La petizione “Quello che non ho” si trasforma in Comitato

Reggio Calabria. Continuano ad arrivare numerose le adesioni alle richieste fatte dalla sezione reggina dell’ANM al Governo e rilanciate da Francesco Ali’ (Consigliere d’Amministrazione della Fondazione Di Vittorio) che, all’indomani dell’attentato al procuratore Di Landro, proprio durante i lavori dell’ANM, aveva invitato i cittadini onesti ad accogliere e rilanciare le richieste dei magistrati reggini avviando la campagna di raccolta firme: “Quello che non ho”, slogan preso in prestito dalla celebre canzone di Fabrizio De Andre’.
Al momento, centinaia le adesioni raccolte attraverso facebook e via mail all’indirizzo: quellochenonho@live.it
In tantissimi – spiega Ali’ – oltre a sottoscrivere una semplice adesione, stanno scrivendo messaggi e avanzando proposte. In particolare in tanti ci hanno richiesto di trasformare “Quello che non ho” in una rete permanente di associazioni e di cittadini. Ovviamente ho raccolto al volo questo invito e “Quello che non ho” e’ gia’ una rete costituita da associazioni (ANPI, daSud, Donne per, L’albero del riccio) e da tanti onesti cittadini.
“Quello che non ho” invita, pertanto, la Reggio onesta a continuare ad aderire alla raccolta di firme e a partecipare all’assemblea indetta dall’ANM martedì 7 alle 15.30 presso il Cedir.
Nella consapevolezza che la ‘ndrangheta sia un problema che riguarda tutta la Calabria con migliaia e migliaia di affiliati e di intrecci perversi con vasti settori della societa’ e delle Istituzioni, con faide e interessi che insanguinano le nostre strade, con traffici internazionali di droga, armi ed esseri umani, riteniamo che sia fondamentale e non rinviabile dotare le forze dell’ordine e la magistratura di uomini, mezzi e risorse per far seguire alle prese di posizione atti conseguenti. Non solo a Reggio, ma anche, tanto per stare agli esempi della cronaca recente, nel Crotonese, a Soverato, o nella Jonica reggina dove si sta registrando una pericolosa escalation di intimidazioni ad esercizi commerciali, ad imprese edili, di traffico e sfruttamento di esseri umani che hanno spinto il Sindaco di Gioiosa a convocare per la giornata di domani un Consiglio comunale aperto alla cittadinanza ed alle forze politiche e sociali.
Dopo l’adesione prestigiosa di Marcelle Padovani, giornalista e scrittrice francese, autrice, tra l’altro del libro intervista a Giovanni Falcone “Cose di cosa nostra”, – conclude Francesco Ali’ – diamo notizia di alcune dichiarazioni di adesione che ci sono pervenute in questi giorni. Franca Milazzo (Presidente Associazione Donne per… PD) ci scrive: Questo è il momento  che i cittadini calabresi e reggini in particolare, le istituzioni, i partiti ed i movimenti prendano coscienza e si organizzino a sostegno di chi rischia ogni momento la propria vita.
La lotta al malaffare si presenta come una grande battaglia di idee e di valori, una grande voglia di valori positivi: la vita contro la cultura della morte e del sangue, il diritto contro il sopruso, il bene comune contro gli interessi particolari.
E’ difficile sconfiggere la mafia se in Calabria una persona su tre è disperata e senza lavoro.
E’ difficile sconfiggere la mafia se in Calabria, per le note collusioni fra politica,  affari e poteri illegali, non è possibile ristabilire il rispetto della legalità e dell’imparzialità nell’azione amministrativa.
E’ difficile sconfiggere la mafia se in Calabria è impossibile attuare il risanamento della vita civile, che  non può fare a meno di partire e fondarsi sull’affermazione piena di alcune regole essenziali volte ad assicurare condizioni di legalità, trasparenza, responsabilità.
Concordo con quanto affermato da Francesco Alì della Fondazione di Vittorio: se ognuno di noi, nel nostro piccolo, nel nostro quotidiano riesce a fare il proprio dovere, allora sì che verranno i tempi duri per chi nel malaffare ci sguazza.
Riprendendo la canzone di De Andrè, secondo me sono tante le cose che i cittadini calabresi non hanno, innanzitutto: uno Stato che stenda una rete di servizi e strumenti per offrire sostegno, senza pietismo né assistenzialismo.
Ciò implicherebbe immaginare una politica della famiglia che privilegi in forme esplicite le famiglie con minori: nel Sud dell’Italia la mancanza di adeguate politiche di protezione sociale concorre a rafforzare il triste fenomeno della criminalità organizzata. Un sistema scolastico più aggiornato e preparato ad affrontare casi di devianza giovanile, una cura più attenta al mondo dell’infanzia e dell’adolescenza con più asili – nido e scuole per l’infanzia,  capillari ed efficienti servizi di assistenza sociale.
Ma con un Governo come quello attuale al quale non interessano le promesse mancate per il Mezzogiorno, sui conti pubblici, sul lavoro, sulle infrastrutture, sulla sicurezza, sulla scuola, sulla sanità, sull’ambiente, le cui reali intenzioni sono l’abbandono dell’associazionismo e del terzo settore, che anzi ci vuole regalare “il federalismo” e riduce i trasferimenti in favore degli enti locali, sarà molto difficile emarginare e soprattutto tenere alto il grado di riprovazione sociale nei confronti di questa piaga. Il diritto dei nostri ragazzi di ricevere e recepire il messaggio della moralità politica e del buon governo dal mondo degli adulti ed in particolar modo dalle istituzioni che li rappresentano.
I reggini ed in particolare i giovani reggini hanno bisogno di una classe politica che abbia a cuore esclusivamente il bene della collettività: la nostra città non può più accettare esempi di un certo modus operandi: i nostri ragazzi vogliono avere fiducia nelle istituzioni.
Non rinunciamo, per loro, al sogno di una società più giusta.: non li possiamo ancora deludere.
Wanda Tripodi nella sua mail di adesione commenta: Se i calabresi onesti riescono a sopravvivere in Calabria e’ grazie all’azione dei magistrati e delle forze dell’ordine che operano in condizioni difficili e in una realta’ complessa che richiede un impegno del governo forte, incisivo e visibile e il sostegno di tutti. Una stampa che in Calabria appare allineata non aiuta la mobilitazione delle coscienze nonostante il coraggio di alcuni cronisti spesso oggetto di intimidazioni. Un no corale,deciso e chiaro alla ‘ndrangheta la potra’ sconfiggere! GRAZIE alle persone libere che amano e lottano per questa terra.
Massimiliano Tramontana, Segretario provinciale dei Giovani Democratici di Reggio Calabria ci comunoca che i giovani del PD aderiscono alla campagna antindrangheta promossa dalla Fondazione Di Vittorio, convinti che lo sviluppo della nostra società è strettamente legato al bisogno di legalità. I cittadini e soprattutto i giovani sono stanchi di sentirsi oppressi da questa cappa che tende quotidianamente ad aspirare il profumato odore di libertà. Senza fare dell’antimafia di professione i giovani democratici credono che la proposta della fondazione Di Vittorio, per una grande mobilitazione di massa che spinga i calabresi a ribellarsi all’illegalità, sia la partenza di un percorso che punta a minare la sottocultura che spinge i cittadini a non vedere, non sentire e non parlare. Noi vediamo, sentiamo, parliamo e protesteremo sempre per poter salvaguardare il diritto alla libertà ed alla legalità.

Rete per la legalita’
Quello che non ho

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