Biodiversità marina e Laboratorio di geofisica, firmato l’accordo di programma

di Manuela Foti
Reggio Calabria. Un polo di eccellenza per la Calabria e l’area del Mediterraneo. Con la firma del protocollo di intesa siglato stamane presso il Rettorato dell’Università Mediterranea si compie un ulteriore passo avanti nella direzione della costituzione, nella città di Reggio, di un “Centro di Ricerca sulla Biodiversità Marina” e di un “Laboratorio di Geofisica e Vulcanologia per lo studio e la difesa dai terremoti”, due strutture che saranno immediatamente operative grazie alla delibera licenziata dalla giunta regionale lo scorso 28 gennaio e alla convinta adesione di un gruppo di qualificati partner capitanati dall’Arpacal in qualità di soggetto attuatore.
Alla conferenza stampa tenuta in occasione della sottoscrizione dell’Accordo di Programma – che di fatto traduce la delibera che ha attivato le linee di spesa con cui la Regione, con fondi POR, impegnerà oltre 40 milioni di euro – sono i protagonisti del progetto a scandire la tempistica per il decollo dei due istituti di ricerca il cui spessore e peculiarità scientifiche sono direttamente proporzionali alla credibilità e al prestigio dei soggetti coinvolti, ovvero l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Roma, l’Istituto Ambiente Marino Costiero (Iamc) C.N.R. di Messina, le Università di Reggio, Cosenza, Cagliari e Siena e naturalmente l’Agenzia Regionale per l’Ambiente.
Tre mesi appena per completare il progetto esecutivo e avviare lo start-up. Un intervallo di tempo nel quale andrà completandosi anche la bonifica dei locali dell’ex Ciapi di Catona che sono stati scelti per ospitare i due centri di ricerca. Ma l’Assessore al Bilancio Demetrio Naccari Carlizzi e l’Assessore all’Ambiente Silvio Greco, che hanno promosso in giunta la costituzione del polo scientifico, assicurano come le due strutture siano immediatamente operative poiché già attive sotto il profilo progettuale.
“Abbiamo coinvolto partner d’eccellenza – afferma Silvio Greco – perché i due centri di ricerca possano diventare autonomi, in grado di camminare con le proprie gambe e dare risposte precise, in termini di conoscenza, alla politica”. Le risorse finanziarie, infatti, deriveranno dai fondi Por solo per il primo triennio. Alle due strutture il compito, successivamente, di individuare “sul mercato” adeguati spazi per sostenere i progetti finalizzati alla valorizzazione della fascia costiera calabrese e alla tutela della biodiversità marina nonché alla comprensione e allo studio del fenomeno sismico con la riduzione del rischio associato.
“Siamo intervenuti – ha aggiunto Demetrio Naccari – non con la volontà di replicare qualcosa di già esistente a livello locale o nazionale, piuttosto per creare istituti scientifici senza pari nel resto del bacino mediterraneo che diano risposte concrete alle esigenze del territorio, creando un network che comprenda le nostre università e mantenendo nella nostra area geografica le migliori intelligenze”.
Altro aspetto messo in luce dai due assessori regionali, l’idea di riutilizzare il locali dell’ex Ciapi di Catona, patrimonio a lungo inutilizzato che tornerà ad essere fruibile – dopo un’accurata bonifica – diventando la sede da cui “prenderà avvio una nuova stagione di studi e ricerche” che rafforzerà la centralità anche scientifica di Reggio Calabria nel Mediterraneo.
Un’iniziativa salutata con favore dal Direttore dell’Arpacal, Enzo Mollace, e dal Rettore dell’ateneo reggino, Massimo Giovannini, che l’ha definita “tra le più importanti tra quelle intraprese in occasione del centenario del terremoto, poiché riunisce le più alte competenze di settore tanto da poter diventare un punto di riferimento su scala internazionale”.

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