Assistenti familiari. Al via un progetto programmato dal Comune

Reggio Calabria. “Progetto sperimentale per la qualificazione del lavoro degli assistenti familiari”: questa la nuova azione, di cui l’Amministrazione di Reggio Calabria è Comune capofila, programmata dall’assessorato alle Politiche Sociali, retto da Tilde Minasi. Un piano che si sviluppa a livello provinciale e di cui, infatti, enti partner sono i Comuni di Taurianova e Bovalino e che mira specificatamente alla programmazione ed alla realizzazione di percorsi formativi per assistenti familiari, oltre che alla creazione di punti di incontro tra domanda e offerta di lavoro. Il tutto con finanziamenti regionali nell’ambito, appunto, del “Piano Regionale di Interventi e Servizi Socio Assistenziali in favore delle famiglie calabresi”. Partendo dalla consapevolezza del ruolo che ormai le assistenti familiari, meglio conosciute come badanti, svolgono a sostegno delle famiglie, l’obiettivo che il progetto vuole perseguire, in sintesi, si traduce nella volontà di adoperarsi per la professionalizzazione, regolarizzazione e valorizzazione del lavoro di cura a domicilio, garantendo, così, coloro che si offrono come lavoratori in questo campo e, allo stesso tempo, dando risposte più adeguate alle necessità di chi deve affidarsi alle loro competenze. Ecco perché, con tale iniziativa, si propone l’attivazione di percorsi formativi finalizzati alla qualificazione lavorativa e alla realizzazione di sportelli di assistenza familiare, dedicati da una parte alle badanti e dall’altra alle famiglie che cercano personale. Nel dettaglio, saranno tre i corsi, rivolti a donne italiane e straniere,  da realizzarsi in riva allo Stretto, oltre che a  Bovalino e Taurianova. La figura professionale che si vuole formare, sia con lezioni teoriche che con veri e propri tirocini ed esercitazioni mirate, avrà il compito di aiutare concretamente l’utente sia con interventi di assistenza a domicilio che con sostegni esterni. “Questo tipo di progetto – spiega l’assessore Tilde Minasi – si contraddistingue per molteplici aspetti che lo rendono utile su più fronti. Innanzitutto si dà un riconoscimento a quella che è, ormai, un’attività lavorativa molto diffusa, ed anche in maniera capillare, sul territorio. Ciò permetterà, quindi, alle donne già impegnate nel campo, di acquisire delle ulteriori qualifiche che le porranno in una nuova prospettiva di fronte alle varie offerte di lavoro. Da non sottovalutare – aggiunge l’assessore – inoltre, come il programma fornisca un’opportunità di reale integrazione per le donne immigrate che parteciperanno ai corsi, cercando di attenuare quei disagi, che, in campo occupazionale, le donne incontrano più degli uomini, il che attribuisce al corso una valenza maggiore. Un valore che, evidenzierei, s’inserisce pienamente anche nelle trasformazioni sociali che scandiscono i tempi moderni: un progressivo aumento numerico degli appartenenti alla terza età e la minore disponibilità, a causa di impegni lavorativi sempre più pressanti, di membri familiari dediti alla loro cura. Ecco che, in questo contesto, assume un ruolo fondamentale l’assistente familiare. Ben venga allora che quest’ultima sia formata in maniera adeguata ed il più possibile professionale, affinché chi necessita di avere in casa una figura del genere possa essere certo che essa riesca ad espletare al meglio i compiti per i quali viene retribuita. Ridurre l’eventuale esclusione sociale; aprire nuovi sbocchi occupazionali; tutelare l’anziano ed in generale le fasce deboli da percorsi di marginalità e solitudine; garantire le famiglie mettendole in contatto con personale qualificato; potenziare un servizio tra i più utili alla comunità. Questi – conclude l’assessore – in sintesi i traguardi che ci siamo prefissati di raggiungere mettendo in campo il progetto che, come già sottolineato, diviene un mezzo interessante per andare incontro a diverse esigenze che la nostra società manifesta”.

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