La Corte dei Conti certifica il rispetto del patto di stabilità. Scopelliti al contrattacco: «Chiederemo conto dell’affitto del Miramare»

Da sinistra: La Scala, Scopelliti, Latella, Raffa
Da sinistra: La Scala, Scopelliti, Latella, Raffa

di Domenico Grillone
Reggio Calabria. Vuote le casse del Comune? Dissesto finanziario dietro l’angolo? Macché. La Corte dei Conti, con delibera del 19 novembre di quest’anno, dice esattamente il contrario. E nel certificare innanzitutto il rispetto dell’amministrazione comunale del patto di stabilità, e quindi l’equilibrio di bilancio, parla di “gestione ponderata sotto il profilo macroeconomico” e con il rispetto di tutti i vincoli di legge. Il documento, illustrato questa mattina dal sindaco Giuseppe Scopelliti durante la conferenza stampa svoltasi a Palazzo San Giorgio, mette quindi a tacere tutte quelle voci che parlavano di bancarotta ormai dietro l’angolo per l’amministrazione cittadina. Affiancato dall’assessore alle Finanze Rocco La Scala e dal vicesindaco Giuseppe Raffa ed alla presenza della dirigente Orsola Fallara, il primo cittadino ha spiegato punto per punto la delibera della Corte dei Conti che mette in luce il percorso virtuoso, uno dei pochi per quanto riguarda i comuni italiani, riguardo la gestione finanziaria dell’ente.
«Si sono pagati debiti fuori bilancio, 60 milioni di euro, che riguardano precedenti amministrazioni – puntualizza il sindaco Scopelliti ricordando come quelli prodotti dall’attuale amministrazione – riguardano solo i photored ed altre sciocchezze». E proprio sui photored il primo cittadino spiega il braccio di ferro voluto da un dirigente ma poi stoppato dalla Giunta dopo i primi pronunciamenti del Giudice di pace. «La stragrande maggioranza dei debiti sono quindi da addebitarsi alle giunte di centrosinistra, tanto che la delibera della Corte dei Conti sottolinea la gestione positiva nel periodo che va dal 2006 al 2008. La stessa raccomanda di ricercare quella liquidità che viene dai trasferimenti statali e regionali, spesso in grande ritardo, per non vanificare tutto il lavoro svolto. E se questi trasferimenti avvenissero in tempo dovuto – precisa il sindaco – non avremmo alcun problema di questo tipo».
In attivo tutte le società partecipate, tranne la Sogas. Nessuna perdita neanche dai temuti swap, cioè la finanza derivata, ed anche su questo punto il sindaco aggiunge che «non c’è nessuna perdita, ad oggi siamo in condizione di pareggio e non c’è nulla di che preoccuparsi». Pochi i punti critici rilevati dalla Corte dei Conti, come quello sul costo del personale. Punto per il quale il primo cittadino spiega come l’amministrazione si stia già impegnando a ridurre i costi, anche rispetto alle consulenze, ridotte allo stretto necessario, tanto che la contrazione di spesa in questo settore sono del tutto evidenti. «Credo sia giusto fornire queste indicazioni alla città per evitare strumentalizzazioni in vista delle prossime elezioni. Perché rispetto agli anni precedenti il giudizio della Corte dei Conti sull’operato della nostra amministrazione è decisamente diverso dal passato. È un bel segnale e mi sembra giusto dare questa informazione, fuori da ogni speculazione». Nessun dissesto o bancarotta, quindi, rispetto all’agire dell’amministrazione comunale. Il problema resta solo ed esclusivamente la liquidità, «una difficoltà presente in quasi tutti i comuni italiani». Per l’assessore Rocco La Scala l’amministrazione «ha lavorato in silenzio ed in un momento difficile, ma è riuscita a mantenere degli equilibri interni che non tutti i comuni italiani hanno saputo mantenere». Il vicesindaco Giuseppe Raffa ribadisce come il documento della Corte dei Conti attesta come il bilancio comunale sia sano «grazie agli atti prodotti dall’amministrazione in questi ultimi anni attraverso un percorso virtuoso». Tra i rilievi critici della Corte dei Conti il ritardo degli incassi del condono edilizio ma che Raffa imputa al ritardo di alcuni nulla osta degli uffici competenti. Sulle spese del personale il vicesindaco aggiunge che è in atto un serio monitoraggio mensile per ridurre i costi.

Questione Albergo Miramare
La premessa della dottoressa Orsola Fallara è che nessun bene attualmente è in vendita ma si è provveduto solo all’elencazione tecnica e l’attribuzione di un valore di tutti i beni dell’ente, atto dovuto in ossequio alla finanziaria del 2008. Rispetto all’albergo Miramare l’intenzione del Comune è quello di dismetterlo ma a particolari condizioni. Il bene viene venduto a base d’asta per 14 milioni di euro ma è vincolato per la destinazione, albergo a 4 stelle. Chiuso da anni, il vecchio imprenditore che deteneva la gestione dell’albergo avrebbe dovuto spendere 2 milioni di euro per sostenere le spese di rifacimento della conduzione idraulica a causa della salinità dell’acqua. Somma per la quale l’imprenditore si sarebbe rivalso sullo stesso Ente. Meglio quindi, secondo il primo cittadino, offrirlo a chi, reggino o meno, riesce a vincere l’asta e fare del Miramare un ottimo albergo funzionante sotto tutti i punti di vista. Sarebbe ancora meglio che fosse legato a qualche catena di alberghi internazionale che potesse garantire la massima sicurezza e comfort. «Capisco che la vendita scateni fermento – evidenzia il sindaco Scopelliti – ma le lobby hanno condizionato fino ad oggi secondo i propri interessi lo sviluppo della città. E tutto questo scatena tensioni. Ma la città viene prima di ogni cosa». Poi la stoccata finale: «Andremo a verificare, per rispondere alle accuse del centrosinistra, se ci sono i presupposti per chiamare ai danni quelli prima di noi che incassavano di affitto 54 mila euro l’anno per l’affitto del Miramare. Quanto quasi un negozio sul Corso. Tutto ciò è vergognoso per una classe dirigente che abbia garantito questa cifra. La nostra posizione può cozzare contro gli interessi di qualcuno ma noi guardiamo alla città».

Exit mobile version