Spazio Teatro presenta “Esercizi materiali”, 7 racconti in musica di Domenico Loddo

Reggio Calabria. Si svolgerà questa sera alle 21.00 al Cineteatro Odeon di Reggio Calabria lo spettacolo “Esercizi materiali” di Spazio Teatro. Tratto dalla raccolta omonima di Domenico Loddo, pubblicata da Città del Sole Edizioni, la rappresentazione è un originale intreccio tra narrazione e musica. Le sonorità jazz di Giampiero Locatelli, accompagnato da Claudio Bagnato e Carmelo Coglitore, si fonderanno con la voce narrante di Gaetano Tramontana che ne cura anche la regia. Uno spettacolo raffinato e vivace che si dipana attraverso 7 racconti che si susseguono intersecandosi alle note dal vivo, narrando di fulminanti storie d’amore, piccole-grandi esistenze e quotidiane lotte alle nostre paure. I racconti di Domenico Loddo hanno una loro immediata riconoscibilità: il tono surreale farcito di citazioni, non solo letterarie; la pittura, la musica, il fumetto, la filosofia, la cronaca si intrecciano ma non appesantiscono la pagina, filtrano attraverso la storia rendendola pregiata per chi riesce a coglierle al volo, senza però escludere la godibilità della lettura a chi non condivide con l’autore la passione per le varie arti – colte e/o pop – di cui si nutre la sua scrittura. Non è un caso che il sottotitolo della raccolta reciti: “letture per sale da tè, d’attesa e da bagno”. Ma c’è altro che intriga. Per la loro struttura questi racconti sono fulminanti: raramente più lunghi di due paginette; eppure dietro ai personaggi di Loddo, agli episodi narrati, si scorge il racconto di un’intera esistenza; il senso di una vita, di un’esperienza, illuminato da un aneddoto, da una frase, da uno sguardo. E poi, in questi suoi Esercizi, emerge una specie di raffigurazione mitica della contemporaneità, un’idea di “ultimi giorni dell’umanità” lontana da catastrofismi e apocalissi, bensì coniugata a un senso poetico della “fine inevitabile”, a un’ironia moderna che pone sempre al centro l’uomo, la sua lotta quotidiana per la sopravvivenza mai disgiunta dalla consapevolezza di quanto i nostri sforzi siano vani ma allo stesso tempo indispensabili per continuare a coltivare la speranza nei rapporti umani. Si ride con i racconti di Loddo? Sì; si ride di noi (quindi si sorride), dei nostri treni persi, del piccolo punto posto alla fine del nostro cammino, oscuro e luminoso insieme, secondo i semi che abbiamo lasciato per strada.

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