Progetto di mobilità. Naccari sfida Scopelliti: «Un giurì d’onore presieduto da Gianfranco Fini»

Demetrio Naccari Carlizzi

Reggio Calabria. Un giurì d’onore presieduto da Gianfranco Fini. L’assessore regionale al bilancio, il reggino Demetrio Naccari Carlizzi, non ci sta a farsi dipingere come nemico della città, e si dichiara pronto ad affidarsi addirittura al presidente di An, per dirimere la querelle scoppiata in questi giorni tra lui e il sindaco Giuseppe Scopelliti. Il casus belli è rappresentato dalla bocciatura del progetto, per un valore di circa 100 milioni di euro, presentato dall’amministrazione comunale alla Regione, per la realizzazione di un sistema di mobilità sostenibile. Il nome di Naccari, in questi giorni, è stato più volte bersaglio del malcontento di giunta e consiglieri comunali di maggioranza. «Scopelliti – ribatte Naccari che questa mattina ha indetto una conferenza stampa in merito – ha messo in campo una menzogna e la sta cavalcando incitando alla rivolta, tuttavia – incalza l’assessore regionale – Scopelliti non è neppure degno dell’eredità di Ciccio Franco, il quale difese Reggio da reali torti subiti. Mi si accusa anche di essere un nemico della città ma la mia storia personale e gli atti parlano da soli».
A parlare, però, stavolta Naccari chiede che sia un giurì d’onore. Ed ecco che, nel lanciare il guanto di sfida al sindaco di Alleanza nazionale, Naccari gli concede la presidenza del giurì, dicendosi pronto ad accettare che sia presieduto da Gianfranco Fini, leader indiscusso di An: «Su questa storia e sulle falsità che sono state diffuse da Palazzo San Giorgio chiedo un giurì d’onore, presieduto da Gianfranco Fini e di cui facciano parte il presidente del Tribunale di Reggio e il presidente dell’Ordine degli avvocati, per chiarire chi mente e chi dice il vero».
«Reggio – afferma Demetrio Naccari – non ha perduto alcun finanziamento. I fondi non sono mai stati revocati, e anzi, proprio grazie al mio intervento, li ha ottenuti. La verità è che Scopelliti sta attuando lo stesso modello messo in atto nel 2002 quando fu l’artefice del commissariamento del Decreto Reggio per impedirmi di portare a termine opere in città. Stavolta, invece, ci vuole impedire di completare un progetto che già lo scorso dicembre ci avrebbe consentito di cominciare ad appaltare opere per modernizzare la nostra città».
Naccari, dunque, ripercorre le tappe che hanno portato all’inclusione di Reggio nel progetto di mobilità sostenibile, partito originariamente senza la città in riva allo Stretto: «Quando mi sono insediato ho proposto subito l’inserimento delle città di Reggio, Vibo e Crotone accanto a quelle di Cosenza e Catanzaro che già viaggiavano». I ritardi odierni, secondo Naccari, sono da attribuire invece ad una strategia dilatoria messa in campo da Palazzo San Giorgio, per ritardare la presentazione del progetto rispetto a tutti gli altri Comuni.
Tutto ciò per nascondere una verità inconfessabile: «il progetto presentato dal Comune di Reggio non è redatto secondo i parametri previsti dalla norma ed è per questo motivo – svela Naccari – che è stato bocciato». Il progetto presentato dall’amministrazione comunale, prevede la realizzazione di 5 chilometri di metropolitana leggera, un secondo tapis roulant simile a quello di via Giudecca e la realizzazione di un parcheggio in via Possidonea. Soluzioni bollate impietosamente dall’assessore della giunta Loiero, che sottolinea «noi possiamo finanziare solo parcheggi d’interscambio fuori dal centro urbano, e poi una fermata della metro sul Lungomare… insomma un insieme di corbellerie!». «Ci siamo fatti parte diligente – conclude Naccari – e abbiamo invitato il Comune per discutere nel merito il progetto e trovare una soluzione che sia la più utile per la città, sempre che Scopelliti decida di fare il sindaco e non il capo ultrà».

Fabio Papalia

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