Scopelliti sull’operazione Meta: “Sono stato attaccato per il mio rigore”

Catanzaro. Il Presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, è intervenuto nella trasmissione odierna ‘KlausCondicio’, trasmessa su You Tube ed ha risposto alle domande del conduttore Klaus Davi, spaziando su molti temi di attualità, calabrese e nazionale. In merito agli arresti compiuti nell’ambito dell’operazione ‘Meta’, che hanno coinvolto anche Domenico Barbieri, l’imprenditore che lo ha invitato all’anniversario delle nozze dei genitori, Scopelliti si è difeso, affermando: “Sono stato attaccato per il mio rigore. Un Sindaco che vince col 70% dei consensi e che sa stare in mezzo alla gente, viene invitato da tutti. Vado dalla nonnina che compie centotre anni e da chi festeggia 50 anni di matrimonio, partecipo a feste di laurea ed a tante altre occasioni sociali. Accade che un incensurato mi inviti. In questo caso, si trattava di un imprenditore a capo di un’impresa che lavorava con il Comune con un contratto passato al vaglio anche delle norme antimafia che regolamentano gli appalti e che certamente non avevo concesso io”. Spostando l’attenzione sulle questioni che intrecciano politica e giustizia e che trovano uno snodo decisivo nel disegno di legge sulle intercettazioni, il Presidente della Regione ha espresso il suo favore spiegando “Non credo che questa legge metta in pericolo le indagini contro la ‘ndrangheta. Bisogna fare attenzione a non dare in alcun modo un vantaggio alle attività criminali, ma, detto questo, una legge va fatta. A mio giudizio la legge sulle intercettazioni è appropriata”. Scopelliti ha poi risposto ad una domanda avente ad oggetto la coabitazione nel Pdl tra il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ed il Presidente della Camera Gianfranco Fini, spiegando: “Sono un uomo del Pdl. Mi sento molto vicino alle posizione del Presidente Berlusconi e ne condivido la leadership. Nello stesso tempo sono fra quelli che hanno grande rispetto e amicizia verso Gianfranco Fini. Sono convinto che Fini e Berlusconi debbano coesistere”. Ritornando ad aspetti specifici legati al suo ruolo di capo dell’esecutivo calabrese, Scopelliti ha precisato il suo pensiero in riferimento alla querelle che, in questo momento, vede su posizioni contrapposte, il ministro dell’Economia Giulio Tremonti ed i governatori regionali. In merito, il Presidente della Giunta si è detto convinto che “Fare divisioni in modo manicheo fra regioni virtuose o meno virtuose non aiuta a maturare il dialogo e soprattutto non ci mette in condizioni di operare. Credo che il criterio debba essere diverso: chi è appena arrivato al governo delle regioni deve avere almeno 3 anni per poter operare. Se, dopo questo lasso di tempo, non dovesse esserci stata una svolta, allora avrebbe senso adottare provvedimenti. Insomma devono anche lasciarci un po’ respirare”. Scopelliti ha approfittato dell’occasione per riconoscere la bontà dei rapporti che si stanno intensificando tra la Calabria e la comunità ebraica , commentando: “La Calabria sta riscoprendo le sue radici ebraiche. Trovo che la rinascita dell’interesse per la Comunità ebraica di Reggio Calabria sia un bellissimo segnale. In diverse occasione pubbliche, come di recente a Reggio Calabria, ho avuto modo di incontrare esponenti della Comunità, che nelle nostre città fino al XVI secolo aveva una presenza cospicua. Credo che questo legame storico e culturale sia molto sentito. Le nostre città e il nostro territorio devono recuperare parte della loro storia. La Calabria di oggi è una sintesi di una Calabria diversa, frutto della grande storia e della cultura ebraica, di quella araba ma anche quella delle Magna Grecia”. Allargando l’orizzonte al settore della comunicazione e dell’immagine che la regione offre all’esterno, il Presidente della Regione ha manifesto la propria perplessità circa l’eventualità di realizzare una serie televisiva sulla ‘ndrangheta, dicendosi convinto che “Su questo punto condivido il pensiero del Presidente Berlusconi: sarebbe più  utile fare una fiction che valorizzi le bellezze e gli straordinari patrimoni della nostra regione. Non credo che una fiction sull’a ‘ndrangheta ci aiuterebbe. Il rischio è che le celebrazioni trasformino in personaggi dei criminali, offrendo loro un posto nell’immaginario collettivo. Siamo sicuri che in questo modo si combatte la mafia?”

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