L’amianto dove meno te l’aspetti: nell’edificio dell’Asp

Il responsabile: «Già attivate le procedure, a breve sparirà da questa struttura»

di David Crucitti
L’amianto, un pericolo devastante per la salute dell’uomo, dove meno te l’aspetti, all’Asp. Una e-mail ci avvisa della presenza di amianto all’interno del Polo Sanitario Nord di Reggio Calabria di via Willermin, indica addirittura il punto preciso dove andare a cercare: “andate a guardare di fronte alla porta del responsabile della struttura”. Il sopralluogo conferma la segnalazione, in un pozzo luce circondato da finestre al primo piano dell’edificio, è presente un piccolo sito di amianto. Che sia piccolo non significa che sia poco nocivo. Non esiste infatti soglia di sicurezza al di sotto della quale il rischio di cancro sia nullo: ogni esposizione all’amianto produce un rischio di Mesotelioma. “L’esposizione a qualunque tipo di fibra e a qualunque grado di concentrazione in aria va pertanto evitata” (Organizzazione Mondiale della Sanità, 1986). La piaga dell’amianto continua a mietere le sue vittime, a quasi vent’anni dalla sua abolizione, sul territorio nazionale ed in particolare su quello calabrese l’amianto fa da padrone, è praticamente ovunque, ma lo Stato continua a non dare risposte concrete nonostante l’enorme mole di materiale che dimostra la presenza e la pericolosità dell’amianto a contatto con l’uomo. “Non sono solo i polmoni ad essere colpiti da patologie di amianto, ci sono altri organi come quelli intestinali, ma ci sono anche neoplasie del laringe e del faringe che trovano una correlazione con l’esposizione all’amianto”. (Dott. Gesualdo Agati, specialista pneumologo).
Tornando al Polo Sanitario, il responsabile della struttura, dott. Vincenzo Malara, conosce bene i danni che il famigerato minerale può provocare, e proprio per questo già nel luglio scorso ha sollevato il problema. «Ho provveduto già da tempo – ci spiega Malara – ad attivare le procedure di segnalazione agli organi competenti riguardante l’amianto presente nella struttura di cui sono responsabile; sono stati effettuati anche dei rilievi in presenza di due Vigili Urbani intervenuti nei mesi scorsi».
Il dott. Malara non si limita a confermare il piccolo sito, con il senso di responsabilità di chi vuol mettere fine al pericolo ci parla di altri siti all’interno della sua struttura. «Ci sono in tutto trentasei comignoli, tre pluviali, un serbatoio e una canna fumaria, tutti in amianto». «L’ufficio tecnico da me interrogato – continua – ha risposto che ha avviato le pratiche di smaltimento, sono certo che a breve l’amianto sparirà da questa struttura». Dichiarazioni corroborate dalle ultime notizie, che parlano di un sopralluogo di una nota ditta di smaltimento in calendario già per martedì prossimo. Il problema all’Asp, quindi, può considerarsi in via di risoluzione.
Purtroppo non sempre è così altrove, il territorio è invaso di asbesto, le polveri continuano a circolare indisturbate, col rischio di finire nei polmoni della popolazione. L’iter di smaltimento non è semplice, soprattutto se si tratta di strutture pubbliche. Il disastro amianto non ha avuto l’attenzione che merita, i governi che si succedono continuano a non prendere seriamente in considerazione un problema che, implacabile, miete vittime ogni giorno: si prevede un’incidenza di mortalità, con picco nel 2020, di 35-50 mila morti.

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