Sergi (Ethos): “Che il 2011 di Reggio Calabria abbia tutti e dodici i mesi”

Reggio Calabria. Il mese di Dicembre è sempre stato un mese di consuntivi,qualcosa volge al termine e qualcos’altro è in arrivo. L’albero, il presepe e la tavola imbandita,gli odori di crespelle,i regali,le compere dell’ultimo minuto. Tutto è pronto e ci si siede al posto consueto dove, anno dopo anno, festività dopo festività ci siamo seduti,sembra tutto uguale, se non fosse per quel posto vuoto… Prima o dopo questa esperienza capita a tutti, qualcuno ci ha lasciato,per motivi di lavoro o di studio o perché il suo tempo era finito. Cerchiamo di distrarci, come si dice oggi con termine orrendo, “pensiamo positivo” e la malinconia con i ricordi li schiacciamo in fondo, dove non si possono vedere. Ma alla fine arriva il momento di brindare, e lì proprio non ce la facciamo, gli occhi si riempiono di lacrime, la voce diventa prima roca e poi si blocca, e restiamo con il bicchiere alzato nella speranza che quel posto vuoto riprenda vita. A Reggio, purtroppo, il mese di dicembre dura tutto l’anno. Ogni mese facciamo consuntivi e pensiamo ad un posto vuoto che non si riempirà più, e non solo di persone, ma anche di parole e situazioni che abbiamo perduto. Il vecchio lido comunale con le sue cabine bianche e rosse, la villa delle giostre piena di bambini, i bomboloni e la gassosa con la pallina, il vecchio stadio e le persone, che nel ricordo appaiono antiche, che ci raccontavano di un orgoglio che veniva da lontano. L’orgoglio di essere reggini e calabresi, l’orgoglio di essere ospitali, l’orgoglio della ricostruzione dopo il terremoto del 1908 e quello avvenuto dopo i bombardamenti del 1944, la dignità, il senso dello Stato, la povertà affrontata bevendo caffè fatto con le carrube. Il tempo passato è passato e oggi sarebbe anacronistico riproporre luoghi e situazioni di ieri, ma che nostalgia per quel posto vuoto o tutt’al più occupato da “ominicchi” che non conoscono vergogna nell’arraffare, capaci solo di distruggere anche i nostri ricordi. Buon anno reggini, sperando in un nuovo anno nel quale i posti vuoti si riempiano, anzi facciamo in modo che ciò avvenga.

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