Nicolò (PdL): “Reggio osa fregiarsi del titolo di Città Metropolitana senza avere nemmeno un aeroporto degno di questo nome”

Reggio Calabria. Non mi va di vedere atterrare un aereo nel’aeroporto reggino e dover pensare che possa essere l’ultimo. Se è vero che per noi lo scalo aereo è funzionale e strategico per lo sviluppo della città, è altrettanto vero che c’è una evidente, cattiva gestione che produce perdite. Da nove anni si susseguono gli amministratori dell’aeroporto reggino “Tito Minniti”, ma la realtà dello scalo dello Stretto non cambia mai, se non in peggio. Un città che osa fregiarsi del titolo di Città Metropolitana non ha nulla che la faccia identificare per questo: nemmeno un aeroporto degno di questo nome. Corriamo il rischio, un giorno sì e l’altro pure, che il nostro aeroporto venga chiuso o declassato, ma la cosa sembra lasciarci indifferenti o quanto meno impotenti. Eppure gli altri aeroporti calabresi vanno abbastanza bene: progetti sempre nuovi, voli che si aggiungono con sistematica cadenza e nuove compagnie che danno la loro adesione a volare. A noi cosa manca? Si parla di fondi non utilizzati, carenze strutturali ed incapacità gestionali. Il tutto “condito” con l’incapacità di una classe politica dirigente non in grado di operare (come al solito) scelte manageriali serie, competenti ed affidabili, tranne poi gridare allo scandalo ed al pericolo chiusura aeroporto. Come pensiamo di far decollare la Calabria quando ancora non siamo in grado di far decollare un aereo? Come possiamo immaginare che nel 2011 ancora non ci sia un volo per Londra, città dove sono tantissimi i giovani che si recano per motivi di studio e di lavoro? Eppure diciamo che i nostri giovani devono andare nei college, nelle scuole a perfezionare l’inglese, ma non facciamo nulla per agevolare i loro spostamenti e quelli dei genitori reggini. Come osiamo parlare di civiltà quando (se tutto va bene) solo per “caso fortuito”  o per l’intercessione di qualche divinità riusciamo a raggiungere Roma? Insomma in tutti questi anni l’Aeroporto dello Stretto ha oscillato tra “ingenti perdite” (e consequenziali ricapitalizzazioni), senza riuscire ad alzarsi nemmeno di un centimetro da terra, altro che decollare. Rischiamo di schiantarci al suolo se non puntiamo in alto con delle scelte manageriali serie, con progetti e competenze specifiche. Ma sappiamo bene qual è sarà il futuro (l’esperienza insegna):  ci crogioliamo nell’indifferenza e nella fatalità. Aspetteremo sempre gli aiuti, i contributi, i sostegni dello Stato, della ComunitàEeuropea, per poi, alla fine, non costruire nulla e scaricare la colpa sempre su chi ci ha preceduto. Naturalmente ci indigneremo, prometteremo, minacceremo, proporremo  per poi, alla fine, lasciare ogni cosa al proprio destino: anche il nostro aeroporto. E questo naturalmente vale per ogni cosa che riguardi la nostra realtà. L’abilità politica consisterà solamente nel sapere far apparire le cose in maniera diametralmente opposta di quelle che realmente sono. Sarà quella di dare l’illusione che tutto cambierà, la speranza di un “nuovo futuro”, di una “nuova era”, ma resteranno solo sogni venduti a poco prezzo, anzi regalati. Cose già viste, già sentite che hanno avuto nel tempo un “effetto soporifero” e di “estenuante rassegnazione” nella gran parte di tutti i calabresi. Aspetto, con serena disposizione d’animo (non rassegnazione), un segnale di vita un qualcosa che mi faccia ricredere che l’interesse ed il bene della collettività, sia a terra che in volo, sia in cima ai nostri pensieri. Dal momento che parliamo di sviluppo, di futuro, di turismo perché non iniziamo da quello che è lo strumento necessario per favorire tutto ciò: l’Aeroporto dello Stretto. Mettere in comunicazione una realtà calabrese con una siciliana e con una internazionale potrebbe essere un modo fattibile e tangibile per far comprendere, anche ai più scettici, che c’è la reale convinzione che si voglia cambiare. Altrimenti non ci resta altro che lasciare prendere l’aereo ai nostri figli ma per non fare più ritorno in questa terra di nani e di “prestigiatori”.

Antonio Nicolò – Capogruppo Pdl al Comune di Reggio Calabria

Exit mobile version