Grandi eventi a palazzo Campanella, protagonisti i Bronzi. Bova: “Si avvera un sogno”

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Reggio Calabria. La “casa dei calabresi”, così come viene unanimemente definito palazzo Tommaso Campanella, è sempre più il cuore pulsante della vita istituzionale, sociale e culturale di questa regione. Lo ha dimostrato la straordinaria pagina che è stata scritta quest’oggi nella sede del Consiglio regionale, dove si è svolta, in maniera sobria ma emozionante, forse la più importante e solenne cerimonia di questa legislatura. Una giornata in tre fasi: la scopertura della scultura “La Calabria e il mare” di Michele Di Raco, l’inaugurazione del pregiatissimo palmarium e, soprattutto, l’apertura del laboratorio di restauro dei Bronzi di Riace. Eventi, questi, che hanno registrato una massiccia partecipazione di autorità e pubblico, catturando anche una straordinaria attenzione dei mass media.

“Quest’oggi portiamo a compimento un progetto e, sotto alcuni aspetti, avveriamo un sogno. E’ la dimostrazione che la Calabria, lavorando con impegno e testardaggine, ha in sé la forza e le risorse necessarie per farcela”. Parole pronunciate con viva emozione e sottolineate dal caloroso applauso di centinaia di persone, quelle con cui il presidente del Consiglio regionale Giuseppe Bova ha aperto l’iniziativa. “Questo progetto e questo sogno – ha proseguito – sono il frutto di un lungo percorso che abbiamo sviluppato nel corso della legislatura. Eppure tutto era cominciato con un incubo: la terribile uccisione del vicepresidente Franco Fortugno e il rischio che la Calabria, in forza di un pregiudizio generalizzato e ingiusto, venisse sopraffatta. Noi non abbiamo avuto paura – ha aggiunto Bova -. Siamo andati avanti testardamente. Questo palazzo, che all’inizio era definito “l’Astronave”, oggi è un punto di riferimento per l’intera comunità calabrese ed è sede di un Consiglio regionale che continua a contraddistinguersi per rigore, decoro istituzionale ed affidabilità”. Il massimo rappresentante dell’assise calabrese ha rievocato le varie tappe di questo percorso politico-istituzionale: il dipinto su Tommaso Campanella, l’itinerario culturale “Dal mito alla Fede” con i quadri dedicati alla Fata Morgana, a Glauco e Scilla, a San Francesco di Paola e alla Madonna della Consolazione. Poi il percorso ribattezzato “Radici” e l’affresco (che domina l’aula consiliare) su Zaleuco e le tavole delle leggi, tra cui quella che aboliva la schiavitù a Locri. “Tutto questo – ha proseguito Bova – guardandosi sempre dall’effimero, simboleggiato da “I giardini di Adone”, il quadro che campeggia nell’aula delle commissioni recentemente intitolata alla memoria di Tonino Acri”.

La cerimonia odierna si è aperta con la scopertura dell’installazione “La Calabria e il mare”, una scultura in bronzo di oltre sei metri, opera dell’artista reggino Michele Di Raco, raffigurante la caccia al pescespada ma dal più ampio valore simbolico. “Quest’opera – ha spiegato il presidente – esprime ed interpreta la nostra realtà in uno dei passaggi epocali della storia dell’umanità nei territori dello Stretto: dal mito delle sirene, dalle paure ancestrali di eventi terribili e magici, alla scintilla ulteriore di intelligenza che consentì agli uomini di uscire dalla loro precedente condizione di brutalità, assumendo maggiore senso di sé e diventando in grado di provvedere da soli, nel difficile mestiere di vivere, al proprio sostentamento grazie alla caccia e alla pesca”. La seconda parte dell’iniziativa si è svolta con l’inaugurazione del palmarium, un nuovo lotto del parco di palazzo Campanella. Il presidente Bova ha preannunciato la volontà dell’ufficio di presidenza di denominarlo “Giardino mediterraneo dell’accoglienza delle cinque province”. Un’intitolazione emblematica, che, secondo il presidente del Consiglio, vuol essere “il simbolo dell’unità della regione, in cui i rapporti tra i diversi territori devono essere improntati al motto “tutti per uno, uno per tutti”. In questo senso – ha aggiunto Bova – va sottolineato come recentemente sia stata istituita l’area metropolitana di Reggio, che non è nata per dividere ma vuol essere uno strumento per unire sempre più la Calabria, legandola all’altra sponda dello Stretto e guardando con speranza alla riva Sud del Mediterraneo”.

“L’area metropolitana – ha detto ancora il presidente – è stato uno straordinario risultato per l’intera comunità reggina e calabrese. Ad essa è seguita. ad alcuni mesi di distanza, un’altra vicenda terminata con un successo, quella dei Bronzi di Riace. Adesso la sfida – ha concluso Bova – consiste non solo nella capacità difendere, ma anche e soprattutto in quella di valorizzare queste straordinarie opere d’arte che sono uno dei simboli della Calabria e dell’Italia nel mondo”. Proprio i Bronzi sono stati al centro del momento più emozionante dell’intera giornata. Tantissima gente comune ha assistito all’apertura delle casse contenenti le due statue. Operazioni delicatissime, seguite col fiato sospeso da centinaia di persone davanti al maxischermo allestito nell’agorà di palazzo Campanella e riprese, istante per istante, da decine di cameraman e fotografi. Tutto si è svolto alla perfezione. Adesso le testimonianze più importanti dell’arte magnogreca, assieme a numerose altre opere di straordinario pregio, si trovano nella sala “Monteleone”, pronte per l’attesissimo restauro, che – ci si augura – rappresenterà un’occasione unica per promuovere l’immagine di questi capolavori su scala planetaria.

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