Ex Italcitrus. Polemica Scopelliti-Lamberti, le precisazioni di Arillotta

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Reggio Calabria. In merito alla polemica tra il Sindaco Scopelliti ed il dott. Edoardo Lamberti-Castronuovo riguardo alla vicenda Italcitrus mi corre l’obbligo di fare la seguente precisazione:

Qualche sera fa, esco dallo studio e mi incammino verso casa. Di fronte al vecchio cinema Siracusa, vedo un pulmino di RTV. Lo supero e, dalla parte del marciapiede vedo il dott. Lamberti che si intrattiene con altre persone. Saluto senza fermarmi, ma, in contraccambio, mi si chiede fragorosamente se “siamo a
lutto”. Mi fermo e chiedo il perché. La risposta riguarda la notizia, appena diffusa dall’ANSA, relativa alla sentenza emessa dalla Corte dei Conti calabrese di condanna del Sindaco al pagamento di una certa somma per la vicenda Italcitrus.
Rispondo dicendo che non ne so nulla, e che, in ogni caso, non ritengo che il Sindaco possa entrarci, essendo la questione di competenza del Consiglio. Il mio interlocutore mi rimbecca sul punto, e fin qui potrebbe anche andar bene. Mi urta, invece, che insista, sempre fragorosamente nel silenzio degli astanti, sul fatto che il Sindaco dovrà pagare una somma, lì per lì non capisco quanto.
La conversazione diventa difficile, anzi non mi piace proprio: come un lampo mi sovviene Nicola Giunta ed i suoi poveri alberi impediti di crescere dalle pietre dei reggini. La liquido frettolosamente, saluto, e continuo la mia passeggiata.
Giunto a casa, cerco di informarmi: il fatto è vero, la sentenza c’è (anche se poi leggendola ne capisco solo l’infondatezza e l’illogicità), ma, per non generare tensione, non mi addentro nei dettagli dell’incontro. Il Sindaco, però ne viene a conoscenza, ed in Consiglio ne fa cenno per contestare il senso di tanta soddisfazione.
Il Dott. Lamberti se n’è già dimenticato, e lo smentisce in conferenza stampa.

Mi è parso giusto dare l’esatta contezza di un fatto entrato nella disputa politica, il che mi dà l’occasione di auspicare, per tutto quello che verrà, che la satira di Giunta ci dia la consapevolezza di ciò che non deve essere, e non il fotogramma di ciò che ancora è e sarà.

Paolo Arillotta

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