Reggio, dalla rivolta alla riconciliazione. I moti raccontati quarant’anni dopo

Reggio Calabria. Nell’auditorium Gianni Versace del Cedir, affollato da scolaresche, il consigliere comunale Giuseppe Agliano ha presentato un convegno sui moti di Reggio. Insieme ad Agliano, erano presenti il senatore Meduri, anch’egli membro del comitato per le celebrazioni del quarantennale dei moti di Reggio, gli storici Franco Arillotta e Pasquale Amato (coordinatore del concorso Reggio ’70-2010, metti in moto la storia per pensare al futuro), il comico Giacomo Battaglia. E, ovviamente, l’autore del libro e dell’omonimo documentario “Reggio, dalla rivolta alla riconciliazione” Domenico Calabrò. “Quella di oggi è un’occasione per affinare le conoscenze su un periodo della città che è molto importante e purtroppo poco conosciuto. È fondamentale sapere i fatti, la propria storia, perché un popolo senza memoria è un popolo senza futuro” esordisce Meduri. Domenico Calabrò sottolinea come la rivolta fu la rivolta di un popolo, non una rivolta fascista e, per trovare maggior sostegno a questa tesi, rivela come alle consultazioni elettorali precedenti alla rivolta l’MSI avesse preso solo il 3% dei voti. Si sa poco sui fatti di Reggio, pur trattandosi della rivolta urbana più duratura d’Europa. Si sa poco su questa ribellione uniforme e generale, che coinvolse tutta la cittadinanza, perché tutti quanti i reggini si sentirono spogliati dei propri diritti e della propria libertà. Certo, la classe politica si divise, da Roma si decise di reprimere il moto, fu mandato l’esercito, dodici mila celerini e si fecero delle pressioni sui politici locali perché non sostenessero la rivolta. Alcuni si adeguarono, altri andarono dritti per la loro strada, a sostenere le ragioni della città, anche se questo costò la fine della loro carriera politica. Il senatore Meduri ha ricordato come il sindaco Piero Battaglia, ignorando le direttive del suo partito, si fosse schierato totalmente a favore della rivolta. Pasquale Amato ha evidenziato come fu alto il livello di partecipazione di donne e bambini, fatto insolito in territori urbani fino a qual momento. Per quanto riguarda i bambini, il comico Battaglia, che nel 1970 aveva cinque anni, racconta la sua esperienza di “giovane rivoluzionario”. L’attore ha recitato nel 2007 in un film sui fatti di Reggio, “Liberarsi – Figli di una rivoluzione minore”, di Salvatore Romano, ma ci spiega come questa pellicola abbia grossi problemi di distribuzione, poiché i moti del ’70 vengono considerati un argomento estremamente scomodo. In programma nella giornata odierna, anche la proiezione di alcuni spezzoni di “Liberarsi – Figli di una rivoluzione minore” e del documentario di Calabrò, purtroppo saltate entrambe per ragioni tecniche. Un incontro, comunque proficuo, perché “è importante – come sostenuto dallo storico Franco Arillotta – compiere un recupero della storia di Reggio, della nostra storia”.

Raffaele Putortì

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