Belcastro. Le armi ritrovate ieri forse utilizzate nei delitti della zona

Belcastro (Catanzaro). Sono stati illustrati stamane nel corso di una conferenza stampa i dettagli relativi al ritrovamento di un vero e proprio arsenale all’interno di un contenitore nascosto in un terreno presso un casolare in disuso nelle campagne di Belcastro. Presenti il comandante della Compagnia dei Carabinieri di Sellia Marina, capitano Giovanni De Nuzzo, il comandante della stazione di Petronà, maresciallo Giuseppe D’Addio ed il comandante della stazione di Sellia Marina, il luogotenente Giuseppe Romeo, l’incontro con i giornalisti è servito a rendere noto, tra l’altro, che il carico di armi e bombe rinvenuto nella campagna di Acquavona, a Belcastro, sarà ora inviato al RIS di Roma per accertare se qualcuna di esse sia stata adottata per portare a compimento azioni criminali. Tutte in ottimo stato, i militari dell’Arma le hanno scoperte ieri nel corso di una capillare attività di controllo del territorio all’interno di una scatola parzialmente interrata. Dentro vi erano custoditi dodici candelotti di esplosivo, sette bombe a mano, due mitragliatrici, una delle quali di calibro 9, una pistola calibro 7,65, un numero enorme di proiettili oltre a diversi altri oggetti utili alla cura ed alla conservazione dell’arsenale. Alcune con matricola abrasa, armi e bombe sono state già nel pomeriggio di ieri sottoposte alla rimozione da parte degli specialisti dei Carabinieri. Il comandante della Compagnia di Sellia Marina, a proposito dell’importante operazione condotta, ha spiegato che essa “ha consentito di togliere dalla disponibilità dei criminali armi e munizioni che, con buona probabilità, sarebbero state impiegate per la commissione di altri delitti. Raramente si riesce a risalire agli autori di un delitto che, protetti spesso da un clima omertoso, agiscono indisturbati. E’ difficile anche riuscire a rintracciare le armi utilizzate per compiere i delitti, spesso nascoste con i metodi più disparati. Questo gli uomini dell’Arma lo sanno bene, per questo vengono organizzati servizi continui di perlustrazione e rastrellamenti, soprattutto in territori impervi. Giornalmente nel territorio di competenza vengono organizzati servizi preventivi e repressivi, sapendo che si tratta di un territorio con dinamiche movimentate della criminalità organizzata”. E’ fondato il sospetto degli inquirenti che il materiale rinvenuto sia stato impiegato nei delitti che da tempo hanno fatto salire il livello dello scontro tra i clan i cui interessi criminali gravitano nell’area al confine tra le province di Catanzaro e Crotone.

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