Riappropriarsi dell’Aspromonte percorrendo il “Cammino della Madonna” di Polsi

Enrico Costa, Presidente del Corso di laurea in “Urbanistica” e responsabile della Rubrica “Urbanistica e Città Metropolitana”, con l’intervento di questa settimana individua nel “Cammino della Madonna” un modo forte per riaffermare che il Santuario di Polsi, con l’intero territorio dell’Aspromonte, non appartiene alla ’Ndrangheta.

Riappropriarsi dell’Aspromonte, cuore verde della Città Metropolitana di Reggio Calabria, percorrendo il “Cammino della Madonna” di Polsi

di Enrico Costa

L’odierna Provincia di Reggio Calabria, un tempo Calabria Ulteriore Prima – estesa 3.183 km quadrati, con i suoi 565.756 abitanti al 31 dicembre 2009 –, è la provincia calabrese (affacciata ad ovest sul Mar Tirreno, a sud e ad est sul Mar Ionio, confinante a nord-est con la Provincia di Catanzaro ed a nord-ovest con quella di Vibo Valentia; e distante a sud-ovest soltanto 3,2 km dalla Sicilia, tant’è che fra Reggio Calabria e Messina si è potuto parlare di “Conurbazione dello Stretto”) con la più alta densità abitativa (97 comuni ed 21,1% del territorio della Calabria).

Se l’intero territorio arrivasse a coincidere come prevede la legge con la futura Reggio Calabria Città Metropolitana, quest’ultima potrebbe vantare un primato invidiabile fra le città metropolitane: contenere al proprio interno un cuore verde d’eccezione, ed esteso per circa un quarto dell’intero territorio, come un Parco Nazionale.

Questo straordinario “cuore verde” è racchiuso da una fascia costiera che, affacciata ad est sul mare, parte a nord sul Tirreno da Rosarno, raggiunge a sud sullo Stretto Reggio Calabria di fronte a Messina, per risalire verso nord, affacciata ad ovest sul mare, lungo lo Ionio fino a Punta Stilo, raggiungendo di nuovo Rosarno lungo la delimitazione sud delle Province di Catanzaro e di Vibo Valentia, e può costituire un notevole valore aggiunto nella costruzione e nell’affermazione della città metropolitana.

Il Parco Nazionale dell’Aspromonte (quota massima 1.956 m s.l.m.), istituito con Legge nazionale n. 305 del 28/08/1989 comprende 37 comuni (Africo, Antonimina, Bagaladi, Bova, Bruzzano Zeffirio, Canolo, Cardeto, Careri, Ciminà, Cinquefrondi, Cittanova, Condofuri, Cosoleto, Delianuova, Gerace, Mammola, Molochio, Oppido Mamertina, Palizzi, Platì, Reggio Calabria, Roccaforte del Greco, Roghudi, Samo, Sant’Agata del Bianco, Santa Cristina d’Aspromonte, Sant’Eufemia d’Aspromonte, San Giorgio Morgeto, San Lorenzo, San Luca, San Roberto, Santo Stefano in Aspromonte, Scido, Scilla, Sinopoli, Staiti, Varapodio, con un totale di 277.562 residenti, che si riducono a circa 90.000 se si esclude Reggio Calabria), e nei suoi 76.053,00 ettari di superficie a terra racchiude inestimabili valori ambientali e storico testimoniali, e fra questi un grande emblema della più radicata religiosità popolare, il Santuario della Madonna della Montagna di Polsi, nel territorio del Comune di San Luca.

Il centro turistico più noto, anche come stazione sciistica, è  Gambarie d’Aspromonte, nel Comune di Santo Stefano in Aspromonte, e numerosi sono gli accessi ed i centri visita tematici sia dallo Ionio che dal Tirreno, oltre che da Reggio Calabria: Africo (località Carrà, Centro di documentazione su Umberto Zanotti Bianco); Bagaladi (Storia dell’olio di oliva); Bova (Le culture minoritarie dei Greci di Calabria); Cittanova (località Zomaro, Flora e banca dei semi); Delianuova (località Carmelia, La fauna del Parco); Gerace: La Locride della Magna Grecia; Mammola (Strada dei mulini e dell’archeologia industriale nell’uso delle acque).

Su Polsi, più volte indicato come “il Santuario della ’Ndrangheta”, immagine purtroppo ribadita da alcune risultanze dell’operazione “Il Crimine”, condotta dalle Procure di Milano e Reggio Calabria (oltre 300 tra arresti e fermi), occorre unirsi alle voci che autorevolmente gridano che «Polsi non è il Santuario della ’Ndrangheta», e nulla dovrà avere a che fare con l’attività criminale della ’Ndrangheta.

Lo ha fatto il Vescovo di Locri-Gerace, Giuseppe Fiorini Morosini, con una autorevolezza ed una forza che quasi ci ricordano le parole contro la mafia di Giovanni Paolo II pronunciate nel 1993 ad Agrigento («Questo popolo, popolo siciliano, talmente attaccato alla vita, popolo che ama la vita, che dà la vita, non può vivere sempre sotto la pressione di una civiltà contraria, civiltà della morte! Lo dico ai responsabili: convertitevi! Una volta, un giorno, verrà il giudizio di Dio!»).

Parole forti, anche quelle di Mons. Fiorini Morosini: «Polsi non è il Santuario della ’Ndrangheta, perché appartiene alla fede più che millenaria della gente di Calabria e non solo di essa. Ancora una volta il Santuario, nel corso dei festeggiamenti di settembre, è stato indicato come il luogo ove si svolgono incontri di cupole mafiose, durante i quali si spartisce il potere in queste associazioni e si decidono operazioni illegali in tutto il territorio. Lasciamo alla magistratura il lavoro di indagine, che rispettiamo e sosteniamo in ogni modo».

Scagliandosi contro la «strumentalizzazione della fede e della religione, operata da persone che hanno scelto di vivere fuori della legalità e con la convinzione di poter legare il loro operato alla fede e ai simboli cristiani», il Vescovo così afferma: «Eravamo quasi certi che questi incontri appartenessero al folklore del passato, perché intenso è stato il lavoro pastorale di questi decenni per evidenziare e intensificare la storia di fede che questo Santuario continua a raccontare».

È per questo, è per riappropriarsi della montagna e del senso religioso che emana dalla sua natura e dalla sua storia, che va salutato e diffuso il “Cammino della Madonna” (partenza il 31 Agosto da Reggio e l’1 Settembre da Gambarie), iniziativa del Club Alpino Italiano-Sezione Aspromonte, animata con entusiasmo dai giovani soci CAI Domenico Vitale e Rocco Romeo (con il patrocinio del Parco Nazionale e del Comune di Santo Stefano in Aspromonte, e con la collaborazione, oltre che del CAI-Aspromonte, del Comune di San Luca).

Le intenzioni del “Cammino della Madonna”, «rafforzare l’antico culto per la Madonna della Montagna di Polsi e di riscoprire in tutti i suoi aspetti, storici e naturalistici, una montagna, che da sempre è stata legata alla vita economica e religiosa delle genti d’Aspromonte», sono dichiarate nel bel Dépliant e nell’accattivante Locandina (contenuti curati dall’organizzatore e curatore Domenico Vitale, studente universitario del Corso di laurea in “Scienze Forestali e Ambientali” della “Mediterranea”, e grafica dell’Arch. Letizia Schiavelli) di un’iniziativa che, per la quarta volta, si ripete anche quest’anno.

Ci viene ricordato che «tutti gli anni, ogni paese, compie il pellegrinaggio; vi è gente che vi giunge a piedi o in sella ad un cavallo, in bici o in moto, altra con le automobili o camion rusticamente attrezzati con panche nei cassoni».

Tra il 30 agosto e il 2 settembre, cioè quando ricorre la festa, «l’anfiteatro naturale in cui è posto il Santuario e l’aria magica che vi si respira, si trasforma in un enorme calderone di canti, suoni, balli, odori, gesti, colori. I devoti, alcuni dei quali per voto percorrono gli ultimi metri in ginocchio o a piedi nudi, portano con se e lasciano oggetti i quali rappresentano sofferenze passate, come a voler ringraziare» a mo’ di ex voto.

Ma perché tanto accorrere di popolo? Ce lo spiegano gli organizzatori del “Cammino”: «Il culto della Madonna della Montagna di Polsi ha origini che si perdono nella storia del folklore religioso locale ed è stato consacrato da una lunga tradizione popolare, facendo di Polsi stesso uno dei più rinomati santuari mariani del sud-Italia». Il luogo è magnifico: «Situato tra due fiumi, il luogo registra un afflusso considerevole di pellegrini, prevalentemente calabresi e siciliani, mossi da profonda devozione. Accoglie i visitatori un ambiente suggestivo, ieratico, in cui trovarono raccoglimento spirituale monaci italo-greci ed eremiti, votati al culto della Madonna e della Croce».

Infatti pare che a Polsi il culto originario fosse intitolato alla Croce, mentre il culto della Madonna della Montagna sembra meno antico, e si narrano molte leggende e racconti sulle origini del Santuario. Secondo una accreditata tradizione locale «il ritrovamento della Croce sarebbe dovuto a un pastorello di Santa Cristina, Italiano, che alla ricerca di un suo torello smarrito, lo avrebbe ritrovato dopo tre giorni nella vallata di Polsi, inginocchiato davanti ad una croce di ferro. Lì sarebbe apparsa al pastorello la Madonna con il bambino in braccio, la quale avrebbe espresso il desiderio che, proprio in quel luogo, fosse innalzato un santuario in suo onore, promettendo che numerose sarebbero state le grazie elargite a chi vi avesse recato visita».

Per quanto riguarda la statua stessa della Madonna, pare che essa «sia giunta a Polsi in circostanze misteriose nel 1560 d.C., trasportata da un carro trainato da buoi. Da quel momento in poi venne incrementandosi e affermandosi definitivamente la fede al culto che conosciamo».

Dopo un’esperienza corale e di fede come quella del “Cammino della Madonna”, acquista ancora più significato sia l’annuncio del Vescovo di Locri-Gerace di una lettera aperta agli ’ndranghetisti con la forte richiesta «di rispettare la fede e la devozione del popolo, non umiliandola con l’assurdo nesso tra fede, religione e malaffare», nonché l’invito ai media nazionali di considerare con rispetto una tradizione religiosa come quella di Polsi, radicata in epoche lontane: «La Madonna della Montagna non è la protettrice della ’Ndrangheta e dei suoi affiliati; essa è l’effigie venerata e amata da una lunga schiera di fedeli, che, lungo i secoli, sono accorsi per portare alla Madre di Dio i pesi e le difficoltà della vita ed attingere la speranza e la fiducia per riprendere il cammino della vita e sentire meno pesanti le sue croci. Polsi va giudicata per questo aspetto. Di Polsi si deve parlare soprattutto in riferimento a questa fede. La storia di questi raduni illegali, per quanto lunga sia, non può cancellare la vera storia di questo Santuario, molto più lunga e ricca: una storia di fede e di amore verso la Madonna».

Non sarà facile, se Polsi resterà isolata, ed è quindi necessario «rendere praticabile l’accesso al Santuario per favorirvi l’afflusso della folla dei devoti. Per alcuni versi, in fatto di strade, Polsi è fermo, nonostante le reiterate promesse, ai secoli passati. Quanto più questo Santuario sarà frequentato da gente di fede, tanto meno si correrà il rischio che diventi luogo di altri raduni».

Nei rispetto dell’ambiente e del paesaggio, oltre che della legalità, aggiungiamo noi.

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Tornando al “Cammino della Madonna”, è opportuno soffermarsi sull’ottima e sperimentata organizzazione.

Il Programma prevede, due diverse alternative di percorso al fine di dare la possibilità anche alle persone meno allenate, di raggiungere a piedi il luogo Santo. L’itinerario si snoda interamente all’interno del Parco Nazionale dell’Aspromonte, lungo i percorsi 111 e 103.

1° Settembre:

1° Gruppo: livello escursionistico alto. Ore 08:30, Gambarie in Aspromonte (1310 m s.l.m.). Arrivo previsto a Montalto (1.955 m s.l.m.) 14:30 ca. Punti d’acqua uno.

2° Gruppo: livello escursionistico medio. Ore 14:30 Incontro dei due gruppi a Montalto.

1° Gruppo e 2° Gruppo: Ore 15:00 Partenza da Montalto. Arrivo previsto a Polsi (862 m s.l.m.) 19:00 ca. Nessun punto d’acqua lungo il percorso. Allestimento tende. Tempo libero.

Ore 21:00 Ristoro*, Ore 22:00 Veglia.

2 Settembre:

Ore 08:00 Colazione*, Ore 10:00 Santa Messa e Benedizione Eucaristica, Ore 11:00 Processione, Ore 12:30 Ristoro*, Ore 14:30 Partenze (Il ritorno è previsto con l’ausilio di un pulmino).

*Ognuno dovrà provvedere al proprio fabbisogno alimentare per l’intera durata dell’escursione.

È offerta la possibilità di iniziare il pellegrinaggio da Reggio Calabria (partenza 31 Agosto).

Equipaggiamento: Zaino, scarponi da montagna o scarpe ginniche con risalti, torcia, giacca a vento, berretto, crema protettiva, sacco a pelo, tenda e viveri.

Sarà  possibile campeggiare con tende proprie nei pressi del Santuario.

Il cammino è guidato da esperti accompagnatori ed è indicato da appositi segnali di vernice di colore bianco e rosso. I partecipanti sono pregati di attenersi alle istruzioni degli accompagnatori e di non allontanarsi dal gruppo. I partecipanti, con la loro adesione, sollevano da qualsiasi responsabilità gli accompagnatori e gli organizzatori per incidenti ed infortuni che si dovessero verificare durante il tragitto.

Come arrivare: raggiungere Gambarie in Aspromonte.

Si può  giungere da diversi punti della costa, sia jonica che tirrenica: dall’A3 uscita Bagnara Calabra, Villa San Giovanni o Gallico; dalla SS106 da Melito Porto Salvo o da Reggio Calabria.

Come raggiungere Montalto: da Gambarie, percorrere la ss 183 direzione Melito Porto Salvo, svoltare a sinistra dopo circa 2.5 km direzione Montalto. Al primo bivio proseguire a sinistra per circa 9 km fino ad una grande insegna in legno che indica l’arrivo a Montalto.

Termine ultimo di iscrizione giorno: 25 Agosto.

Info: Domenico Vitale: 320.0682972; Rocco Romeo: 328.7631398.

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