocati, la narrazione procede con flashback e salti poetici in avanti e indietro nel tempo, consentendo agli spettatori sia di comprendere gli eventi che di entrare nel cuore dell’aspetto mitico di una autobiografia emblematica.
Il lavoro dell’attore
Il risveglio del corpo memoria si fa veicolo per rintracciare i ricordi già in forma di azione, già collegati all’ambiente e alle persone che li animano.
Dal corpo infantile pieno di vita, ma bisognoso di sicurezza e d’affetto, al corpo di piacere e sofferenza dominato dalla droga; dal corpo sportivo conquistato con il recupero della volontà, della salute e del senso di solidarietà, al corpo d’attore orientato ad una vitalità in cerca di presenza, senso e qualità creativa nella relazione con sé e col mondo. Un aspetto significativo di questo lavoro fisico, è sulla quello sulla lingua: parti di testo in italiano si alternano a dialoghi tra i personaggi in dialetto napoletano ed emergono diversi napoletani legati a quartieri , ceti, aree sociali diverse della città e dei dintorni della campagna campana e del sud laziale. Differenze di lessico e di inflessioni nutrono la vivacità e la incisività dei dialoghi e dei personaggi.
La regia
Il registro teatrale scelto è quello di una intensa drammaticità, venata spesso di ironia, a tratti di comicità e innestata in una organicità vitale, legata all’ esperienza vissuta, in grado di contagiare il pubblico.
La scelta musicale alterna le musiche orchestrali contemporanee, di impianto classico quasi filmico, di Wim Mertens, a canzonette della banalità quotidiana o a successi in voga negli anni evocati dalla narrazione e noti al pubblico ( dai Mattia Bazar, ai Pink Floyd … ) aiutando così ad evocare atmosfere, tratteggiare ambienti e disegnare passaggi e paesaggi interiori.
Enzo dè Liguoro, oltre ad essere un attore, ha una profonda esperienza come educatore e conosce da vicino, nelle sue sfumature psicologiche ed esistenziali, le problematiche trattate. Per questo, pur nella libertà e universalità artistica, Rose Rosse intende parlare in modo sensato e vitale, anche al pubblico delle fasce sociali a rischio, ai giovani in formazione, agli operatori di comunità, agli educatori e a chi intende riflettere sugli ultimi decenni del nostro paese.
Sista Bramini dirige da vent’anni il progetto speciale O Thiasos TeatroNatura coniugando il lavoro di relazione teatrale con gli elementi naturali, all’organicità dell’attore e al mito antico. In questo spettacolo innesta la sua esperienza in una storia di vita dei nostri tempi interessata ad interrogarsi sul destino umano anche da questa angolatura ravvicinata

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