Quiiper in saldo: la protesta dei lavoratori contro il gruppo Gdm

di Fabio Papalia

Reggio Calabria. “La crisi è irreversibile”, con queste parole il direttore del Gruppo Gdm ha annunciato ai rappresentanti sindacali l’intenzione del gruppo di chiudere battenti. Immediata la mobilitazione di organizzazioni sindacali e lavoratori del gruppo, in totale 700 dipendenti (Gdm è presente a Reggio, Vibo, Crotone e Milazzo), di cui quasi 500 nella sola città di Reggio Calabria. Questo pomeriggio, davanti al Quiiper di Piazza Libertà, una sorta di assemblea pubblica all’aperto, nel corso della quale, alla presenza di tutti i rappresentanti sindacali, il segretario generale provinciale della Ugl, Angelo Chirico, ha spiegato la situazione ai lavoratori.

Che al Quiiper e in generale al Gruppo Gdm qualcosa non funzionava più come prima se ne erano accorti tutti i reggini, o almeno tutti i clienti dei supermercati e catene del gruppo: Quiiper, Dì per Dì e Carrefour, e non solo. Le prime avvisaglie alle casse, quando anche nelle ore di punta si trovavano solo due cassiere a smaltire le file lunghissime. Poi, mano a mano, la merce è cominciata a sparire dagli scaffali. Reparti sempre più spogli, la mancanza di generi alimentari di uso comunissimo. Ed ancora interi banconi frigo svuotati, con la realtà celata da un cartello “chiuso per guasto” cui nessuno più credeva. E non solo al Quiiper, ma negli altri marchi del Gruppo, il quale è anche uno dei principali fornitori in città, per cui la penuria di prodotti si è diffusa anche in altri esercizi commerciali esterni al gruppo.

«Il 4 febbraio ci eravamo lasciati con la quasi certezza da parte dell’azienda che si era prossimi alla soluzione della crisi – spiega Chirico – e che si era trovato un partner commerciale che fornisse i prodotti. Era successa una serie di cose che ci aveva fatto insospettire e così giovedì scorso abbiamo indetto un’assemblea minacciando uno sciopero. Ci siamo incontrati questa mattina con l’azienda, nella persona del dottor Sacco, il quale ha esordito dicendo che “la crisi della Gdm è oramai irreversibile, si aprono le fasi di una procedura di concordato fallimentare”. La cosa ci ha gelati. Si va verso il fallimento. L’azienda – prosegue l’esponente Ugl – intende così affidare al Tribunale la gestione di questa fase, sarà nominato un curatore fallimentare che procederà a individuare possibili acquirenti. A poco a poco quindi potrebbe esserci il travaso dal gruppo Gdm a nuovi proprietari. Ciò però presenta una difficoltà di fondo, ossia che i creditori devono essere per la maggior parte d’accordo, e non è detto che lo siano. Lo stesso dottor Sacco ci ha annunciato che il Gruppo Gdm ha debiti per 43 milioni di euro verso i 1400 fornitori interessati, a fronte di crediti per 13 milioni e di un patrimonio immobiliare di 70 milioni. Di fronte a tale situazione non possiamo più credere alle parole. Vogliamo per iscritto che siano aperte formalmente le procedure previste dalla legge per questo tipo di percorso. Abbiamo chiesto un incontro davanti al Prefetto alla presenza della proprietà. Vogliamo che questa situazione venga chiarita dal Prefetto, dal quale andremo stasera in delegazione chiedendo che si faccia garante di questa vertenza».

Ma da cosa nasce la crisi della Gdm? «Loro – risponde Chirico –  dicono che nasce dalla crisi economica, noi non sappiamo da cosa deriva, per noi potrebbe anche non essere una crisi commerciale, non possiamo saperlo, ma di sicuro se decidono di cambiare pelle, se decidono che vogliono cambiare settore, almeno ce lo dicano apertamente».

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