Nel “Giorno del ricordo”, Reggio commemora le vittime delle Foibe

Reggio Calabria. Atrocità, buio, discriminazione, grido, ingiustizia, lamenti, morte, orrore e sofferenza sono alcune delle parole che si leggono in un cartellone dal titolo “Alfabeto delle foibe”. Questa mattina, all’arena Ciccio Franco, un centinaio di bambini delle classi quinte del Circolo didattico “Aurelio Cassiodoro” di Pellaro, insieme all’Amministrazione comunale e i Circoli del fare, hanno ricordato attraverso immagini, disegni e racconti, tutti gli istriani, fiumani e dalmati vittime delle foibe del secondo dopoguerra. Con l’istituzione del “Giorno del ricordo” che si celebra oggi in tutta Italia grazie alla legge n.92 del marzo 2004, viene conservata e rinnovata la memoria della tragedia; la legge segna, dunque, un mutamento di atteggiamento da parte della comunità nazionale di un massacro tenuto per troppo tempo nel silenzio. «Per anni – ha spiegato il consigliere Beniamino Scarfone – c’è stata una vera e propria negazione delle foibe questo perché, interessati erano i partigiani comunisti titini». Quest’oggi dunque, a Reggio, si riparte proprio dai più piccoli dai bambini chiamati «a dar voce a chi la voce non l’ha avuta». Una voce di speranza per gli animi e per la patria. «Questa iniziativa – ha detto il dirigente scolastico Giuseppina Princi – è il frutto di un lungo percorso che abbiamo affrontato con i nostri alunni, per rappresentare attraverso i loro occhi pagine tragiche della storia nazionale». Diversi gli slogan sui disegni, “piantiamo un albero sulle foibe dell’umanità perché nascano frutti di pace”, “per non dimenticare la storia che ha ferito la coscienza e l’intelligenza dell’umanità”, ed ancora la storia di Norma Cossetto, la studentessa universitaria istriana, torturata, violentata e gettata in una delle tante foibe della Venezia Giulia insieme ad altre 25 persone nella notte tra il 4 e il 5 ottobre 1943, la cui vicenda è diventata l’ emblema per descrivere i drammi e le sofferenze. « Già da piccoli – ha concluso l’assessore Tilde Minasi – i bambini vanno educati alla cultura del rispetto, conoscere le atrocità di alcune parti della storia aiuta a non commettere più gli stessi errori». Subito dopo, l’Inno di Mameli e la cerimonia in mare con i fiori deposti dalla Guardia costiera.

Dominella Trunfio

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