Torna il Festival dello Stretto: viaggio nella musica etno-popolare italiana

Ambrogio Sparagna e l'Orchestra Popolare
Ambrogio Sparagna e l'Orchestra Popolare

Reggio Calabria. Anche quest’anno, come una consolidata tradizione, il Festival dello Stretto, si pone come evento cult di fine estate. L’appuntamento dell’edizione 2009 è fissato per sabato 12 settembre, alle ore 21.00 sul Lungomare di Reggio, è sarà “la musica etno-popolare in Italia” il tema caratterizzante di questa edizione, con una line-up artistica tra le più entusiasmanti delle nove sin qui realizzate, l’evento sarà ulteriormente impreziosito dall’iniziativa “fotografiamo la musica” che coinvolgerà tutta una serie di “artisti dell’obiettivo”, sin dalla settimana antecedente l’evento. La finalità è raccontare fotograficamente la città avvalendosi degli ideogrammi “Festival dello Stretto” presenti su tutto il territorio cittadino. Un book fotografico raccoglierà le immagini più significative. Inoltre saranno ulteriori le iniziative legate quest’anno alla terra e l’ambiente.
Dopo la strepitosa edizione del 2008, con musicisti di rilievo internazionale come Nidi d’Arac, Mimmo Epifani & Epifani Barbers, Alla Bua e Piccola Orchestra alla Viola, che hanno trascinato sul lungomare e fatto ballare migliaia di appassionati, anche per la nuova edizione si prospetta l’unicità dell’evento. Come, del resto, è diventato lo stesso Festival che ha saputo coniugare senza snaturarla l’essenza vera della musica etnica, in tutte le sue sfaccettature con una dimensione innovativa e riuscendo a proiettare la città di Reggio e la Calabria in un contesto musicale internazionale. Proprio l’anno scorso, infatti, il Festival dello Stretto è sbarcato a Londra, selezionato e premiato tra i migliori dieci festival musicali di tutta Europa agli European Festival Awards. Un motivo di orgoglio e una garanzia di qualità per un evento interamente “Made in Reggio”, ideato e organizzato nel corso degli anni dall’Associazione culturale World e dalla Cd club entertainment con la produzione esecutiva di Salvatore R. Familiari.
Sul palco quest’anno una grande rappresentazione artistica da Nord a Sud: Ambrogio Sparagna e l’Orchestra popolare Italiana dell’Auditorium Parco della Musica di Roma a rappresentare la musica del centro Italia. Sbarca sullo Stretto il virtuoso maestro leader concertatore per anni della Notte della Taranta. Autore di numerosi saggi e pubblicazioni sulla musica popolare, è stato protagonista di una ricca attività concertistica di respiro internazionale realizzata periodicamente in numerosi Paesi europei ed extraeuropei. Indiscusso maestro dell’organetto, Sparagna si distingue anche per il suo significativo impegno nella didattica della musica popolare italiana. Ha collaborato, tra gli altri, con Francesco de Gregori, Angelo Branduardi, Lucio Dalla, Teresa De Sio e Giovanni Lindo Ferretti. Cresciuto nel solco della tradizione musicale popolare (coltivata da entrambi i suoi genitori nel Paese d’origine), ha frequentato corsi di Etnomusicologia presso l’Università di Roma, partecipando assieme a Diego Carpitella a diverse campagne di rilevamento della musica popolare italiana tese a registrarne il ricco patrimonio, catalogarlo, studiarlo e conservarne la memoria e la vitalità, anche attraverso la riedizione e rielaborazione degli strumenti e dei temi tradizionali, rilevanti le presenze all’interno dell’orchestra tra cui Mimmo Epifani, Raffaello Simeoni, Alessia Tondo, Erasmo Treglia per citarne alcuni). Dall’Occitania (termine di uso medievale) arrivano i Lou Dalfìn. Il gruppo fu fondato da Sergio Berardo a Caraglio sua città di residenza, nel 1982. Nato come gruppo di musica folk, che riprendeva canti e musiche tradizionali Occitane per riproporle con strumenti anch’essi tradizionali (acustici). Ha all’attivo oltre 12 album rappresentando uno dei gruppi più vitali e musicalmente avvincenti del Nord Italia. Nel 1990 Sergio Berardo ricostituisce il gruppo, sempre con base a Caraglio, con una nuova impostazione: recuperare sì la musica tradizionale, ma rielaborarla e contaminarla con la musica moderna, agli antichi strumenti acustici (ghironda, fisarmonica, etc.) si affiancano così gli strumenti tipici della rock band (chitarra elettrica, basso elettrico, batteria, etc.).
Per il Sud Italia non è possibile parlare di tarantella calabrese se non come denominatore geografico che si inserisce in un universo diffuso e frastagliato. Il mito della taranta ha qui generato una musica ed un ballo che in ogni paese assume connotati precisi e diversi tra loro, si manifesta in una varietà di versioni e di stili legati ad una storia di culture, scambi, insediamenti che hanno agito in maniera diversificata in ogni provincia, in ogni vallata e in ogni villaggio. Le differenze tra una zona e un’altra si riflettono dovunque in maniera complessiva sulle strutture della melodia e della ritmica e quindi sulla danza, sullo stile dei passi, la loro ampiezza, le figurazioni e la velocità. Mimmo Cavallaro – TaranProject, si fa mezzo per l’espressione di questo articolato linguaggio musicale esprimendosi attraverso i suoni antichi ritmi e strumenti della tradizione calabrese. Epigoni di un passato favoloso ma anche testimone di un presente vivo e in espansione, i musicisti del gruppo proiettano la tarantella calabrese nella musica etnica europea contemporanea senza tradirne le origini.
L’evento è sostenuto Istituzionalmente come ogni anno dal Comitato Feste Patronali della Città di Reggio Calabria, dall’Assessorato alla Cultura della Provincia, dalla Presidenza del Consiglio Regionale è quest’anno nell’ottica di un ulteriore crescita e sviluppo i promotori hanno aderito, ottenendo riscontro positivo, all’avviso di selezione del dipartimento 11 Regione Calabria Istruzione alta formazione ricerca scientifica a sostegno della qualificazione e rafforzamento dell’attuale offerta culturale presente in Calabria sviluppato con l’asse V risorse naturali, culturali e turismo sostenibile 5.2.3.1. Por Calabria 2007/2013.

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