Museo. Riscoperto l’antico patrimonio artistico da restituire alla città

di Domenico Grillone
Reggio Calabria. Una intera facciata di una chiesa in stile neogotico completamente smontata, in pietra calcarea e scolpita finemente, centinaia di capitelli, alcuni anche in stile neoclassico che ricordano quelli corinzi. E poi elementi decorativi come gli archetti a sesto acuto, colonne e tante altre meraviglie svelate dal responsabile incaricato dalla Soprintendenza archeologica della Calabria, Giacomo Oliva, durante la conferenza stampa svoltasi nella pinacoteca civica per presentare le venti opere pittoriche restituite dal Museo nazionale della Magna Grecia al Comune. Tutti reperti che giacciono nei depositi del Museo e che presto potranno essere ricomposti per una sistemazione logistica di grande impatto culturale ed artistico. Ma le novità non finiscono qui. All’interno dei magazzini del Museo nazionale c’è inoltre tutta la collezione etnografica, un’altra di cimeli risorgimentali e divise garibaldine dell’epoca, testimonianze che potrebbero essere valorizzate in occasione del 150° anniversario dell’unità d’Italia, come la bandiera con cui Garibaldi entrò in città o il fazzoletto di Anita. E poi armature, numismatica, collezione di armi africane bianche e da fuoco, gli stucchi arabo – normanni della chiesa di Terreti, collezioni di reperti bizantini e reperti archeologici, tutti di proprietà del Comune perché scoperti prima del 1939, anno in cui la legge fissava regole precise sulla tutela di questi patrimoni. “Siamo sicuri che quanto prima sarà realizzato il museo civico – dice ancora Oliva – per portare a conoscenza di tutti l’immenso patrimonio custodito all’interno del Museo, in attesa anche dell’apertura dei nuovi locali del Museo San Paolo e del Museo diocesano della diocesi metropolitana”. Un ringraziamento all’architetto Francesco Prosperetti, massima autorità regionale riguardo i beni culturali, il quale ha accelerato alcuni passaggi procedurali per la restituzione delle opere, peraltro reclamate fin dai tempi del sindaco Italo Falcomatà. “Era un periodo in cui non c’erano ancora le condizioni per questo passaggio di consegne – spiega Oliva – ma c’è stato un lungo lavoro a monte per arrivare a questo risultato che ha coinvolto diverse persone (dottori Sorrenti, Mazzitelli, Brigandì, Sabbione, Manganaro, Spanò, Vecchi, Mamone), tutte persone che hanno lavorato alacremente per arrivare a questa giornata”.

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