Il Pulmino del Cambiamento ad Archi. Massimo Canale: “Un quartiere slegato dai suoi abitanti”

Reggio Calabria. “E’ un quartiere slegato dai suoi abitanti: giostrine senza bambini che ci giochino, scuole senza alunni, assenza di spazi sociali. Insomma, nessuna consapevolezza di quartiere”. Così il candidato sindaco Massimo Canale tira le somme dell’ottava tappa del “Pulmino del Cambiamento”, che ha visto protagoniste alcune zone della Nona Circoscrizione: Archi e Gallico. A fare strada questa volta è stato Salvatore D’Amico, un coraggioso imprenditore che non ha abbassato la testa davanti alla criminalità organizzata, vittima di un attentato che ha seriamente compromesso la sua attività, esponente di Reggio Libera Reggio. La presenza sul territorio di Archi di opere incompiute dà la misura della mancanza di spazi sociali. In primis si erge l’Ausilioteca, edificio pensato come centro di assistenza ai portatori di handicap e di formazione alla legalità. “Un’idea meravigliosa” la definisce D’Amico, ma che non è stata mai messa in funzione. La struttura è quasi completata, mancano solo la recinzione e l’allaccio alla corrente elettrica, ma l’assenza di fondi ha arrestato i lavori proprio all’ultima fase.  La situazione è la stessa da dieci anni, nonostante una fugace ripresa dei lavori a partire dal 2007. Nelle vicinanze, in via Corvo, è situata una scuola elementare pronta ad accogliere i bambini. Tuttavia, è mattino e non si sente alcun vociare: l’edificio, subito dopo la sua costruzione, è stato dichiarato inagibile dalle autorità. I cittadini hanno dato voce alla loro incredulità ed hanno espresso il loro disagio: i genitori sono costretti a portare i bambini a scuola in centro. E’ così che il senso di alienazione dal territorio si accentua ulteriormente.  Rimane da capire il motivo dell’inagibilità di un edificio di recente realizzazione, e soprattutto, l’immobilismo dell’Amministrazione che non intende metterlo in regola. Si tratta di un’occasione sprecata per offrire ai cittadini un luogo di aggregazione nel quale stemperare gli elementi di devianza – la scuola è in una zona molto tranquilla – e consolidare il senso di comunità. Un’altra opera incompiuta è il campo da calcio, ideato per ospitare le partite delle due squadre di Archi. Sono stati costruiti spogliatoi e altre strutture da impiegare in questo senso, ma i lavori, sempre per la succitata mancanza di fondi, ad un certo punto si sono interrotti. Adesso, la vegetazione selvaggia sta prendendo possesso di una zona che, specie adesso che le squadre sono state sciolte, potrebbe essere benissimo riconvertita in una grande piazza. Il problema degli spazi sociali s’incrocia con quello del dissesto idrogeologico, che come un mantra si ripete in ogni zona della periferia. A destare preoccupazione, in questo caso, è il torrente Scaccioti, che in occasione delle piogge invade un tratto di strada. Strada ufficialmente chiusa al traffico, ma che viene attraversata regolarmente dagli autobus. Eppure Archi ha elementi da cui ripartire. Elementi da valorizzare, ma che, spesso, non vengono considerati o che, addirittura, vengono deturpati. E’ il caso della Chiesa di Sant’Antonio Abate, risalente al XIV secolo. Inspiegabilmente, un mostruoso intonaco ricopre per metà la facciata antica. La Chiesa, piccolissima ma graziosa, si trova al termine di un sentiero e si affaccia su un panorama incantevole da cui è possibile dominare lo Stretto. Lo spazio è utilizzato solo sporadicamente, magari per celebrare matrimoni in una cornice bucolica. Salvatore D’Amico ha proposto qualche intervento: “Bisogna inserire una segnaletica efficace, ma soprattutto è necessario far conoscere il posto per l’importanza storica che assume. Qui intorno, inoltre, sono stati trovati reperti archeologici risalenti al Medioevo. Sono cose che nessuno sa e che l’Amministrazione non si impegna adeguatamente a diffondere”.

Comitato promotore “Per Massimo Canale Sindaco di Reggio Calabria”

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