La Cgil e l’Area Metropolitana

Il Primo Congresso della Camera del Lavoro Metropolitana di Reggio Calabria si è aperto il 3 Marzo del 2010 con la Relazione del Segretario Generale Francesco Ali. Ne riprendiamo alcuni stralci particolarmente significativi per comprendere l’approccio di un Sindacato come la Cgil ai temi metropolitani, con particolare riferimento all’ambiente ed alla cultura. I passaggi “selezionati” (L’AMBIENTE IN CALABRIA e ALCUNE PROPOSTE PER LA CALABRIA E IL MEZZOGIORNO) si inseriscono, dopo l’Introduzione, ed i capitoli: Lo Sciopero Generale del 12 Marzo (Crisi, Fisco, Immigrazione), Altri temi di impegno della Cgil, ed all’interno del capitolo La Calabria (dopo il paragrafo Le elezioni regionali e il futuro governo della Regione, e prima del capitolo Servizi). La selezione della Relazione di Alì prosegue con parte del paragrafo La Festa del lavoro (all’interno del capitolo Servizi), seguito dai capitoli L’impegno per la giustizia e la legalità, La politica dei quadri (Formazione, Informazione).

(E.C.)

La Cgil e l’Area Metropolitana
di Francesco Alì
Apriamo oggi con grande orgoglio il XVI° Congresso della Cgil Reggio Calabria – Locri, il primo Congresso della Cgil Metropolitana di Reggio Calabria – Locri.
… tra gli elementi da offrire alla discussione, c’è sicuramente la grande questione ambientale che attraversa la nostra Regione.

L’ambiente in Calabria

Il caso Maierato ci ha ricordato ancora una volta che tutti abbiamo il dovere di avere cura del nostro territorio, dell’ambiente calabrese. Le alluvioni, i costoni delle nostre montagne che crollano, interi paesi travolti dal maltempo sono scene ricorrenti al Sud e nella nostra regione. Ricordate tutti cosa è accaduto a pochi chilometri da noi, a Giampilieri in provincia di Messina, ma nessuno deve dimenticare cosa è accaduto negli anni in Calabria a Nardodipace e Africo, Crotone e Soverato, dal cimitero di Fagnano Castello fino a Vibo Valentia, a Cavallerizzo. La natura che si ribella all’abusivismo perpetuato dai cittadini e favorito dalle istituzioni, a scelte urbanistiche scellerate di amministratori incapaci o colpevoli, a un sistema di politiche per la cura del territorio fallimentare per non dire inesistente. Un vuoto pesantissimo, che la nostra regione e il nostro sud ha pagato con morti, feriti, sfollati, danni economici rivelantissimi, con emergenze mai risolte.
Ecco perché per la nostra regione dobbiamo chiedere nuovi investimenti: per il riassetto del territorio, per la cura dell’ambiente, delle coste e delle montagne, dei corsi d’acqua e delle periferie delle città, per il recupero in direzione antisismica e di qualità del patrimonio edilizio, per realizzare infrastrutture utili a migliorare la qualità della vita e il sistema dei trasporti di questo territorio abbandonato a se stesso. In questo senso, a un governo che fa spot sul Ponte sullo Stretto noi dobbiamo rispondere chiedendo il rispetto del nostro territorio e di investire tutti i fondi e le energie a disposizione per garantire al più presto la conclusione dei lavori dell’A3 (e in questo senso anche il rispetto di tutte le norme di sicurezza dei lavoratori e la loro incolumità dalle incursioni e aggressioni della ‘ndrangheta che in questi anni abbiamo sempre denunciato con forza). E poi di rendere sicura la statale 106, di potenziare i servizi di collegamento pubblici dal centro verso le periferie e viceversa e tra le periferie e di far partire un sistema efficiente di metropolitana dello Stretto per dare risposte ai pendolari che quotidianamente vivono le difficoltà di un servizio approssimativo e che rappresenta il primo provvedimento concreto per ripensare in senso integrato un’area strategia come lo Stretto in direzione della creazione dell’area metropolitana.
Ci sono altre questioni importanti che riguardano l’ambiente e lo sviluppo di questo nostro territorio in senso sostenibile. E riguardano l’energia. La nostra provincia è un importante produttore di biomasse ma non produce un solo kilowatt di energia a biomasse che è un’energia alternativa che produce ricchezza e non determina inquinamento e non danneggia quindi la salute dei nostri figli. Per questa ragione, siamo impegnati come protagonisti – sin dal primo minuto – nella battaglia contro la realizzazione della centrale a carbone a Saline Joniche. Siamo stati in questi mesi in prima linea per dire no a questa ipotesi e continueremo a fare la nostra parte. Siamo lieti che la Regione Calabria continui a ribadire la propria contrarietà a questa ipotesi e chiediamo a tutti – su questo – di uscire dalle ambiguità e di schierarsi con chiarezza sul fronte del Sì o del No. Motivando la propria presa di posizione: chiarendo se si è a favore della speculazione delle grandi multinazionali su questo territorio e del carbone (per inciso, il carbone pulito non esiste dal punto di vista scientifico ed è soltanto una forzatura comunicativa delle compagnie energetiche) o se si è favorevoli a un territorio ricco e non inquinato e alla produzione di energia pulita e alla nascita di strutture che si servono delle più moderne tecnologie. E non ci facciamo ingannare: non è una questione di posti di lavoro. Un sistema integrato di valorizzazione del territorio di Saline è in grado di garantire centinaia di posti di lavoro. Altro che centrali a carbone. La beffa del carbone l’abbiamo già vissuta e scongiurata anni fa a Gioia Tauro e non è il caso di ricadere nella trappola.
Questa del no al carbone è una delle ragioni che ci deve spingere a guardare con grande attenzione anche alle prossime elezioni regionali che sono decisive per il futuro del nostro territorio: sono in campo due idee di sviluppo. Noi siamo dalla parte di chi crede che la Calabria non abbia bisogno del carbone o, peggio, del nucleare.
Voglio anche ricordare qui l’impegno della Cgil per avere chiarezza e verità su una delle vicende più buie e intricate che riguardano il nostro Paese e la nostra regione in particolare: la questione delle navi dei veleni che si trovano – pieni di scorie radioattive – sul fondale dei nostri mari. Ci sono troppi lati oscuri in queste vicende e a nulla servono le parole tranquillizzanti degli apparati dello Stato. Serve invece che tutti i cittadini e le organizzazioni in campo chiedano chiarezza e rigore e che si facciano controlli scientifici seri in alcune zone della nostra provincia in cui appare più alta la percentuale di persone malate di tumore o leucemia. Si facciano tutti i controlli e si ristabilisca verità e serenità tra i cittadini o si prendano le dovute iniziative per bonificare i territori o il mare.

Alcune proposte per la Calabria e il Mezzogiorno

Vogliamo puntare sull’area metropolitana dello Stretto. L’istituzione di Reggio Calabria area metropolitana in questo senso può essere una grande occasione per avere finalmente l’area metropolitana dello Stretto, su cui la Cgil di Reggio – Locri e Messina lavorano da molto tempo e con grande determinazione e – se permettete – lungimiranza. Dopo cento anni dalla distruzione dell’Area dello Stretto ci troviamo di fronte alla prima vera, grande occasione di sviluppo e di rilancio. Reggio e Messina, Gioia Tauro e la Locride, le isole Eolie e Taormina, sono i poli di due aree accomunate dall’identità dei problemi, ma anche dalla storia, dalla cultura, dalle tradizioni, dalle potenzialità turistiche e dalla collocazione geografica. La vera svolta per l’impasse che da decenni blocca lo sviluppo e l’economia di questa zona è l’Area Metropolitana della Stretto, un progetto in grado, di spostare il baricentro politico, sociale ed economico d’Europa, italiano, del mezzogiorno, calabrese e siciliano, sulle nostre sponde. Stiamo parlando di un’area geografica strategica all’interno del Mediterraneo, del futuro di un milione di abitanti, stiamo parlando del porto di Gioia Tauro e di Taormina, delle isole Eolie e di Scilla, di Caulonia e di Riace, dell’area grecanica, del mare e delle zone montane. E tante altre sono le ricchezze di cui disponiamo. E che dobbiamo mettere a sistema. Le due città devono essere unite – e non divise – dal mare. Serve un sistema integrato dei trasporti che faciliti ed incentivi gli scambi commerciali, la mobilità delle persone, che faccia decollare il turismo, metta a sistema le Università, determini la creazione di una Autorità Portuale unica che sovrintenda all’indirizzo, alla programmazione, al controllo, al coordinamento e alla promozione delle operazioni portuali e delle altre attività commerciali delle due sponde. C’è già una data importante in questo senso: il 2010 è l’anno del libero scambio nel Mediterraneo.
Naturalmente in un territorio come il nostro dobbiamo darci da fare. Puntando sul turismo di qualità. In una provincia circondata dal mare (ma con una montagna pregiata) come quella di Reggio Calabria, dotata di un grande patrimonio storico-culturale, naturalistico e paesaggistico, si rende necessario puntare alla valorizzazione turistica del territorio quale leva di sviluppo economico ed occupazionale. La prossimità con la provincia di Messina può, inoltre, consentire la messa in rete di sinergie per costruire un’offerta turistica, integrata e qualificata, che sicuramente potrà avere un maggiore “appeal” sui mercati internazionali, valorizzando le diverse filiere produttive connesse allo sviluppo turistico.
Naturalmente in quest’ottica – e nella prospettiva di difendere il nostro territorio – è stata la nostra battaglia – vinta – contro la clonazione dei bronzi di Riace prima e contro il trasferimento delle due statue prime per il G8 e poi per i lavori di restauro. Siamo stati i primi a denunciare il pericolo del trasferimento, abbiamo saputo sfidare il governo nazionale e cittadino, ci siamo introdotti nelle divisioni della destra di questa città e dei nemici di Reggio Calabria e con intelligenza abbiamo saputo guidare il comitato che si opponeva prima alla clonazione e poi al trasferimento dei guerrieri di Riace. Abbiamo avuto una grande capacità di mobilitazione e abbiamo saputo incidere sui processi decisionali e adesso tutti quanti possiamo – grazie all’intervento della presidenza del consiglio regionale – ammirare i lavori di restauro dei bronzi a Palazzo Campanella.
Un secondo progetto di sistema non può che riguardare il rilancio di un’azione vigorosa per lo sviluppo del Porto di Gioia Tauro. E poi ancora dobbiamo lavorare in maniera virtuosa per la creazione di parchi urbani e reti di imprese, per la semplificazione della pubblica amministrazione, alla creazione di una rete degli Sportelli Unici per le Attività Produttive e l’Edilizia e – se vogliamo cominciare ad affrontare le sfide internazionali, a partire dal mediterraneo – dobbiamo puntare sulla ricerca e l’innovazione.
Come sindacato dobbiamo farci carico di tutto questo, abbattere le inerzie, renderci protagonisti del cambiamento.

La Festa del lavoro

Che è diventata ormai il più importante appuntamento politico, culturale e di popolo della provincia di Reggio Calabria. E mentre già lavoriamo da mesi alla nuova edizione che sarà ancora una volta di grande rilevanza politica e sociale, permettetemi con un pizzico di orgoglio di guardare con un pizzico di soddisfazione e orgoglio alle edizioni che hanno caratterizzato questa Cgil, alla sfida che abbiamo lanciato in questi anni e che abbiamo vinto grazie al lavoro prezioso e impagabile di tutti i nostri volontari – dirigenti, iscritti e simpatizzanti – che scelgono di trascorrere tra i nostri stand e gazebo una parte delle loro ferie per fare della Festa del lavoro la grande kermesse che è diventata senza tema di smentita.
È stato un crescendo, anno dopo anno. Ed era difficile migliorare. E se tutti gli anni che abbiamo gestito sono stati davvero sorprendenti per partecipazione e risultati, l’ultima edizione è stata davvero quella dei record. 8 giorni di festa, 16 dibattiti, oltre 100 interventi che hanno registrato anche il coinvolgimento di tutte le categorie (è la prima volta in assoluto che succede). Hanno lavorato nella festa e per la festa oltre 300 persone. Tutti i dibattiti hanno registrato una importantissima partecipazione. Copertura pressoché totale dei media (oltre 30 articoli sulla carta stampata locale e nazionale ed una ventina di passaggi televisivi). ogni giorno presenti con richiami su rassegna.it e su radio art. 1 (realtà con le quali – approfitto per dirlo – abbiamo rinsaldato il nostro rapporto e che porterà a nuovi e importanti progetti).
Quattordici concerti partecipatissimi dove abbiamo dato risalto alla musica ed alle tradizioni locali. Il corso di formazione politico sindacale con il coinvolgimento di 200 giovani che hanno animato le giornate della festa non solo durante le ore di formazione, ma durante tutte le attività. Oltre 5000 scatti fotografici, circa 40 ore di diretta con la nostra web tv. Partecipazione di migliaia di iscritti e non iscritti ogni giorno alle attività nel villaggio. Abbiamo trattato temi di attualità e di interesse collettivo, abbiamo coinvolto il mondo che c’è fuori da noi. Accessi al sito durante al festa altissimi la media è di 1500 visite giornaliere con punte di 2500 visitatori. Abbiamo indicato all’amministrazione comunale la necessità di valorizzare una importante area della città che è rappresentata dalla pineta Zerbi, porta d’accesso al centro della città, al museo, al lungomare.
Straordinaria l’apertura con l’indicazione di un’idea di sviluppo a partire dalle politiche che possono mettere i campo le aree metropolitane. Reggio come Messina, Milano, Firenze e Bologna, lanciando proprio da qui l’idea della conferenza nazionale Cgil delle aree metropolitane attraverso cui chiedere un tavolo al governo per la valorizzazione e concretizzazione delle aree stesse.

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