Il paesaggio è la memoria della Patria

Anna Ferraiuolo, urbanista e dottoranda in Pianificazione territoriale esperta in beni culturali e territorio, in occasione della “Giornata FAI di Primavera 2011” di domani e dopodomani, ci offre una significativa riflessione sul carattere identitario della nostra Città Metropolitana.

(E.C.)

Il paesaggio è la memoria della Patria

di Anna Ferraiuolo

Nel 1920, l’allora ministro della Pubblica istruzione, Benedetto Croce, illustrando il suo disegno di legge “per la tutela delle bellezze naturali” sosteneva che «il paesaggio è la rappresentazione materiale e visibile della patria, coi suoi caratteri fisici particolari, pervenuti a noi attraverso la lenta successione dei secoli […] quel che costituisce la fisionomia, la singolarità, per cui una nazione si differenzia dall’altra, nell’aspetto delle sue città, nelle sue curiosità geologiche, negli usi, nelle tradizioni, nei ricordi storici, letterari, leggendari, in tutto ciò insomma, che plasma l’anima nazionale».

È con questo stesso spirito, e al fine di promuovere la cultura del rispetto del patrimonio naturale, dell’arte e della storia che – in occasione della XIX Giornata FAI di Primavera, sabato 26 e domenica 27 marzo 2011 –, il FAI / Fondo Ambiente Italiano organizza l’apertura straordinaria di 660 beni in tutte le Regioni e un percorso dedicato ai 150 anni dell’unità d’Italia.

Fratelli d’Italia, questo è il titolo di quest’anno e, quest’anno ancora più del solito, tutti pronti a ritrovarsi in centinaia e centinaia di luoghi particolari, molti inaccessibili nel resto dell’anno e aperti eccezionalmente per la giornata FAI di primavera, un appuntamento giunto alla 19ª edizione e che ha mobilitato fino a oggi più di sei milioni di persone.

Straordinaria festa di piazza dal carattere e dall’atmosfera unici. Mobilitazione popolare che si lega come nessun’altra al patrimonio artistico, alla cultura, alla natura, all’identità del nostro paese e alla nostra storia, proprio mentre si celebra il centocinquantesimo anniversario dell’unità d’Italia; per festeggiarlo il FAI ha preparato un percorso speciale di “150 luoghi per 150 anni”, una manifestazione inserita nelle celebrazioni ufficiali del 150° anniversario dell’unità d’Italia. Manifestazione, è bene dirlo, patrocinata dalla Presidenza della Repubblica, dai Ministeri per i Beni e le Attività Culturali, dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, con la collaborazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento della Protezione Civile.

In questa giornata “speciale” il FAI apre non solo l’Italia più segreta, come fa tutti gli anni, ma vuole avvicinare e coinvolgere il maggior numero possibile di cittadini, affinché partecipino in prima persona alla difesa e alla condivisione delle nostre ricchezze, sempre più minacciate dalla crisi economica e dall’indifferenza.

Un’indifferenza preoccupante, e c’è voluta la “riscoperta” del tricolore in occasione dello scorso il 17 marzo per riuscire ad offuscare per un po’ l’arancio acceso della copertina del libro-denuncia Vandali di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo. Un libro che è un attacco tagliente come un bisturi, che affonda implacabile nel corpaccione malato dei Beni Culturali, metafora delle discutibili priorità nelle scelte di politica economica e dello scempio che l’Italia sta facendo di se stessa, della sua incapacità di gestire il proprio patrimonio storico artistico, di un abbandono culturale, che penalizza pesantemente il turismo, altra risorsa che dovrebbe essere strategica per il nostro Paese.

«Non abbiamo il petrolio, noi. Non abbiamo il gas, non abbiamo l’oro, non abbiamo i diamanti, non abbiamo le terre rare, non abbiamo le sconfinate distese di campi di grano del Canada o i pascoli della pampa argentina. Abbiamo una sola, grande, persino immeritata ricchezza: la bellezza dei nostri paesaggi, la bellezza dei nostri siti archeologici, la bellezza dei nostri borghi medievali, la bellezza delle nostre residenze patrizie, la bellezza dei nostri musei, la bellezza delle nostre città d’arte». Con queste parole, i due inviati ed editorialisti del “Corriere della Sera” presentano la loro serrata denuncia all’assalto delle bellezze d’Italia.

Eppure la Costituzione all’articolo 9 ci ricorda che «La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione». Indirizzo teorico che viene recepito, oltre che nel testo della Convenzione del Paesaggio, anche nel Nuovo codice dei beni culturali e paesaggistici, varato nel gennaio 2004, sulla base della delega prevista dall’art. 10 della legge n. 137, 6 luglio 2002, in cui beni culturali e paesaggio sono concepiti come “patrimonio identitario dell’intera collettività nazionale”. Nella fattispecie, all’articolo 131, 2 recita: «la tutela e la valorizzazione del paesaggio salvaguardano i valori che esso esprime quali manifestazioni identitarie percepibili»». L’articolo 138, riprendendo gli intenti già presenti nella Convenzione Europea, si riferisce alle «caratteristiche storiche, culturali, naturali, morfologiche ed estetiche degli immobili o delle aree che abbiano significato e valore identitario del territorio in cui ricadono o che siano percepite come tali dalle popolazioni».

Di tali caratteristiche, di arte e di tanto altro ancora, è ricco il territorio metropolitano reggino, un patrimonio inestimabile, con il quale abbiamo imparato a convivere, correndo il rischio dell’abitudine e di non emozionarci quanto dovremmo. Opere di pittura e scultura custodite in svariati musei, chiese e palazzi, straordinarie eccellenze architettoniche che rendono unici i nostri centri urbani, nonché importantissimi siti archeologici di epoca etrusca, greca e romana, alla quale si devono aggiungere tanti altri beni, a torto o a ragione definiti “minori”; definizione legata alla loro scarsa notorietà e al fatto che la loro valenza è più legata alla testimonianza storica che all’eccellenza artistica e che ricomprende centinaia di beni riconducibili a tipologie ampiamente diffuse su tutto il territorio provinciale: ville e palazzi nobiliari, giardini, castelli e fortini, conventi, masserie, eremi… Inoltre, al di là dei singoli manufatti, ampliando la scala e spostando la dimensione a quella urbanistica, il numero concernente il patrimonio reggino cresce a dismisura, riferendoci sia ai piccoli centri storici, sia a quegli innumerevoli luoghi interni rurali collinari o pedemontani marginali. Una marginalità intesa non come condizione di immobilità o arretratezza, ma che restituisce piuttosto l’effettiva connotazione antropico-geografica di un’area, indicando un territorio posto al margine di un sistema e delle principali direttrici insediative sotto i profili residenziale, economico e funzionale. Queste zone, pur possedendo grandi potenzialità fisiche, spesso non hanno una specializzazione ben definita né un proprio ruolo; tuttavia, proprio per quei fattori connessi al minore sfruttamento del territorio, racchiudono un patrimonio ambientale e culturale di grande pregio, soprattutto per quei visitatori, ormai sempre più numerosi, che sono interessati a uscire dagli itinerari di visita più tradizionali e prediligono quei luoghi dove la natura ha mantenuto un elevato livello di qualità.

E se anche nelle Giornate Fai di primavera 2011 è l’Italia intera che si mette in mostra, in luoghi meravigliosi e inconsueti, pronta ad accogliere centinaia di migliaia di persone, la Calabria, con le delegazioni FAI territoriali di Catanzaro, Cosenza, Locride, Pollino, Reggio Calabria e Vibo Valentia, con l’intento di promuovere la conoscenza di molti luoghi storici legati al periodo risorgimentale, partecipa attivamente e mostra i suoi tesori. A Reggio Calabria si ripercorreranno Risorgimento e Unità d’Italia con l’apertura del Museo Diocesano “Mons. Aurelio Sorrentino” e con la Mostra “Reggio, il Risorgimento e l’Unità d’Italia” presso il Palazzo dell’Amministrazione Provinciale in Piazza Vittorio Emanuele II, meglio nota come Piazza Italia.

Bova Marina presenterà l’itinerario Fratelli d’Italia, gli Ebrei nel Risorgimento nel Parco archeologico di San Pasquale, la più antica testimonianza della presenza ebraica nel Sud Italia, a cui va associato l’“Antiquarium”, che conserva manufatti e testimonianze archeologiche provenienti dall’Area Grecanica, e il “Centro di Documentazione per il Patrimonio Culturale e l’Ebraismo dell’area Grecanica”, accompagnato dalla rappresentazione dello Shabbath, dalla degustazione di ricette della cultura spirituale ebraica, a cura del “BiodistrettoGrecanico”, e dalla Mostra Mercato di prodotti biologici, a cura di AIAB CalabriA, “La cultura rurale al centro del patrimonio ambientale dell’Area Grecanica”.

A Locri, tramite la visita guidata Andiamo alla fonte per attingere notizie storiche: l’Archivio di Stato di Locri sarà possibile attingere dalla fonte dell’Archivio di Stato rilevanti documenti storici mentre a Palazzo Nieddu Del Rio insieme alla Mostra di Documenti e cimeli del periodo unitario sarà messo in scena il dramma “Ugo Parma” di Michele Bello, martire del Risorgimento di Gerace dal laboratorio teatrale del Liceo Scientifico di Bovalino.

A Sant’Eufemia d’Aspromonte si respirerà l’aria del Risorgimento nelle visite al Piccolo Museo della Civiltà Contadina e alla Chiesa Matrice di SS. Maria del Rosario mentre Taurianova si potrà visitare Palazzo Contestabile.

In occasione della Giornata FAI di Primavera 2011, tradizionale appuntamento in cui in tutta Italia si aprono centinaia di monumenti normalmente chiusi al pubblico, gli studenti diventano per un giorno Apprendisti Ciceroni per guidare nelle visite anche in lingua inglese, francese spagnola e tedesca il numerosissimo pubblico che partecipa alla manifestazione. Gli Apprendisti Ciceroni, studenti di scuola primaria e secondaria di I e II grado, dopo aver approfondito a scuola gli aspetti storici, artistici e paesaggistici dei Beni aperti per l’occasione, volontariamente ma animanti da tanta passione condurranno i visitatori nella storia dei luoghi e della nostra identità sotto la guida degli insegnanti e dei Delegati del FAI.

Queste le maggiori scuole della provincia impegnate: Istituto Statale d’Arte “A. Frangipane”, Istituto Tecnico Commerciale “R. Piria”, Liceo Artistico “Mattia Preti”, Convitto Nazionale di Stato “T. Campanella”, Istituto “T. Gulli”, Università per Stranieri “Dante Alighieri”, Liceo Scientifico “Euclide”, Liceo Classico “Ivo Oliveti”, Liceo Scientifico “E. Fermi”, Istituto Superiore “G. F. Gemelli Carere”.

Non ci possiamo certo gloriare di dipinti di Michelangelo, ma come nella pavimentazione della Cappella Sistina, anche a Reggio possiamo provare l’esperienza di calpestare gli antichi mosaici cosmateschi fioriti tra il XII e XIII secolo della Chiesa degli Ottimati; non abbiamo la Città della Scienza che ha Napoli, ma possiamo certamente vantarci del Museo virtuale Garibaldino di Taurianova, non avremo la Villa Adriana di Tivoli ma anche noi abbiamo la nostra villa romana, anzi più di una: a Motta San Giovanni, nella frazione Lazzàro, recenti scavi hanno portato alla scoperta di più vani mosaicati risalenti a fine I e II secolo d.C. che, con le testimonianze di epoca romana presenti anche nella vicina Bova Marina dove l’attuale Villa del Barone Nesci sorge sul sito di una villa di prima età imperiale, vanno ad aggiungersi alla straordinaria Villa Romana di Palazzi di Casignana nella Locride databile dal I al IV sec. d.C., che dal 1963, data della sua scoperta, non ha ancora finito di svelare i suoi tesori.

Parchi antropici, Parchi naturali e Parchi archeologici. Musei diocesani, Musei archeologici, Musei civici; Pinacoteche, Antiquarium e Gipsoteche. Cattedrali, basiliche e abbazie – incastonate, fra mari e monti in sublimi paesaggi –, itinerari culturali territoriali inaspettati rispetto a quelli già noti – ai quali affiancarsi e/o integrarsi – ma soprattutto tanta volontà e tanto orgoglio di un’identità meridionale: questo rivela la XIX Giornata FAI di Primavera 2011. Gli ingredienti per una costituenda Città Metropolitana dalla ben marcata identità culturale del suo territorio ci sono tutti, un’ulteriore opportunità di trasformazione da area disagiata e svantaggiata a territorio competitivo di primaria importanza.

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