Napoli Italia, prima tappa calabrese per presentare il libro di Antonio Bassolino

Reggio Calabria. Ieri pomeriggio palazzo Foti è stato la prima tappa calabrese per la presentazione di Napoli Italia (Edizioni Guida), il libro dell’ex governatore della Campania ed ex sindaco di Napoli Antonio Bassolino. La redazione di questo libro, dice l’autore, è un atto dovuto nei confronti di tutti quelli che hanno guardato alla sua esperienza alla guida del capoluogo e della regione campana con grandi aspettative, con ammirazione e con criticismo. Ed è un atto dovuto nei confronti di se stesso, dopo sedici faticosi anni era arrivato il momento di mettersi a riflettere, guardare al passato per rivolgere uno sguardo verso il futuro.
Introduce e modera Anna Leonardi, che spiega come questo libro, articolato in undici capitoli, sia molto utile per far luce sulle vicende politiche degli ultimi vent’anni del Mezzogiorno italiano. Da Napoli Italia si evince una critica nei confronti del governo nazionale che non ha dato al Sud le attenzioni che avrebbe meritato e nei confronti della politica del centrosinistra, spesso disunita e frammentata su alcune tematiche in cui bisognerebbe mostrare compattezza.
Dopo l’addetto stampa della provincia Giorgio Neri interviene il giornalista Aldo Varano, che definisce Bassolino un elemento di spicco della democrazia meridionale e del meridionalismo democratico e ricorda come senza Napoli e la Campania il concetto di Mediterraneo non possa proprio esistere. Poi Varano si sofferma su come la mancanza di imposizione di una politica nazionale che guardi al Mezzogiorno e al Mediterraneo, renda tutti gli sforzi dei singoli amministratori locali vani e possa portare verso forme di meridionalismo stagnante e controproducente.
Tocca poi all’avvocato Giuseppe Falcomatà portare i saluti della fondazione Italo Falcomatà. Il giovane Giuseppe ricorda quel periodo politico, conosciuto come “la stagione dei sindaci”, in cui a metà anni ’90 furono sfruttati al meglio gli effetti della legge Bassanini. Periodo in cui suo padre, Italo, era sindaco a Reggio Calabria e Bassolino a Napoli.
L’autore ritiene questo scritto un’opera profonda dal punto di vista politico, ma anche umano, personale, spiegando come anche i capitoli che possono sembrare più “intimi”, rimandino alla sua esperienza politica, che è quella di un uomo che in sedici fittissimi anni è stato due volte sindaco di Napoli e due volte presidente della regione Campania. Anche la sua battaglia contro il vizio del fumo, che l’aveva portato all’operazione alle corde vocali (compromettendo quindi la sua possibilità di parlare in pubblico) e il rapporto con la sua gatta, burrascoso i primi tempi e poi di grande affetto quando le cose per entrambi cominciarono ad andare male, sono raccontati per suggerirne una valenza politica: saldare i rapporti proprio nei momenti critici, drammatici è ciò che si dovrebbe fare per superare anche le difficoltà politiche. Ma il libro non vuole dividere in maniera manichea gli anni da sindaco (buoni) e gli anni da governatore (bui e cattivi), le difficoltà e le soddisfazioni ci son state in entrambi i periodi. Anche se nel capitolo Il mio errore più grande, l’autore spiega come la decisione di ricandidarsi come presidente della regione (vincendo) fu sbagliata. Bassolino non avrebbe voluto, ma fu convinto dal partito e poi dovette, dichiara, sottostare a troppi compromessi, per tenere insieme troppi partiti a livello locale. Ma l’ex governatore non ha rancore e vuole pensare a continuare la sua battaglia politica in altri modi. Uno di questi è, appunto, Napoli Italia.

Raffaele Putortì

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