Mediterranea. Incontro su competitività dei porti container italiani nel sistema Euro

La crisi che ha coinvolto le economie mondiali sta riflettendo gravi ripercussioni sui porti italiani con un calo dei volumi di proporzioni considerevoli e ricadute negative sull’occupazione. Lo sviluppo dei porti del Nord Africa sta determinando le condizioni per un ridimensionamento dell’attività svolta in Italia con lo spostamento dei grandi armatori su altri porti, e tra i maggiori rischi, vi è quello che si possa produrre un graduale abbandono dell’attività, in particolar modo il porto di Gioia Tauro.
Dalla facoltà di Ingegneria di Reggio Calabria, su iniziativa del Dimet (Dipartimento di Informatica, Matematica, Elettronica e Trasporti) viene promosso un Progetto di Rilevante Interesse Nazionale (PRIN) dal titolo “Linee guida per la competitività dei porti container italiani nel sistema Euro-Mediterraneo: criticità e potenzialità dei porti hub di Gioia Tauro, Cagliari e Taranto”.
Insieme ad esperti protagonisti del settore, rappresentanti di università italiane ed alcuni protagonisti del transhipment in Italia ieri mattina presso l’ateneo reggino, sono state approfondite alcune tematiche fondamentali quali: lo sviluppo del mercato globale dei container; le ripercussioni nel sistema Euro-Meditarraneo e nello specifico dei porti italiani con attenzione particolare ai porti di Gioia Tauro, Cagliari, Taranto.
Ad aprire i lavori il professor Francesco Russo, Coordinatore nazionale del progetto Prin, che ha tracciato un quadro generale dell’attuale situazione dei porti container soffermandosi sui risultati della ricerca “I porti container italiani nel sistema Euro-Mediterraneo: dati di riferimento e stato dell’arte su modelli e metodi per l’analisi di domanda e offerta”.
Il testo redatto da esperti del settore, raccoglie una serie di contributi e ricerche (che sono iniziate nel Settembre 2008 e si sviluppano per due anni), che si inquadrano nelle attività relative ad un Progetto di Ricerca di Rilevante Interesse Nazionale (Prin) promosso da quattro dipartimenti universitari italiani, supportato economicamente dalle Università di appartenenza e dal Ministero dell’Università e della Ricerca.
Un quadro dettagliato sulle condizioni del porto di Gioia Tauro lo stila il commissario straordinario Area portuale di Gioia Tauro, Rodolfo De Dominicis, che ribadisce più volte “la necessità di fare un progetto di potenziamento per i porti container italiani” ma soprattutto, “far cadere l’illusione che il porto di Gioia Tauro viva su stimoli momentanei, stimoli che vengono fuori in maniera strutturale sono nelle necessità. Certo, per rilanciare le attività portuali serve un piano strategico perché in questi anni, sono stati commessi parecchi errori. Non dobbiamo dimenticare però, – conclude De Dominicis – che Gioia Tauro è una risorsa per tutta la Calabria ed è sbagliato che la politica pensi che il porto sia solo di qualcuno, quando invece è di tutti”.
In piena sintonia l’assessore regionale ai Trasporti Demetrio Naccari Carlizzi che ha posto l’accento sul “corretto utilizzo delle risorse territoriali da parte dei politici locali” e sulle difficoltà dei trasporti marittimi e ferroviari che “bloccano lo sviluppo di una Calabria messa all’angolo da una politica economica assente per il nostro paese” e ha poi introdotto quindi, “la possibilità di porre il porte di Gioia Tauro come nodo di collegamento tra l’asse europeo 1 – Berlino – Palermo e di avviare il progetto europeo relativo alla via del mare”; il vice sindaco del Comune di Reggio Calabria Giuseppe Raffa che ha ribadito la “necessità di introdurre una specifica normativa che differenzi l’attività dei porti di transhipment individuando particolari condizioni che garantiscano al sistema Italiano di poter continuare a competere nel panorama mondiale, misure, per altro, già adottate dagli altri paesi della Comunità Europea”;
e il presidente del Consiglio Provinciale Giuseppe Giordano che si sofferma sulla necessità di “uno sviluppo locale e l’immediato risanamento dei deficit che attanagliano il Porto di Gioia Tauro che può superare la crisi se solo, vengono potenziate le risorse presenti. Questo può accadere se tutte le istituzioni lavorano in sinergia anche se, ancora oggi, ci sono tante questioni che vanno approfondite e riviste”.
A parlare del “vantaggio competitivo delle sponde meridionali d’Europa per l’accesso ai mercati continentali” e l’importanza di promuovere il “corridoio integrato di transhipment”, il presidente dell’autorità portuale di Cagliari Paolo Fadda mentre a fare un focus sui porti, i traffici containerizzati e le prospettive per il bacino del Mediterraneo ci pensa il presidente Assologistica, Nereo Marcucci.
“Nel giro degli ultimi dieci anni, – afferma Marcucci – l’Asia è diventata il maggior centro mondiale per l’attività e il finanziamento delle più moderne navi da trasporto. Purtroppo, la crisi economica e finanziaria ha messo un freno all’attività marittima e quello che sta accadendo è la cartina di tornasole di un fenomeno più ampio, che vede un’avanzata incredibile di Pechino sul fronte dei porti, in particolare europei e nordafricani”.
Ma ci sono buone possibilità di ripresa per il porto di Gioia Tauro ne è convinto il Responsabile Direzione Generale del Trasporto Marittimo e per Vie d’Acqua Interne, Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, Enrico Puija, perché “è vero che i nostri porti sono in difficoltà, ma non sono inferiori a quelli esteri. Devono solo riprendersi la loro centralità”.
Al convegno hanno preso anche parte il preside della Facoltà di Ingegneria Adolfo Santini, il Direttore Dipartimento di Informatica Matematica Elettronica e Trasporti professor Antonio Iera, Agostino Nuzzolo Presidente Società Italiana Docenti di Trasporto, Franco Benincasa, dirigente Affari Generali e Personale, Autorità Portuale di Taranto e i rappresentanti del Politecnico di Bari, Università di Cagliari, Università di Tor Vergata, Università Mediterranea di Reggio Calabria, Capitaneria di Porto di Reggio Calabria.

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