Naccari e Greco presentano il Centro per la biodiversità marina e il Laboratorio di geofisica e vulcanologia che avranno sede a Reggio

Reggio Calabria. L’immobile ex Ciapi di via Figurella a Catona ospiterà un centro per lo studio della biodiversità marina del Mediterraneo e la ‘sezione’ calabrese dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv). L’annuncio è stato dato ieri mattina, nel corso di un conferenza stampa congiunta degli assessori regionali al Bilancio, Demetrio Naccari Carlizzi, e all’ambiente, Silvio Greco. «Ogni città ha dei luoghi simbolo che indicano lo stato di salute di un territorio – ha esordito Naccari nel presentare il progetto – e l’ex Ciapi è uno di quei luoghi, per questo abbiamo scelto un pezzo della Reggio di 20-30 anni come luogo dove rilanciare un progetto nuovo che ha un cuore antico». Del resto, ha ricordato l’assessore Naccari, non si tratta del primo intervento di questo tipo da parte della Regione nella città di Reggio Calabria «che ha operato e sta operando anche per altri luoghi della memoria, come il camping degli ulivi, la ristrutturazione del Museo, il pontile dell’aeroporto, il cofinanziamento della strada di collegamento Gallico-Gambarie, il protocollo per le Omeca».
Naccari ha dunque illustrato i lavori di ristrutturazione che saranno eseguiti nell’ex Ciapi, che è di proprietà della Regione, per rendere la struttura idonea ad ospitare i due importanti progetti, che vedranno in qualità di ente attuatore l’Arpacal, rappresentata ieri dal suo direttore, Vincenzo Mollace.

La convenzione promossa dalla Regione Calabria.
La Regione Calabria ha promosso una convenzione con una serie di soggetti che le consentiranno di fare ‘rete’ con istituzioni d’eccellenza, per un reciproco arricchimento, che oltre a perseguire efficacemente gli scopi prefissati vedrà così l’Arpacal aumentare il proprio bagaglio di esperienza. I soggetti partecipanti alla convenzione sono l’Iamc (Istituto per l’ambiente marino e costiero), l’Università della Calabria, la Mediterranea di Reggio, quella di Siena e di Cagliari, e lo stesso Ingv. La convenzione prevede la costituzione di un Centro di competenza sulla biodiversità marina e sulla qualità ambientale per lo studio, la valutazione, la gestione e la valorizzazione dell’ambiente marino costiero della Regione Calabria, con particolare riferimento agli aspetti della biodiversità marina e di un Laboratorio di geofisica e vulcanologia per lo studio e la difesa dei terremoti.

Il centro sulla biodiversità marina del Mediterraneo.
Il centro si propone l’implementazione delle più idonee attività di proposizione, coordinamento e attuazione di progetti, principalmente di carattere scientifico, per la valorizzazione della fascia costiera calabrese e la tutela della biodiversità marina, con particolare riferimento alle specie animali e vegetali che popolano il mare e le acque interne della Calabria e dell’intero bacino mediterraneo. Un modo più che consono, secondo l’assessore all’ambiente Silvio Greco, per celebrare il 2010 quale anno internazionale della biodiversità, e che si aggiunge alla proposta della Regione di istituire 3 nuovi parchi regionali, e alla firma del protocollo nazionale per far sorgere in Calabria il centro nazionale e mediterraneo per la conservazione della tartaruga ‘Caretta Caretta’.

Il Laboratorio di geofisica e vulcanologia.
Sarà una sorta di ‘distaccamento’, una ‘sede reggina’ dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. La Calabria, infatti, è stata individuata quale luogo ideale per la creazione di una sede dell’Ingv, rappresentando la regione in cui “più fortemente che altrove sono leggibili i segni dei terremoti non solo nel paesaggio, ma anche nei caratteri abitativi, culturali e antropologici” e che qui pertanto può essere realizzato uno dei più interessanti laboratori italiani per la comprensione del fenomeno sismico e per la riduzione del rischio associato, con particolare attenzione ai problemi connessi alla riduzione del rischio mediante evacuazione. Proprio su quest’ultimo aspetto si è soffermato il prof. Russo, della Mediterranea, che ha sottolineato l’importanza della scienza del rischio dell’esposizione, il cui studio ha avuto un’impennata dopo i tragici fatti delle Torri gemelle del 2001.

L’immobile dell’ex Ciapi.
Sorto su iniziativa della Cassa per il Mezzogiorno, al fine di promuovere e realizzare attività di formazione professionale nel settore dell’industria. L’intero complesso si sviluppa su una superficie di circa 30 mila metri quadrati, 18 mila circa dei quali destinati a verde e impianti sportivi, e la parte rimanente occupata da vari corpi di fabbrica composti da uno o più piani fuori terra. In particolare, il complesso è composto da un corpo di fabbrica è destinato a vero e proprio centro di formazione che ospita aule, laboratori, uffici, da un’officina e da un corpo mensa, da una palestra e da un convitto. Il complesso attualmente versa in stato di degrado, e soprattutto è interessato dalla presenza di fibre di amianto. Proprio al fine di recuperare e mettere a reddito l’intero complesso, è stato definito un progetto per la bonifica delle aree del sito interessate dalla presenza di eternit e fibre di amianto. In particolare è stata prevista la rimozione della pavimentazione in linoleum, per una superficie di circa 600 metri quadrati, e la posa in opera di nuova pavimentazione oltre ad altre opere di finitura. È previsto un intervento radicale e definitivo sulle parti interessate dall’amianto della sola pavimentazione in linoleum attraverso la rimozione di pavimentazione in linoleum, la parziale rimozione dei battiscopa, la posa in opera di una nuova pavimentazione con il relativo battiscopa. Per un importo complessivo di 350 mila euro.

Fabio Papalia

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