Il ricordo di Carmine Tripodi: un Carabiniere nella lotta alla ‘ndrangheta nel libro di Sframeli e Parisi

Reggio Calabria. Nell’aula magna dell’Accademia delle Belle Arti sono presenti carabinieri, studenti, magistrati, il sindaco Giuseppe Raffa e il sindaco di San Luca Sebastiano Giorgi. Tutti per assistere alla presentazione del libro “Un carabiniere nella lotta alla ‘ndrangheta” scritto a quattro mani dal comandante della Stazione Principale dei Carabinieri, il luogotenente Cosimo Sframeli, e dal maresciallo Francesca Parisi. E per ricordare il brigadiere Carmine Tripodi, protagonista del libro. Proprio qualche giorno fa a Tripodi è stata dedicata la nuova caserma dei Carabinieri di San Luca, in quella San Luca in cui nel febbraio del 1985, a soli ventiquattro anni, il giovane Carmine venne ucciso in un agguato mafioso.
Era l’epoca dei sequestri di persona a scopo di estorsione, ogni anno nel nostro Paese si verificavano circa settanta-ottanta sequestri. Il libro, spiega Carlo Macrì, in quei tempi in prima linea nella Locride, oggi procuratore presso il Tribunale dei Minorenni di Reggio Calabria e autore della prefazione, ricostruisce in maniera molto accurata l’atmosfera di quegli anni difficili. In cui giudici e Carabinieri, come il giovane Carmine, dovevano lottare contro il fenomeno mafioso con una gran povertà di mezzi. Periodi difficili, in cui, ricorda il giudice Ezio Zarcadi, la ‘ndrangheta era venuta meno all’osservanza del suo codice d’onore e aveva cominciato a sequestrare anche bambini, donne e anziani. E Tripodi, per contrastare il fenomeno, si era gradualmente esposto sempre di più. Il libro, in cui è labile il confine tra taglio cronachistico e romanzo, dice il comandante provinciale dell’Arma, colonnello Pasquale Angelosanto, serve a rendere onore e a ricordare una persona che ha combattuto la mafia fino a perdere la sua vita. Ma oltre a ciò, oltre a tenere desto il ricordo dello spirito di abnegazione di Carmine Tripodi, il libro possiede, secondo l’ex preside dell’Accademia Alessandro Manganaro, anche un messaggio implicito. Un messaggio di natura pedagogica: trarre insegnamento dalla storia della nostra Calabria al fine di conoscerla meglio e amarla sempre di più. E diffondere la conoscenza della ‘ndrangheta significa senza dubbio tenerla lontana.
L’opera di Sframeli e Parisi, edita da Falzea, ha coinvolto nella sua fase di edizione anche due studenti dell’Accademia, Alessandro Malivindi, che ha curato la veste grafica e Cristina Daidone, che ha fatto la sovracopertina artistica. I due giovani sono stati premiati con due targhe.

Raffaele Putortì

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