L’Anassilaos giovani ricorda la bomba di Hiroshima

Reggio Calabria. Il 6 e il 9 agosto 1945, sessanta cinque anni fa, l’umanità sperimentava l’ultimo orrore della Seconda Guerra Mondiale. Una atrocità di nuovo tipo che avrebbe angosciato il mondo per tutti gli anni della guerra fredda. Un tale orrore svelava anche quanto l’uso distorto e a fini militari della ricerca scientifica potesse arrecare danni incalcolabili a quello stesso Uomo che l’ha sviluppata con il proprio ingegno. Tra gli scienziati del Progetto Manhattan, che doveva predisporre la bomba, solo Robert Oppenheimer si rese pienamente conto delle conseguenze gravi di utilizzare la pura ricerca a scopi bellici, allorquando disse “oggi la scienza ha conosciuto il peccato”. Le motivazioni per le quali una grande potenza democratica decise di risolvere la guerra con il Giappone attraverso la distruzione di due città, Hiroshima e Nagasaki, uccidendo così una popolazione inerme al solo scopo di fiaccare la resistenza dell’Impero del Sol Levante e della sua classe politica e militare , è tutt’ora oggetto di analisi tra gli storici e gli studiosi di storia militare. E’ difficile comunque, quasi inaccettabile – scrive Tito Tropea, Presidente dell’Anassilaos Giovani – accogliere un approccio storicistico che soppesi gli eventi, valuti i pro e i contro di una azione, con una freddezza al limite del cinismo, dimenticando gli uomini e le donne che sono state le vittime predestinate di una siffatta azione politico-militare. Sarebbe forse il caso di osservare i cadaveri e i feriti, le piaghe fisiche e morali che hanno accompagnato per tanti anni gli abitanti di Hiroshima e Nagasaki, i volti sfigurati e senza sorriso di tanti bambini, i corpi deformi dei neonati per comprendere che l’unico approccio a quella tragedia non può che essere di rifiuto della guerra in nome e per conto dell’Umanità. “Riposate in pace perché questo sbaglio non sarà mai ripetuto” è scritto sul cenotafio del Parco della Pace di Hiroshima e forse i morti delle due infelici città, la loro personale tragedia, hanno costituito un monito terribile per gli uomini di stato e di governo che hanno governato il mondo dopo il 1945. Le commemorazioni – scrive Tito Tropea, Presidente dell’Anassilaos Giovani – rischiano spesso di trasformarsi in riti vuoti ma se esiste un dovere della memoria, tale dovere riteniamo debba riguardare anche e soprattutto Hiroshima e Nagasaki poiché l’ammonimento che ci viene dalle due distrutte città va oltre lo specifico tragico evento, storicamente circoscritto alla fase finale della Seconda Guerra Mondiale, ma investe il presente e tuttora pone un interrogativo stringente sulla libertà della ricerca, sull’uso di essa e sugli eventuali suoi limiti. Non ci sono state risparmiate guerre anche crudeli ma almeno l’olocausto nucleare si è arrestato sull’orlo dell’abisso. L’anniversario, con l’intervento di Tito Troppa e la documentazione elaborata da Giacomo Marcianò, aprirà l’incontro promosso dall’Associazione i per venerdì 6 agosto alle ore 21,00 presso il Chiostro di San Giorgio al Corso. Al pubblico presente sarà data in dono una cartolina commemorativa.

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