Parcelle avvocati. Usf soddisfatta per pagamento arretrati «ma preoccupati per minimi tariffari»

usf

Reggio Calabria. Il Consiglio Direttivo dell’USF (Unione sindacale forense), che a decorrere dal mese di giugno dello scorso anno aveva più volte denunciato la sostanziale disapplicazione dell’istituto del Gratuito Patrocinio, pur esprimendo viva soddisfazione per quanto qualche giorno addietro finalmente disposto dal Ministero della Giustizia in ordine ai pagamenti arretrati delle parcelle con spese a carico dello Stato, tuttavia non abbassa la guardia.
Infatti, tre anni è il tempo impiegato per le liquidazioni delle parcelle, peraltro al di sotto dei minimi tariffari tabellarmente garantiti e, come si ricorderà, la legge Bersani – Visco, che aveva di fatto sospeso tali pagamenti relativi al gratuito patrocinio, ha praticamente danneggiato sia le fasce più deboli dei cittadini, che per le loro condizioni non possono permettersi di pagare un difensore, sia gli avvocati che da anni lavorano gratis, pur rimanendo sempre onerati della necessità di far quadrare i conti con gli “studi di settore”, sentendosi così sempre più spesso costretti a cancellarsi dall’Albo e, quindi, a cambiar mestiere, come ormai si sta effettivamente in qualche caso verificando.
È stato per anni colpito, dunque, l’aspetto sociale della giustizia e, più in particolare, quella parte dell’avvocatura che rappresenta il domani essendo costituita da giovani professionisti che si avviano al lavoro.
Quanto denunciato dall’USF ha trovato assonanza di intenti in alcuni Ordini degli Avvocati della Calabria, che avevano deciso non solo di segnalare al Ministero il mancato pagamento delle parcelle, ma addirittura di proclamare lo stato di agitazione e, in estrema ipotesti, l’astensione dalle udienze penali.
Grazie all’intervento delle Associazioni Forensi, il Ministero della Giustizia ha finalmente disposto affinché, entro il corrente anno, vengano effettuati i pagamenti arretrati delle parcelle relative al Patrocinio a spese dello Stato; tuttavia. ciò non è sufficiente a risolvere la crisi economica in cui versa l’avvocatura.
È anche necessario, infatti, che l’Autorità Giudiziaria rispetti almeno i minimi tariffari in occasione delle liquidazioni effettuate con i provvedimenti giudiziali, rispettando così le tariffe come previste dal Ministero della Giustizia.
Ed invero, per un buon funzionamento della Giustizia e, quindi, nell’interesse degli utenti che devono essere garantiti, non deve sfuggire il giusto bilanciamento come indicato dai tariffari che, se da una parte hanno la finalità di salvaguardare l’utente dal superamento della soglia massima dagli stessi prevista, dall’altra perseguono l’ulteriore non trascurabile finalità di garantire al professionista quel minino indispensabile al di sotto del quale il lavoro prestato non costituisce la giusta retribuzione dell’avvocato, con conseguente abbassamento della qualità della prestazione professionale che si riflette, a ben vedere, sull’interesse dell’utenza. Le competenze, liquidate al di sotto dei minimi, dunque, non soltanto offuscano e mortificano la professionalità e la dignità della toga, non valutando correttamente la qualità del servizio prestato, ma rischiano di divenire un vero e proprio boomerang nella distribuzione della Giustizia, con fisiologiche ripercussioni qualitative sull’utenza.
L’Avvocatura merita il rispetto che la società gli ha riconosciuto nel corso dei millenni; l’avvocato non svolge un mestiere qualunque, ma esercita una professione delicata e difficile, dalla Costituzione posta a baluardo della tutela e della difesa dei diritti dei cittadini, nonché del giusto andamento dell’ordine sociale.

Il segretario – Avv. Michele Miccoli
Il presidente – Avv. Alfonso Mazzuca

Exit mobile version