Bazooka per Pignatone. Uilpa: «Dove sono gli aiuti promessi?»

Reggio Calabria. Ancora una volta siamo solidali al Procuratore della Repubblica Dott. Giuseppe Pignatone, per il nuovo e grave atto intimidatorio fatto dalla ‘ndrangheta consistente nel ritrovamento di un bazooka a 150 metri dalla Procura dopo una telefonata fatta alla polizia. Fatto gravissimo e inquietante, che dal famoso 3 Gennaio 2010, giorno in cui fu messa la bomba agli Uffici della Procura Generale, è stata un’escalation di minacce nei confronti dei nostri magistrati reggini, che con estremo coraggio, senso del dovere e professionalità compiono il loro lavoro giornaliero.
Noi, sia come Organizzazione Sindacale, che come semplici cittadini, ci poniamo una domanda, forse scontata, ma per noi non lo è: ma lo Stato dov’è? Gli aiuti promessi e mai giunti a destinazione che fino hanno fatto? Possibile che per ottenere aiuti diretti e rapidi ci incartiamo nella burocrazia, nei tempi lunghi delle procedure normative, nelle varie interpretazioni politiche, che spesso sottovalutano i veri problemi del paese.
Apprendiamo dai giornali che è volontà del Governo, mandare cento soldati, chiamati a presiedere esclusivamente il Cedir, dove sono ubicati gli uffici giudiziari e la Procura Generale, interessante iniziativa, se ha come fine di recuperare forze umane, ma nello stesso momento speriamo, che non si giunga a militarizzare la città, perché sarebbe veramente triste. Ma noi riteniamo che tutto ciò non sia risolutivo. Perché per far fronte al notevole lavoro scaturente dalle catture dei latitanti più famosi, dalle esecuzione delle misure riguardante i loro patrimoni ci vuole ben altro, poiché per dare ossigeno alla macchina giudiziaria si ha bisogno di risorse economiche e umane, perché tutto il lavoro preparatorio e seguente, messo in opera dalle forze dell’ordine, dai magistrati, dal personale di cancelleria, necessita di disponibilità in risorse economiche e umane, cioè bisogna riempire non solo i vuoti negli organici della Magistratura, ma soprattutto del personale di Cancelleria, che è ormai ridotto all’osso, dove ciascuno svolge giornalmente con spirito collaborativo e di sacrificio, il lavoro di almeno due o tre persone. Le istituzioni non possono limitarsi a congratularsi per le max e pericolose operazioni messi a termine dai magistrati del Distretto e poi non dare un seguito. Nel nostro paese si registra una grave anomalia rispetto alle nazione europee, poiché da noi la riduzione della spesa pubblica si interpreta solo e unicamente come riduzione delle risorse da destinare alla Pubblica Amministrazione .
Non ci può nascondere dietro la crisi economica, perché è vero che si sta attraversando un momento critico per la nostra economia ma i fondi economici si possono trovare, basterebbe mettere un limite alle consulenze esterne che ci sono all’interno dei Ministeri o utilizzare le somme proveniente dal recupero delle spese di giustizia.
Un dato attuale e ufficiale, fornito dalla Funzione Pubblica, evidenzia che le Pubbliche Amministrazione, che hanno forniti i dati per via telematica sono state in tutto 12.804 e che gli incarichi di collaborazione e consulenza da queste affidati nel 2009 sono stati 308.871, con un’ aumento del 9.83% rispetto all’anno precedente. Si può stimare che la spesa complessivamente sostenuta per l’anno 2009 sia ben superiore ai 2 miliardi e mezzo di euro. E poi che non si venga a dire che :” “Se non avessimo la Calabria, l’Italia sarebbe il primo Paese in Europa”, dichiarazione del Ministro Brunetta, Ministro della Repubblica Italiana di una gravità inaudita e che di fatto si dovrebbe in un paese democratico, delegittimare automaticamente un ministro dal potere istituitogli dalla volontà popolare.
Oggi assistiamo, non ad un miglioramento dell’attuale sistema del pianeta giustizia ma bensì ad una corsa frettolosa ad approvare le riforme, che vengono elaborate in modo unilaterale, calate dall’alto, portate avanti cavalcando il malcontento dell’opinione pubblica . Le riforme devono essere il frutto, l’esito di un percorso il più possibile condiviso e accettato anche da quei soggetti che sono fattori essenziali della loro riuscita vale a dire: i protagonisti del lavoro pubblico, gli operatori dei servizi, i lavoratori della pubblica amministrazione. Quindi il nostro ennesimo appello è rivolto a tutte le forze istituzionali e politiche del nostro Paese: aumentate le risorse finanziare e ampliate gli organici e migliorate i sistemi di sicurezza per i magistrati, per il personale giudiziario ma anche per tutti coloro che operano e interagiscono quotidianamente all’interno degli uffici giudiziari, solo così si può garantire la legalità e la democrazia.

Il segretario generale Uilpa Giustizia – Antonino Nasone
Il segretario generale provinciale responsabile Uilpa – Patrizia Foti

Exit mobile version