Intimidazione a Creazzo. Confesercenti: «Elidere legami tra ‘ndrangheta e società “civile”»

Reggio Calabria. L’atto intimidatorio ai danni del Giudice Creazzo non ci lascia sbigottiti, semmai arrabbiati ed indignati per la prepotenza e la costanza con cui la ndrangheta prosegue nel suo disegno criminale di annichilire le coscienze per continuare ad imperare manu militari. Un potere, quello ‘ndranghetistico, che oggi si mostra nei confronti di un magistrato con la schiena dritta e fiero del suo lavoro, ieri lo ha fatto contro i vertici della Procura Generale, domani lo farà contro chi vuole impedirne l’ascesa. Negli ultimi mesi la magistratura e le forze dell’ordine hanno messo a segno ottimi risultati, che lasciano intravedere la possibilità di inclinare in modo reale e definitivo il crimine organizzato. Si capisce però che ciò non basta. Occorre elidere i legami tra la ‘ndrangheta e la società cosiddetta civile, fatta da politici e funzionari pubblici, da imprenditori e professionisti all’apparenza integerrimi. Occorre in poche parole, che si determini una legalità sostanziale, fatta di condotte legittime e scevre da condizionamenti o peggio connivenze in ogni settore della vita pubblica ed economica. Da anni si parla di diffondere la cultura in generale, ed in particolare della legalità, ed in città molte iniziative sono state poste in essere da diversi soggetti. Alla luce di quanto sta accadendo, e dei comportamenti sociali che giornalmente si riscontrano, sembrerebbe che tutto sia vano, che evidentemente la cultura della legalità non sia una attività idonea al fine che forse si prefigge. La cultura mafiosa che pervade le strade cittadine la si percepisce dai gesti all’apparenza più insignificanti, ma che celano una radicata abitudine al non rispetto delle regole, anche le più semplici ed elementari. Serve che accanto alla magistratura ed alle forze dell’ordine, ci siano i cittadini onesti, la politica e le istituzioni, prendendo coscienza che l’illegalità può segnare il destino di un intero popolo e non solo di chi commette i reati perché affiliato o servitore delle cosche. Da parte nostra, unitamente all’associazione antiracket di Reggio Calabria, SOS impresa, stiamo pianificando una nuova campagna di sensibilizzazione al fenomeno dell’antiracket e dell’antiusura, anche al fine di favorire la denuncia e la costituzione di parte civile dei commercianti vittime di tali fenomeni a seguito delle ultime brillanti operazioni conto il crimine organizzato. L’azione della magistratura, copiosa e foriera di successi, deve essere l’occasione per molti imprenditori e commercianti di riprendersi il loro reale valore imprenditoriale fino ad oggi molte volte soffocato. Deve essere l’occasione, quella che sta vivendo Reggio, di ristabilire concorrenza e sviluppo economico, di fare nuova intrapresa economica, liberando e sostenendo quelle risorse umane che troppo volte si sono fermate o hanno arretrato per timore di prevaricazioni o minacce criminali.

Confesercenti Reggio Calabria

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