L’integrazione possibilie

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Questo giovedì sottoponiamo volentieri agli utenti di Newz.it ed agli affezionati lettori della Rubrica “Urbanistica e Città Metropolitana”, il contributo alla riflessione fornito dal Collega Massimiliano Ferrara, Professore presso la Facoltà di Giurisprudenza della Università “Mediterranea”, Presidente ed appassionato animatore del Corso di Laurea in “Scienze Economiche”, fiore all’occhiello dell’Ateneo reggino. Studioso dei problemi meridionali e mediterranei, il Prof. Ferrara da quest’anno darà il proprio qualificato contributo anche al Corso di Laurea in “Urbanistica”, che com’è noto per il prossimo triennio ha impegnato il proprio corpo docente a dedicare parte significativa della didattica ai temi metropolitani.

E.C.

L’integrazione possibile

Affrontare il problema dell’integrazione socio-economica delle Città dirimpettaie dello Stretto è senza dubbio un’esigenza di carattere non solo meramente scientifico. Varie analisi di tipo SWOT che in questo periodo fioriscono da più parti, evidenziano i punti forti e le debolezze di entrambe le Città Metropolitane che si affacciano sullo stretto di Messina. Tuttavia riguardando la città siciliana dalla sponda “continentale” è del tutto evidente, a tratti davvero palese, come risalti il ruolo chiave che Reggio Calabria riveste nel Mediterraneo. Essa detiene un “potenziale” politico, sociale e imprenditoriale che, se canalizzato su fronti sempre più accomunati dal perseguimento di obiettivi comuni a beneficio del territorio, assume un ruolo chiave sempre maggiore, strategico direi, anche in vista della realizzazione dell’Area Metropolitana dello Stretto. Comunione di intenti e complementarietà di obiettivi creano le condizioni per la nascita di un polo attrattivo di interessi “mediterranei” e mitteleuropei, precondizione interculturale dalla quale possono prodursi gran parte degli stimoli alla crescita sia del territorio provinciale e calabrese in genere, che sulla provincia di Messina. Scopo principale è il perseguimento, anche in vista dell’apertura nel 2010 dell’Area di libero scambio, di politiche economiche atte a potenziare gradualmente ma decisamente gli scambi economici, i flussi umani e gli scambi culturali da e per i Paesi e le economie emergenti.

Per realizzare ciò è necessario in primis assumere una nuova consapevolezza delle potenzialità di cui il territorio dispone. Vediamole assieme:

Potenziale degli scambi commerciali
L’area si trova in una posizione di privilegio naturale, essendo posizionata nel cuore del Mediterraneo ed essendo storicamente, da sempre, il punto di passaggio che unisce l’oriente con l’occidente, il nord com il sud. Con adeguate politiche che stimolino, innanzitutto, l’ammodernamento delle infrastrutture materiali esistenti e la costruzione di nuove (strade e autostrade, porti commerciali, ponte sullo stretto, vie ferroviarie, aeroporto ecc.), si riuscirà a dare al territorio e alle imprese che operano in essa una struttura capace di smistare e assorbire scambi commerciali di un certo livello, elevando la competitività del territorio e ponendolo, nel quadro internazionale, nella posizione di ambire motivatamenta a diventare la punta di diamante per il Mediterraneo per import – export internazionale. Certamente per far ciò non basti la presenza delle infrastrutture, ma che si operi anche per l’abbattimento dei costi, mantenendo lo standard qualitativo del servizio reso al fine che sia ottimale fermasi in quest’area. È logico che da un’economia ne nascano altre, di conseguenza allargando i business, e di conseguenza i livelli di occupazione.

Potenziale dei flussi umani
Nel “nodo” territoriale dello Stretto, pensato a scala decisamente internazionale, l’Area si presenta già come crocevia e punto di integrazione delle culture del sud e del mondo e in tal senso, in particolare Reggio, si è assunta una adeguata consapevolezza di tale potenziale, ma, nonostante ciò, ancora questo resta in parte inutilizzato. Sul versante della cultura gli scambi inter ed extra mediterranei non sono una novità, basti evidenziare, a Reggio Calabria, l’esistenza di un “polo” universitario, che già in parte lavora in sinergia, e che è dedito proprio a questo genere di scambi, cioè la “Università per Stranieri Dante Alighieri”; ma non solo, anche l’Università Statale “Mediterranea” e la Provincia con l’elargizione di borse che favoriscono soggiorni studio all’estero, ed altre istituzioni, sono impegnate in questo versante. Comunque, quello fatto fino ad oggi risulta ancora troppo poco e lascia un ampio margine entro cui potersi muovere e portare risorse nuove al territorio anche in termini di turismo. In tal senso è necessario non fermasi semplicemente a ricercare il migliore contributo istituzionale, ma bisogna che si inizi a pensare in termini di investimento imprenditoriale anche nel campo della cultura, prediligendo la qualità e perseguendo per Reggio Calabria l’obbiettivo di divenire un “polo formativo” di attrazione internazionale che accentui gli scambi tra sponda sud e sponda nord del Mediterraneo.

Potenziale imprenditoriale
La piccola – media impresa è una risorsa importantissima dell’intero territorio dello Stretto, che necessita di essere sostenuta e aiutata a crescere mediante lo sviluppo dell’attitudine all’aggregazione strategica e di filiera e l’attivazione di politiche atte sia al reperimento di investimenti stranieri, sia migliorare la propria capacità di investire su tecnologie e attrezzature che, ammortizzate nel tempo, vadano a sfruttare le economie di scala. Anche per questo comparto è importante che esistano infrastrutture materiali e immateriali che abbattendo i costi contribuiscano per l’imprenditore di produrre alta qualità e smistarla con facilità (potenziamento dell’alta velocità, ammodernamento dei collegamenti locali e l’autostrada, il porto e l’aeroporto).

Potenziale Turistico –
Il settore del Turismo è certamente il comparto di business su cui l’Area deve puntare con particolare insistenza in quanto si trova già agevolata dalla naturale dotazione del territorio di bellezze paesaggistiche, a valenza storico-archeologico e culturale. Si deve puntare a potenziare il turismo esistente portandolo ai livelli di eccellenza così da attrarre capitali privati da ogni parte del mondo e realizzando economie a carattere innovativo capaci di contribuire alla produzione di ricchezza dell’area; nel contempo bisogna promuove nuove forme di turismo come quello intellettuale, sportivo, enogastronomico, nautico da diporto ecc. e accrescere il flusso del turismo straniero. Per innalzare lo standard qualitativo dell’accoglienza turistica è necessario effettuare investimenti nella formazione degli addetti al settore turistico perché il territorio diventi polo attrattivo qualificato, mediante lo studio di adeguati piani strategici e di orientamento dei flussi turistici, contenendo i prezzi, e mettendo in campo azioni di marketing turistico rendendo trasparente la qualità. A tal proposito entrano in gioco gli istituti di formazione, in particolare le Università che hanno il compito di mobilitarsi su questo versante, impegnandosi a orientare percorsi di studio che vadano a soddisfare l’esigenza di costruire figure professionali in questo settore. È necessario in ultimo potenziare il traffico aereo internazionale e il traffico turistico via mare, accrescere l’offerta alberghiera, sviluppare i porti turistici.

Potenziamento energetico
La produzione di energia pulita è un altro settore ancora quasi del tutto non preso in considerazione nonostante gli elementi dell’acqua e del vento siano in quest’area predominanti. Certamente diventa prioritario portare avanti studi di potenziamento e di sfruttamento di queste risorse attraverso la risoluzione dell’abbattimento dei costi che in genere l’impianto di tecnologie comportano. È possibile ipotizzare, anche considerata la presenza nelle due città delle facoltà di scienze e biologia e ingegneria, di creare, anche con l’apporto della consolidata esperienza nel campo della pianificazione e dell’urbanistica, un “centro studi” o un “osservatorio” per la messa a punto di metodologie di sfruttamento delle energie pulite.

Potenziamento infrastrutturale
Come abbiamo già sottolineato più volte è importantissimo lo snodo logistico e strategico di tutte le infrastrutture in quanto permettono di realizzare concretamente l’obbiettivo di far divenire l’Area Metropolitana dello Stretto un vero e proprio “Polo di Servizi Mediterranei”, snellendo i tempi di fruizione, elevando lo standard qualitativo, abbattendo i costi e le perdite di diversa natura (di tempo, deperimento merci, ecc.) che possono realizzarsi in base al settore di appartenenza. L’ammodernamento di strade, autostrade e rete ferroviaria (mediante il potenziamento della rete elettrificata e dell’alta velocità) diventa poi prioritario in concomitanza con la realizzazione del “Ponte sullo Stretto” e l’accrescimento e consolidamento della situazione aeroportuale che attualmente non attraversa un momento felice e che, rispetto ad altri aeroporti importanti per il sud, ha un traffico eccessivamente limitato e la comparazione costi – benefici – qualità ci presenta un quadro particolarmente negativo. In questa situazione delicata e preoccupante comincia a evidenziarsi il ruolo strategico del sistema di collagene collaborativa che si prospetta tra le due sponde attraverso l’impegno assunto da Messina di aiutare Reggio al rilancio dell’aeroporto.

Potenziamento del raccordo Istituzionale

Per realizzare lo sviluppo concreto del territorio le Istituzioni locali devono essere in grado non solo di snellire i processi burocratici, ma accordarsi condividendo obbiettivi comuni da perseguire in concerto, sia per la propria città di riferimento, sia in intesa con la città sulla sponda opposta. Coinvolgere in questo quadro l’apporto “neutro” della cultura, coinvolgendo le Università nella ricerca di soluzioni e proposte, può divenire un metodo per sincronizzare le idee superando le ideologie.

Potenziamento del sostegno giovanile
Infine, un occhio di riguardo ai giovani, che sono la risorsa per eccellenza, serbatoio di forze e idee, determinanti per la creazione concreta di progetti e iniziative. Purtroppo il fenomeno dell’esodo dei giovani, specialmente laureati e diplomanti dal sud, sta rincalzando e diventa prioritario contenere e ridurre il fenomeno. Le Università, in accordo con le istituzioni, devono incrementare i servizi di canalizzazione verso il mondo del lavoro attraverso la messa a punto di politiche occupazionali che non vadano ad essere accomodanti, ma che creino strutture di stimolo e supporto nella ricerca del lavoro. In tal proposito la città di Reggio sta istituendo un Osservatorio Permanente sull’Occupazione Giovanile e sul Primo impiego e questo potrebbe essere un primo passo in avanti per realizzare adeguati piani di azione in base alle reali esigenze del territorio, mediante una individuazione più dettagliata della domanda e offerta di lavoro e di conseguenza anche una formazione del capitale umano che sia particolarmente motivato.

Se si comprenderà la necessità di obiettivi condivisi nell’ambito di metodologie comuni, ci si renderà conto che l’integrazione è possibile. E che dall’integrazione può nascere lo sviluppo.

Prof. Massimiliano Ferrara, Prof. Associato di “Metodi matematici dell’economia e delle scienze attuariali e finanziarie”, Presidente del Corso di Laurea in “Scienze Economiche”

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