Elisoccorso a Reggio, battaglia civile da vincere

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Reggio Calabria. Neanche il parere favorevole espresso dal Consiglio regionale, nei giorni scorsi, per l’istituzione dell’elisoccorso a Reggio Calabria e Vibo Valentia, riesce a mettere tutti d’accordo. In riva allo Stretto. Sì, proprio così. No nel resto della regione, ma a Reggio. E a rilanciare la questione è Il Quotidiano della Calabria, che pubblica nell’edizione di oggi la lettera di Gabriele Napolitano, il direttore della centrale operativa del Servizio urgenza emergenza medica del 118 della provincia di Reggio Calabria. Il primario parla in qualità di “libero cittadino”, tiene a ribadirlo, e lo fa a distanza di una settimana dall’intervento pubblicato sullo stesso giornale da Domenico Minniti, vicepresidente regionale dell’Associazione Anestesisti Rianimatori Ospedalieri Italiani, nonché medico anestesista rianimatore dell’Elisoccorso Regione Calabria. Due interventi di natura diversa. Ma per capire meglio la situazione, viene incontro il poeta reggino Nicola Giunta, citato proprio in epigrafe dal dottore Napolitano: “Nimici d’iddi stessi pi ppuntiggiu, e i cchiù fissa du mundu sunnu a Rriggiu!”. Da qui parte il ragionamento di Napolitano: “I reggini, invece, ‘fissa’, esprimono pubblicamente sulla stampa locale dubbi sulla validità della scelta del consiglio regionale che ha ‘istituito’ il servizio di elisoccorso a Reggio ed a Vibo. Ribadisco, ‘istituito il servizio regionale di elisoccorso’ che senza alcun dubbio vuole significare ‘mezzo aereo di soccorso’ ed ‘elisuperficie’. Per disquisire da ‘libero cittadino’ – tiene a precisare Gabriele Napolitano – e con inconfutabili “veri” dati applicati sul territorio si elenca quanto di seguito: 1. Il territorio calabrese non è quello lombardo né quello piemontese, attraversati dalla pianura padana; detto territorio, al contrario, è attraversato per tutta la sua lunghezza dagli Appennini (e che Appennini ! con cime e creste che sfiorano i 2.000 metri, per la gran parte dell’anno invalicabili dagli elicotteri sanitari) e si estende lungo i meridiani per più di quattrocento chilometri; la Calabria non possiede migliaia di chilometri pianeggianti di autostrade, (talora ad otto corsie) come la Lombardia ed il Piemonte, dove far velocemente marciare le sue ambulanze, ma, una unica, rabberciata e disastrata ‘trazera’ A3 (spesso ad unica corsia) che procede sui crinali montuosi tra viadotti e gallerie; gli eventi storici calabresi hanno prodotto (soprattutto sul territorio reggino) la costruzione di interi paesi sulle zone montane più impervie a difesa dei continui attacchi dei saraceni (‘mamma li turchi’), paesi raggiungibili da vecchie strade ‘borboniche’ (con decine di tornanti) in tempi lunghissimi ed assolutamente incompatibili con l’esigenza di soccorsi sanitari rapidi; la città più grande e più densamente popolata della Calabria è Reggio e, attorno ad essa, sorgono sulle impervie pendici aspromontane i già menzionati paesi (anche densamente popolati come Cardeto, Santo Stefano, San Lorenzo, etc…) raggiungibili dopo più di un ora di viaggio di un’ambulanza anche se a sirene spiegate. 2. L’elisoccorso di Locri è in grado di raggiungere la città capoluogo di provincia ed il suo hinterland solo dopo almeno 25 minuti dalla ricezione della chiamata (con un buon elicottero ed al meglio delle condizioni meteo) e pertanto non è in grado di eseguire soccorsi primari (si intendono per tali, i soccorsi sanitari per eventi, anche non correlati a trauma, in ambiente ostile che sono inaccessibili o difficilmente raggiungibili dall’ambulanza entro i normali limiti di tempo previsti dai L.E.A. nazionali: 20 minuti in ambito extra-urbano); 3. I trasporti secondari da Ospedale ad Ospedale, inoltre, avvengono prevalentemente per la mancanza, nel reggino, di reparti di Cardiochirurgia. Basta questa gravissima carenza a giustificare la presenza a Reggio di un mezzo aereo di soccorso che con relativa elisuperficie ridurrebbe drasticamente (per come è universalmente auspicabile) i tempi per l’esecuzione di indagini diagnostiche e/o interventistiche cardiologiche di ogni grado. Perché continuare oltre ? Sono serviti a niente i recenti casi che hanno visto pubblicamente coinvolti centinaia di concittadini, ‘medici sportivi’ e ‘politici di vertice’ reggini? Siamo italiani anche noi ? Calabresi, forse ! !  E’ necessario, comunque, affiancare chi, come Lei ed il consigliere Nuccio Azzarà, con grande spirito di servizio, sta a tal proposito conducendo una grande battaglia civile tesa a far prendere coscienza dei propri diritti il popolo reggino affinché finalmente riesca a smentire l’amara satira concepita e redatta in vernacolo dal summenzionato poeta di Reggio: Nicola Giunta”.

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