Con “Atto secondo” i Nuju cantano la frenesia della società. In Aprile il nuovo cd

Nell’era delle playlist e della musica impalpabile continua il viaggio dei sei novelli Ulisse, partiti da Itaca per una lunga Odissea. In questo parallelo omerico “il pop sono le sirene, il rock è Nausica, la world music è Medusa, loro sono i Nuju e Nuju è Nessuno”.Come in un immaginario Cirque du Soleil, i Nuju alzano il sipario di questo “Atto secondo”; con unico filo conduttore si dipanano diverse trame, e non come un semplice susseguirsi di scene o di sketch, ma come materiale cangiante e mutante e in continua evoluzione. Con gli ospiti plasmano le loro creature e si fondono, come a sottolineare lo spirito “du soleil”: Francesco Moneti (Modena City Ramblers) con il suo violino tra le “Sirene e Nausica” in ‘Parto’, Gennaro ”mandara” de Rosa (Mandara, 99 Posse, Parto Nuvole Pesanti, P.Voltarelli) a rappresentare “Medusa” nel brano ‘Movement’, Manuel Franco e Antonio Rimedio de Il Parto delle Nuvole Pesanti fanno da “Ciclope” nei brani ‘Zingara’, ‘Un fiore’, ‘L’equilibrista’ e ‘Il solito’, il tutto mescolato da Lorenzo “loz” Ori (Massimo Volume, Kocani Orchestar, Paolo Fresu). “Atto Secondo” è un nuovo viaggio, carico di nuove consapevolezze, ma sempre in bilico tra Sogni e Realtà. Questa volta si parla di frenesia della società, dopo la precarietà raccontata nel disco precedente. Oggi bisogna star in bilico ma nello stesso tempo andare veloci e non cadere, questo riduce tutto all’allontanamento dai rapporti umani, dall’etica e dalle ideologie. I Nuju raccontano con ironia – rifacendosi alla lezione di Rino Gaetano – di questa società sempre più alla deriva e allo sbaraglio: nessun rammarico di questi anni a cavallo tra zero e dieci, solo un’ironia e un timbro dai richiami “Waitsiani”. Musicalmente il viaggio cerca di andare verso un sound moderno che porti sempre di più il folk-rock nella popular music. “Partire come zingari alla ricerca di una festa, di una notte, disegnando l’inimmaginabile, qualcosa di magico e favoloso, delusi dalla società in declino come un fiore senz’acqua e illusi dalla vanità dell’immagine. Sempre in movimento, in equilibrio sulle solite incertezze, cullati dal tempo e dalle donne, amanti e mamme, viaggiatori inevitabili su strade infuocate ancora da percorrere”.

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