Un Turismo sostenibile per Reggio Calabria “Città Metropolitana”

Vittorio Caminiti, Presidente di Federalberghi Calabria, espone questa settimana il punto di vista degli operatori turistici sull’importanza di Reggio “Città metropolitana”, sulla grande opportunità  per il turismo e per il ruolo promozionale dell’attività  turistica rispetto allo sviluppo del territorio.

(E.C.)

Un Turismo sostenibile per Reggio Calabria “Città Metropolitana”

di Vittorio Caminiti

Reggio Calabria “Città Metropolitana”. Una svolta straordinaria che proietta questa terra mediterranea verso l’Europa. La prospettiva di una realtà un tempo impensabile, un “nuovo ente amministrativo” frutto di quella continuità territoriale e dell’influenza reciproca, sociale e economica, di alcuni comuni della provincia, disposti in particolare lungo la costa reggina dell’Area dello Stretto, che abbraccia l’intero territorio confinante con lo Stretto di Messina, con la stessa Reggio. Una autentica “rete istituzionale”, composta da aree tra loro omogenee, con caratteristiche affini, interdipendenti, in cui gli intensi e reciproci scambi e i flussi giornalieri vanno ben oltre la morfologia territoriale e le peculiarità stesse del territorio, e tra l’altro anche in forte e crescente interazione con l’area metropolitana di Messina, insieme alla quale potrebbe un giorno nascere un consorzio metropolitano dello Stretto, con la gestione integrata di innumerevoli risorse e servizi, tra cui non secondari sarebbero certo il turismo, la cultura, il commercio.

Lo scenario che si è aperto con il riconoscimento di Reggio Calabria Città Metropolitana è insomma estremamente vasto ed interessante, e foriero di uno sviluppo dell’economia locale ancora oggi imprevedibile. Certo ancora è una realtà istituzionale riconosciuta ma attualmente solo formale, che di fatto cambia ben poco, non essendo stata la “città metropolitana” ancora istituita concretamente dal Governo, ma rappresenta un primo decisivo e storico passo verso la agognata realizzazione dell’“Area metropolitana dello Stretto”, oltre che un segnale di attenzione nei confronti di un territorio che ha bisogno di strumenti moderni ed innovativi e di iniziative risolutive per quello sviluppo e quel rilancio socio economico da tanto e tanti auspicato. E’insomma un’indubbia occasione storica, di portata strategica per lo sviluppo dei nostri territori, che farà di Reggio Calabria una credibile realtà mediterranea, con potenzialità di sviluppo legate soprattutto alla posizione al centro del Mediterraneo. Posizione strategica ma anche ideale per far fronte alle sfide e cogliere appieno le opportunità che possono derivare dai cambiamenti.

Molti sono già gli elementi qualificanti per tutto il territorio, oltre che risorse per l’intera regione, a partire dalle numerose e importanti istituzioni per la formazione e la ricerca presenti nel reggino. Ma non solo.

Di rilievo anche la presenza di un ricco patrimonio a carattere storico e archeologico, nonché la posizione ai piedi dell’Aspromonte, che offre notevoli possibilità di sviluppo insieme ad un entroterra ricco di potenzialità ancora, purtroppo, ad oggi non completamente espresse. E non vanno dimenticati, accanto a tutto ciò, le produzioni agricole tradizionali, come gli agrumi e il bergamotto in particolare, e soprattutto il secolare ulivo della Piana, il gelsomino, nonché l’artigianato e, più in generale, un sistema produttivo da cui emergono diverse attività manifatturiere importanti che si tramandano di generazione in generazione quale inesauribile patrimonio. E che dire delle tante risorse ambientali di elevato pregio, e della presenza di un potenziale architettonico e culturale di indubbia rilevanza e suggestività.

Reggio, insomma, presenta uno scenario di grandi patrimoni naturali, che necessita siano messe in luce le peculiarità e le potenzialità ancora latenti, ma che attribuiscono un grande valore aggiunto ad un territorio, quello metropolitano, dalle innumerevoli attrattive e i cui tesori, storici e paesaggistici, appunto poco valorizzati, dovrebbero essere collocati alla portata di tutti coloro che vogliano riscoprirne la bellezza e i valori, e che, finalmente, riconoscerebbero Reggio quale importante e attraente meta, dove recarsi per apprenderne la cultura e le più raffinate tradizioni. Una meta indubbiamente più evoluta e “di moda” rispetto ad altri paesi che si affacciano sul Mediterraneo, dal dolce clima e dalle coste tra le più incantevoli, dove si respira una cultura greca e arabeggiante che fa sentire come a casa propria chi viene a visitare la città. Ciò, nonostante l’infrastrutturazione limitata e limitante, che purtroppo non è l’unica fragilità che rallenta lo sviluppo del nostro territorio. Vi è poca, e al contempo affatto snella e moderna, organizzazione, sistemi di collegamento poco competitivi, e pesa la mancanza di una seria direzione centrale che assicuri un utilizzo razionale delle risorse turistiche, che ancor prima vanno sapute ben amministrare.

La Calabria è tra le poche regioni d’Italia a mancare di un centro unico informazioni e prenotazioni, causa, questa, tra le maggiori dei nostri problemi, e manca la promozione del ricco patrimonio ambientale anche all’estero. Tutti questi fattori in definitiva impediscono lo sfruttamento dei veri tesori artistici, archeologici e naturali di cui è ricco il territorio, e ciò è un gran peccato oltre che un grosso spreco che sempre più spesso fa ripiegare gli stessi italiani verso mete estere “più economiche”.

In particolare in Calabria i dati ad oggi, in merito alle presenze turistiche, non sono confortanti. L’estate turistica è stata scarsa in tutta la regione, e come sempre negli ultimi anni, solo ad agosto, in qualche modo, si conferma il turismo di prossimità, che rappresenta la vera ed unica risorsa per la sopravvivenza degli alberghi calabresi. Ciò nonostante si può ben sperare, vista la solida realtà dei monumenti naturali e della ricchezza culturale ed eno-gastronomica di cui la nostra terra dispone da sempre, nonché della potenzialità economica che, ne sono convinto, è ancora tutta da far emergere.

Gli interventi che si rendono necessari sono certo oggettivamente tanti, ma bisogna partire dall’esistente prima di ipotizzare e programmare opere nuove e spesso difficili da trascrivere già solo su carta. Occorre la valorizzazione ed il recupero delle vocazioni tradizionali locali e degli elementi di interesse naturalistico, e il recupero e la messa in sicurezza degli itinerari storico-culturali e delle attività produttive, attraverso cui trasmettere la conoscenza di usi e tradizioni popolari legati anche all’artigianato, vecchio o nuovo ma vero trainante dell’economia reggina, da sempre presente infatti nella provincia e frutto di una creatività straordinaria e tutta nostrana che merita di essere conosciuta e riconosciuta, e aiutata ad emergere per poi farla crescere.

Soprattutto, va recuperato, valorizzato, potenziato e riorganizzato il sistema dei servizi ricettivi di qualità che necessitano, oltre al recupero e la ristrutturazione delle strutture ricettive esistenti e la realizzazione di nuovi servizi ricettivi, anche l’integrazione con altre attività quali la ricerca, la formazione, e il turismo, didattico, enogastronomico e rurale nonché l’ecoturismo.

Per spronare quest’ultimo settore, il turismo, su cui si è sviluppata in talune zone d’Italia una florida industria che tanta occupazione assicura ai tanti giovani, occorre infatti puntare sulle notoriamente ottime tradizioni gastronomiche veraci, eliminando le forme di “gastronomia fasulle” e valorizzando la produzione tipica di chi opera con professionalità.

Occorre anche rivitalizzare e promuovere i luoghi delle produzioni tradizionali, attraverso non solo la promozione dei prodotti tipici, ma anche la formazione, che non sia una mera “esibizione di saperi” ma che apporti cultura e che sia orientata verso la diffusione della conoscenza delle più tradizionali tecniche di lavoro, per cogliere al volo una imperdibile occasione di didattica non solo “nel turismo” ma anche in termini preparazione adeguata alla professione, di gentilezza e accoglienza nei confronti degli ospiti, che spesso fanno ritorno da un viaggio nelle nostre città ma, pur affascinati dalle bellezze artistiche e naturali, si lamentano del cattivo trattamento, delle scomodità  e costosità, nonché della poca gentilezza.

Infine occorrono ordine e rispetto delle regole. Investire su un turismo non regolamentato, oltre a creare disorganizzazione e caos, fa male soprattutto a chi fa turismo sul serio. Così la Reggio Metropolitana a indirizzo turistico non ci sarà mai.

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