Bronzi di Riace. Milazzo (PD): “Reggio deve conservare la memoria delle cose positive”

Reggio Calabria. Il Direttore Generale per la valorizzazione del Patrimonio Culturale del Ministero per i Beni e le attività Culturali, Mario Resca, nei giorni scorsi ha affermato che i Bronzi di Riace dovrebbero andare in giro per il mondo perché a Reggio Calabria stanno solo “a prendere polvere”.
A queste dichiarazioni ha replicato la Soprintendente archeologo della Calabria, dott.ssa Simonetta Bonomi, dichiarando che nel marzo 2011 i Bronzi di Riace troveranno nuovamente posto nel Museo Nazionale della Magna Grecia, appositamente ristrutturato e riallestito nell’ambito delle iniziative per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia”: “Le due statue, quindi – ha aggiunto la dott.ssa Bonomi – non prendono affatto polvere”.
Ritengo sia giusto e corretto ricordare che la presa di posizione netta e chiara della dr.ssa Bonomi è stata possibile perché l’allora presidente del consiglio regionale della Calabria on. Giuseppe Bova, con i Bronzi di Riace pronti ad essere trasportati altrove per il restauro (col rischio della non restituzione), con grande capacità organizzativa e relazionale, convinse tutti quanti che Palazzo Campanella poteva essere un luogo idoneo per l’intervento e la contemporanea esposizione al pubblico.
Poco prima di Natale 2009, il Museo Archeologico di Reggio Calabria venne chiuso per radicali lavori di restauro promossi dal Ministero dei Beni Culturali (durante il governo Prodi).
Il Museo riaprirà, come ricordato dalla sovrintendente, completamente rinnovato nel marzo del 2011 per festeggiare i 150 anni dell’Unità d’Italia.
Questa chiusura allora fu ritenuta un’occasione propizia per rimettere i bronzi sotto osservazione clinica.
Come credo ricordiamo un po’ tutti, anche per il grande risalto dato alla circostanza dai mass media locali, dapprima s’era pensato di portarli a Roma e di ricoverarli all’Istituto Centrale del Restauro.
I cittadini di Reggio, però, si ribellarono vivacemente alla partenza dei loro eroi, spingendo le autorità e la soprintendenza locale a trovare una soluzione in città.
Grazie all’intelligenza e alla liberalità del Consiglio Regionale della Calabria, guidato allora dal Presidente Peppe Bova, l'”ospedale dei bronzi” è stato allestito nei vastissimi atrii di Palazzo Campanella, sede del Consiglio Regionale.
Con un investimento di oltre 2 milioni di euro, il Consiglio Regionale ha dotato questo “ospedale” di tutti i macchinari necessari a un nuovo restauro conoscitivo delle statue.
Ma la cosa ancor più positiva è che questo “ospedale” s’è pensato di lasciarlo aperto al pubblico, gratuitamente, ogni giorno dell’anno, permettendo ai visitatori (nel frattempo quadruplicati di numero rispetto a quelli che andavano ad ammirare i Bronzi al Museo) non solo di continuare a vedere i bronzi, ma di vederli in una posizione assai ravvicinata e da un punto di vista molto particolare, di solito riservato ai soli archeologi e ai restauratori. I bronzi si trovano, infatti, stesi sui loro lettini lignei, perfettamente in vista, circondati dai più avveniristici macchinari (monitor, cappe, endoscopi giganti argani di sollevamento, eccetera) che paiono assumere l’aspetto di istallazioni d’arte contemporanea.
La “vera” politica del fare è quella che prima fa e poi parla delle cose fatte. Io ritengo che questo sia uno di quei casi dei quali bisogna continuare a parlare per non dimenticare. Reggio deve conservare memoria per le “cose positive”!

Franca Milazzo
Direzione Provinciale PD Reggio Calabria
Consigliera Pari Opportunità Comune di RC

Exit mobile version