Paesaggio e città metropolitana

In questa nuova uscita della Rubrica “Urbanistica e Città Metropolitana” diamo ancora la parola ai Dottorandi in Pianificazione territoriale attraverso l’architetto Luciano Zingali, ormai in “dirittura finale”. e quindi “ad un passo” dal conseguimento del titolo, più volte correlatore di significative Tesi di Laurea in Architettura ed in Urbanistica.

(E.C.)

Paesaggio e Città Metropolitana

di Luciano Zingali

A circa sei mesi dalla Tesi di Laurea in Urbanistica (l’ex Corso di Laurea in PTU&A, “Pianificazione Territoriale, Urbanistica ed Ambientale”) sulla portualità metropolitana, inserita in un filone di lavori che il Corso di Laurea in Urbanistica, all’indomani dell’emendamento che dichiarava Reggio Calabria Città Metropolitana, e per volere del suo Presidente il prof. Enrico Costa, promuove e porta avanti all’interno delle proprie aule, ecco un’altra “tesi di laurea metropolitana”, dal titolo “La gestione del paesaggio nella città metropolitana: una proposta per Reggio Calabria”. Ne sono autrici due allieve, Teresa Scolaro e Maria Triolo, relatrice la Prof.ssa Paola Panuccio, e correlatore l’autore di queste note.

L’importanza della Tesi di laurea sta nella connotazione della dimensione metropolitana nella “cornice tematica” del paesaggio, collocandola in uno scenario ricco di grandi patrimoni naturali, che ha portato Scolaro e Triolo a metterne in luce peculiarità e potenzialità ancora inespresse, ma che regalano grande valore al territorio metropolitano, attribuendole un autentico valore aggiunto. L’intero studio non è quindi limitato al contesto cittadino, ma è ben più ampio, coinvolgendo l’intera provincia reggina; significativa è l’immagine scelta per rappresentare l’intero lavoro, ovvero il portale della cattedrale di Gerace, un vero e proprio “logo” a voler simboleggiare una porta che si apre su un territorio, i cui tesori, storici e paesaggistici, poco valorizzati, siano collocati alla portata di tutti coloro che vorranno scoprirne le bellezze ed i valori. Ed è proprio da questo presupposto che comincia un viaggio affascinante alla scoperta di un territorio dalle innumerevoli attrattive cercando di metterne in luce le caratteristiche, le potenzialità valutandone le debolezze provando a suggerire quelle trasformazioni che possano migliorare le condizioni dello stesso.

Paesaggio e Città Metropolitana divengono, dunque, le parole chiave di un percorso alla scoperta di punti di forza e debolezza di un territorio ancora in divenire, alla portata di tutti, ma in parte negato da una infrastrutturazione limitata e limitante.

Se definiamo il Paesaggio come “l’immagine da noi percepita di un tratto della superficie terrestre…” È facile capire come una definizione esclusivamente “visuale” sia riduttiva, limitata ad una sola valutazione estetica e formale, oltre che del tutto soggettiva. Liberarsi dal limite imposto da una personale interpretazione è perciò un passo indispensabile per ampliare il concetto stesso, allargandolo all’insieme delle caratteristiche percepibili e percepite del territorio.

Dalla Convenzione Europea del Paesaggio in poi, approvata a Firenze nel 2000, e del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (D.Lgs. n° 42/2004), il concetto stesso di paesaggio si è ampliato, sottolineando che Paesaggio è “tutto il territorio e riguarda gli spazi naturali, rurali, urbani e periurbani. Esso comprende i paesaggi terrestri, le acque interne e marine. Concerne sia i paesaggi che possono essere considerati eccezionali, che i paesaggi della vita quotidiana e i paesaggi degradati”.

Volendo adottare il significato più ampio del termine e del concetto stesso di paesaggio, in questo lavoro, si è scelto di comprendere come il paesaggio naturale, che per lo più si estende nelle zone a quota più alta dell’Aspromonte, e quello antropico, maggiormente presente lungo la fascia tirrenica, e storico-culturale, caratterizzante la zona ionica, si relazionino tra essi e quali interconnessioni, esistenti e potenziali, esistano tra essi.

Soffermandoci sul concetto di città metropolitana in Italia, e sul dibattito inizia negli anni ’60 ed entrato nel vivo nei ’70 quando si fissano dei criteri per definire i confini delle Aree metropolitane; parliamo di omogeneità di aree con caratteristiche comuni, interdipendenti, in cui gli scambi e i flussi giornalieri divengano maggiori aldilà della morfologia territoriale e delle caratteristiche fisiche del territorio. Da qui si aprirà quel dibattito che porterà alla prima legge italiana sulle città metropolitane, la 142/1990, che definirà quali sono e saranno i poli metropolitani tralasciando indicazioni precise su quali debbano essere i limiti dell’area.

Lo studio per la Tesi di Laurea di Teresa Scolaro e Maria Triolo, partendo da questi presupposti, è stato condotto su tre “sistemi” che dovrebbero coinvolgere nella “scommessa” o “avventura” della città metropolitana il territorio dell’intera provincia, ampliando i confini, riconnettendo risorse e infrastrutture ed analizzando i diversi sistemi che lo caratterizzano, ovvero: naturalistico, storico-culturale, infrastrutturale e dei servizi, produttivo; per ogni sistema sono state svolte analisi, valutazioni e linee strategiche, che hanno portato ad ipotizzare due progetti pilota che un contributo notevole potrebbero apportare al dibattito ed al processo per la costruzione e lo sviluppo dell’Area Metropolitana.

Dalle analisi condotte sul sistema naturalistico e storico-culturale è emersa una varietà di ambiti connotati da specifici caratteri naturalistici, il Parco Nazionale dell’Aspromonte, il Parco delle Serre, il Parco Marino, i Siti di Interesse Comunitario, Nazionale e Regionale e le Zone a Protezione Speciale, che si intreccia con la presenza di una diffusa rete di risorse storico-culturali.

Le valutazioni hanno anche riguardato lo stato di fatto di tre ambiti importanti: le coste, i corsi d’acqua e i boschi. Per ogni ambito sono stati individuati i fattori di degrado, il livello di degrado e le relative linee strategiche per la riqualificazione. In quest’ottica, riqualificazione significa invertire la tendenza al degrado, migliorare ovunque sia possibile, cercando di raggiungere uno stato più prossimo a quello naturale, ottenendo almeno, nei molti casi immersi in un contesto antropizzato, un miglior compromesso tra gli ecosistemi naturali e le attività umane.

Per quanto concerne le analisi sullo stato di fatto del sistema infrastrutturale e dei servizi, sulla base del Piano Regionale dei trasporti della Calabria che classifica le reti stradali e ferroviarie secondo il livello interregionale, regionale, provinciale e locale, sono stati individuati quei servizi “di base” e “specialistici” classificati secondo una categoria di appartenenza; sulla base della presenza e della qualità dei servizi offerti al cittadino, i comuni della città metropolitana sono stati raggruppati in cinque centri ordinatori: città regionali, centri comprensoriali, centri sovracomunali, centri a valenza locale e centri minori. Nota dolente le infrastrutture di trasporto, deframmentazioni ed indebolimenti caratterizzano soprattutto la direttrice ionica e le direttrici trasversali di collegamento tra il versante ionico e quello tirrenico dell’intero territorio.

Dal sistema produttivo emergono diverse attività portanti e potenziali sia di carattere industriale che colturale. Per ogni comparto considerato sono stati riscontrati delle problematiche e quindi ipotizzate delle linee strategiche riguardanti ad esempio: il completamento e il rafforzamento dei cicli produttivi, l’aumento delle superfici coltivate, l’incremento delle produzioni biologiche, l’integrazione con altre attività, il miglioramento delle tecniche di produzione, la rivitalizzazione e la promozione dei luoghi delle produzione tradizionale.

Le strategie progettuali hanno fornito gli elementi per l’elaborazione di due differenti progetti: uno riguardante l’ambito turistico e l’altro  riguardante l’armatura territoriale.

L’analisi multi criteri utilizzata, nello specifico quella di frequenza, messi a confronto i due progetti ne mette in risalto uno prioritario caratterizzato da due scenari differenti, quello ambientale e quello economico. Rispetto allo scenario ambientale è risultato che il progetto “La fruizione turistica per la valorizzazione e il recupero delle vocazioni tradizionali locali” è quello preferibile, mentre per lo scenario economico il progetto valuterà “Il potenziamento dell’armatura territoriale”.

Il primo progetto è finalizzato alla valorizzazione di territori densi di trame identitarie da potenziare e promuovere attraverso lo sviluppo di forme diversificate e integrate di fruizione turistica. Il progetto punta in particolar modo a nove ambiti territoriali di eccellenza a forte potenzialità di sviluppo, densi di risorse ad alta valenza culturale-identitaria e paesaggistico-ambientale su cui puntare per la valorizzazione del patrimonio identitario delle società locali.

Per ciascun ambito sono stati individuati dei centri ad elevata concentrazione del patrimonio locale da recuperare e maggiormente valorizzare in quanto, alcuni di questi, sono privi di attrezzature adeguate per consentire la fruizione turistica e culturale. A sua volta tali centri sono stati raggruppati in tre differenti sistemi: sistema di eccellenza del patrimonio Naturalistico – Ambientale, sistema di eccellenza del patrimonio Storico – Culturale, sistema di eccellenza delle attività tradizionali. Per ogni sistema sono stati pensati diversi obiettivi di qualità da raggiungere mediante strategie progettuali specifici: dalla Valorizzazione degli elementi di interesse naturalistico attraverso il ripristino degli habitat naturali per garantire la conservazione della flora e fauna autoctone, la mitigazione del degrado provocato dai detrattori, alla Fruizione turistica e divulgazione della conoscenza dei luoghi mediante il recupero e messa in sicurezza degli itinerari naturali;la realizzazione di nuovi tracciati; l’attivazione di un sistema di trasporto pubblico non inquinante; la segnaletica informativa.

Dalla Valorizzazione per la fruizione scientifico didattica attraverso l’Organizzazione di attività di ricerca alla Valorizzazione degli elementi di interesse storico-testimoniale con il consolidamento delle strutture; il ripristino e il restauro degli elementi decorativi; l’organizzazione di visite guidate. Dalla Fruizione turistica e divulgazione della conoscenza dei luoghi mediante il recupero e messa in sicurezza degli itinerari storico-culturali;la realizzazione di nuovi tracciati; l’attivazione di un sistema di trasporto pubblico non inquinante, la segnaletica informativa, dal Recupero dei borghi abbandonati mediante la previsione di nuove destinazioni d’uso per i fabbricati e l’incentivazioni delle attività economiche locali.

Ed infine dal Potenziamento e riorganizzazione di un sistema di  servizi ricettivi di qualità attraverso il recupero e la ristrutturazione delle strutture ricettive esistenti; la realizzazione di nuovi servizi ricettivi, quali agriturismi, B&B, camping e roulotte, all’Integrazione con altre attività come il turismo, la ricerca, la produzione di energia rinnovabile. E dalla Divulgazione della conoscenza delle tecniche di  produzione tradizionali mediante il recupero e messa in sicurezza degli itinerari delle attività produttive;la realizzazione di nuovi tracciati; l’attivazione di un sistema di trasporto pubblico non inquinante; la segnaletica informativa, fine alla Rivitalizzazione e promozione dei luoghi delle produzioni tradizionali attraverso la Promozione dei prodotti tipici e l’organizzazione di corsi di apprendistato per la diffusione della conoscenza delle tradizionali tecniche di lavoro.

Pensando, per concludere, ad una riprogettazione infrastrutturale, “Il potenziamento delle armature territoriali” è finalizzato ad una riorganizzazione e ad un riequilibrio funzionale dei centri e delle principali direttrici di mobilità. La riorganizzazione delle armature territoriali punta ad un rafforzamento dei centri maggiori per un miglioramento dei servizi presenti e al potenziamento e alla valorizzazione dei sistemi locali al fine di incentivare la localizzazione di nuove funzioni e servizi di interesse sovralocale. La riorganizzazione è elemento essenziale per la connessione ed il miglioramento delle reti infrastrutturali, per lo spostamento e la fruizione dei servizi e la strutturazione dei nodi per migliorare l’accessibilità ai territori, anche in termini di fruizione delle risorse locali.

Tra i principali “nodi territoriali”sono stati riconosciuti:

Tra i “nodi intermedi” sono stati considerati:

Un sistema territoriale complesso, quindi, come sono complesse tanto le città che le Aree Metropolitane, e come lo sarà l’auspicata “Metropoli dello Stretto”.

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