Catanzaro. Una donna in dialisi peritoneale partorisce una bambina

Un parto eccezionale all’ospedale Pugliese-Ciaccio di Catanzaro: una trentaquattrenne che si trova in dialisi peritoneale, infatti, ha dato alla luce una bambina. Una nota dell’Azienda ospedaliera informa che la straordinarietà dell’evento è legata alla circostanza che “la letteratura scientifica annota ben pochi casi in Italia, solo uno di qualche anno fa a Parma”. Il responsabile della struttura complessa di nefrodialisi, Luigi Lombardi ha spiegato che “l’eccezionalità dell’evento è data da una concomitanza di elementi che sfavoriscono le gravidanze in un tali condizioni: infatti il feto si trova in una ambiente altamente tossico, proprio perché  il sistema renale della madre, che non è in grado di epurare sufficientemente il proprio organismo autonomamente, deve sopportare anche gli effetti e i coinvolgimenti fisiologici ed ormonali della gravidanza”. Durante il periodo della gravidanza la donna ha ricevuto le costanti cure di Pietro Presta, appartenente alla stessa struttura complessa di nefrodialisi, che, in sinergia con il reparto di ginecologia, ha provveduto ad incrementare le dialisi cui deve sottoporsi la donna, allo scopo di correggere la lo stato di nocività. Nel comunicato diffuso dall’azienda ospedaliera di Catanzaro Luigi Lombardi, inoltre ha espresso la propria soddisfazione, affermando che “la gestazione con questo continuo controllo e sostenuta dal grande coraggio della madre, sottopostasi ad uno stressante iter clinico, è arrivata alla trentacinquesima settimana consentendo così la nascita di un splendida bambina che gode di ottima salute. Questo evento apre la speranza per quelle donne che anche in presenza di patologie importanti e croniche intendono divenire madri. Il successo va in massima parte alla capacità di valorizzare le esperienze specialistiche in un sinergico e convergente lavoro di gruppo che privilegi il bisogno e le aspettative del paziente: dal ginecologo, al nefrologo, al neonatologo: tutti impegnati a spostare più’ in là il limite della ricerca del miglioramento della condizione di salute, non come assenza di patologie ma come capacità di gestire, convivere e controllare le malattie anche per lunghi anni”   

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