Crescere insieme alle imprese. Banco di Napoli e Confindustria reggina siglano protocollo d’intesa da 5 miliardi di euro

Guglielmini, Guido, Femia
Guglielmini, Guido, Femia

Reggio Calabria. Quest’oggi presso la Sala Convegni di Confindustria Reggio Calabria è stato sottoscritto tra la Confindustria Piccola Industria di Reggio Calabria e il Banco di Napoli (Gruppo Intesa San Paolo) un protocollo d’intesa per il sostegno alla PMI (piccola e media impresa) sul territorio, che segna una svolta epocale nei rapporti tra il mondo degli industriali reggini e quello bancario, da sempre caratterizzati da mancanza di dialogo, da pessimismo e pregiudizio.
Hanno preso parte all’incontro il presidente di Confindustria Reggio Calabria, Francesco Femia; il direttore Area Campania Sud, Calabria e Basilicata Banco di Napoli, Francesco Guido; il coordinatore Marketing Imprese e Banco di Napoli, Maurizio Guglielmini; il presidente della Camera di Commercio di Reggio Calabria, Lucio Dattola, e l’assessore Candeloro Imbalzano. Ampia è stata, inoltre, la partecipazione da parte degli imprenditori reggini, che si sono mostrati molto interessati a questa iniziativa.
Il protocollo d’intesa prevede innanzitutto due benefici per le imprese: rinvio rate mutui e leasing; ed allungamento delle scadenze del credito a breve termine. Inoltre sono previsti prodotti e ulteriori iniziative a disposizione delle imprese: linea di credito “conto insoluti”; programmi di ricapitalizzazione e rinvio data. Il tutto, grazie a un plafond di 5 miliardi di euro.
In Calabria i rapporti tra sistema socio-imprenditoriale e mondo bancario hanno sempre rappresentato un aspetto problematico sul quale intervenire. Negli ultimi anni, infatti, abbiamo assistito ad un vistoso cambiamento: si sono ridotte le banche che sono espressione del territorio, cioè quelle dove le micro-imprese potevano essere favorite, così le imprese locali si sono trovate davanti una nuova banca, asettica, lontana, estranea e indifferente.
Nonostante nella provincia reggina tenda a diminuire la percentuale delle procedure fallimentari rispetto all’universo imprenditoriale, resta critico il giudizio delle banche nei confronti del tessuto imprenditoriale locale, che viene considerato più “rischioso” rispetto ad altre aree del Centro-Nord. Ecco perché, nonostante il tessuto di imprese sia oggi altamente affidabile, costituito cioè da imprese più solvibili, meno rischiose dunque per il sistema creditizio, esse continuano a pagare un tasso di interesse più elevato rispetto ad altre realtà. Inoltre, sebbene il Sud sembra aver risentito meno degli effetti negativi della crisi, da noi resta più difficile l’accesso al credito. In particolare, le banche sono riluttanti ad erogare credito a “clienti nuovi”, considerando il contesto locale caratterizzato da elevati rischi di “default” e non conoscendo approfonditamente la propria clientela.
Ma questo accordo mostra l’adozione da parte del mondo bancario di un’ottica di partnership, di affiancamento all’impresa, rapportandosi al territorio. Si apre dunque un nuovo corso che, favorendo il disgelo nei rapporti tra imprese ed istituti bancari, potrà certamente produrre una più facile uscita della nostra provincia dal tunnel oscuro di quella crisi economica che, sebbene sia nata negli Stati Uniti, ha finito con il coinvolgere in modo pesante persino realtà piccole come la nostra.
Il presidente Femia ha sottolineato l’importanza del sostegno del mondo bancario per avviare la ripresa economica: “Noi abbiamo un sistema povero, la Calabria è maltrattata, zavorrata, qui tutto costa di più, anche il credito. Mi auguro che con questo accordo oggi si possa ottenere qualcosa anche se la ripresa non è effervescente“. Femia si è ripetutamente rivolto agli imprenditori incoraggiandoli ad esporre i loro bisogni, affinché sia possibile stabilire insieme le misure da adottare per fare muro contro la crisi.
Francesco Guido, a questo proposito, ha messo in luce il carattere di questo accordo. “Non siamo qui per fare un comizio, o un’operazione di marketing. Spesso le banche e gli imprenditori sono antagonisti, non è questo lo spirito che ci porta qui. E’ necessario eliminare i luoghi comuni e le incomprensioni per avviare una effettiva collaborazione attraverso il reciproco riconoscimento dei ruoli, sapendo bene che l’impatto di tutto questo determina l’andamento stesso dell’economia“. “Oggi veniamo qui a parlare di questo accordo – ha proseguito – mettendoci la faccia. Se avessimo voluto giocare in difesa, lo avremmo fatto dai nostri uffici. Sono convinto che ancora tanti equivoci ci siano nel rapporto tra imprese e banche. Noi giochiamo su questo campo di calcio, dobbiamo conoscerne le dimensioni, senza lamentarci del fatto che non sia un campo da golf, dobbiamo misurarci con esso e fare in modo di conoscerlo“.
Guglielmini ha illustrato gli obiettivi fondamentali dell’accordo: assicurare la continuità del credito al sistema produttivo, garantendo alle imprese liquidità sufficiente per superare questi difficili mesi, e promuovere interventi per rafforzare il patrimonio delle imprese, per fornire loro della gambe più solide per affrontare la salita che viene dopo la crisi.
Forse i calabresi hanno imparato a sfruttare i momenti di crisi per ripensare i modelli di sviluppo, per percorrere nuove strade e migliorarsi, l’accordo siglato oggi tra Confindustria Reggio Calabria e Banco di Napoli sembra esserne una prova evidente, dal momento che esso si propone di trasformare lo scontro tra il mondo imprenditoriale e quello bancario in un confronto costante, in cui ciascuna parte collabora per ottenere il meglio per sé e per l’altra. Non sarà un percorso facile, gli imprenditori forse sono abituati ormai da troppo tempo a considerare le banche come dei nemici che li ostacolano o che comunque non li aiutano nell’esercizio delle loro attività commerciali, questo è ciò che emerso dai loro interventi durante la fase del dibattito precedente la firma dell’accordo, tuttavia c’è la volontà di combattere insieme contro la crisi e non più l’uno contro l’altro.

Noemi Azzurra Barbuto

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