Palermiti. Omicidio durante la festa patronale: ucciso Rocco Catroppa

Palermiti (Catanzaro). Assassinato nella tarda serata di ieri mentre si trovava circondato da decine di persone scese in strada per la festa patronale della Madonna della Luce. E’ morto così il 38enne Rocco Catroppa, fornaio di Vallefiorita, colpito al capo da un proiettile sparato da una pistola munita di silenziatore. La vittima, come riporta la Gazzetta del Sud nell’edizione odierna, è stata freddata al termine di un concerto e mentre attendeva l’inizio dei tradizionali fuochi pirotecnici. Due sono stati i colpi  esplosi all’indirizzo di Catroppa. Sul luogo sono accorsi i carabinieri della Comando provinciale di Catanzaro, della Compagnia di Girifalco e della Tenenza di Soverato ed è proprio sulla spiaggia di Soverato che non più di una settimana fa era stato assassinato in mezzo a decine di bagnanti il 40enne Ferdinando Rombolà,davanti allo sguardo inconsapevole del figlio di un anno e della moglie, pietrificata di fronte al cadavere del marito. In un lasso temporale così breve due omicidi perpetrati da sicari, indifferenti alla circostanza di portare morte in mezzo a famiglie ignare, a bambini ignari. E’ la barbarie della ‘ndrangheta, è la bestialità della ‘ndrangheta. Una bestialità che non ha risparmiato neanche il figlio di Catroppa, un bambino di 10 anni, raggiunto alla spalla da un bossolo che, per fortuna, non ha causato gravi conseguenze. I militari dell’Arma che hanno avviato le indagini sull’omicidio di Catroppa, in passato sorvegliato speciale con precedenti con la giustizia e considerato un uomo legato alla criminalità organizzata, hanno inizialmente escluso qualsiasi legame dell’episodio delittuoso consumatosi a Palermiti con la mattanza che sta insanguinando l’area che dalle Serre vibonesi scende fino alla costa jonica della provincia di Reggio Calabria e che, ormai impropriamente, viene definita, la “faida dei boschi”. La circostanza, tuttavia, che l’inchiesta sia stata immediatamente raccolta dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro lascia supporre il contrario. L’omicidio potrebbe, in realtà, essere inquadrato nella guerra scatenatasi in quella porzione di territorio per il predominio dello stesso, investito recentemente da consistenti flussi di denaro legati ad appalti su cui le diverse cosche hanno manifestato appetiti di fronte ai quali si può ammazzare  anche in mezzo  ad una folla di persone radunata in occasione di una festa patronale.

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