Pulizie “elettorali” al parco archeologico del Trabocchetto

Reggio Calabria. Stamattina, durante la mia consueta passeggiata in compagnia del mio cane, ho notato un po’ di movimento, segno di una qualche attività, nei pressi di via del Trabocchetto. Individuata la provenienza di tanta agitazione, mi avvicino curioso e vedo un gruppo di persone che – armate di pale, tosaerba e sacchi per i rifiuti – ripulivano la piazzetta antistante il parco archeologico delle Mura. Dovete sapere – ma già lo saprete – che il parco archeologico del Trabocchetto conserva un’ampia porzione della mura ellenistiche della città, mura protagoniste di eventi storici straordinari come la resistenza reggina contro l’assalto di Annibale, nel corso della II guerra punica (stiamo parlando di circa duemila e duecento anni fa). Da anni, però, il sito è abbandonato al suo destino: un cancello ne impedisce l’accesso – almeno quello legale – e nell’area antistante, e presumibilmente nel sito stesso, la vegetazione cresce spontanea e randagia dando un profondo senso di decadente abbandono. Al tramonto, giovani e meno giovani cercano la complicità del buio e dell’incuria per nascondere le loro fragilità: per terra, a pochi passi dalle vestigia del passato, siringhe, bottiglie e sogni sono le rovine più dolorose. Ma per fortuna, un gruppo di persone ha approfittato di questa soleggiata domenica per fare piazza pulita. Avvicinatomi a loro, avevo appena fatto in tempo a complimentarmi per il grande senso civico che la loro iniziativa così chiaramente mostrava che, con invidiabile prontezza, accorrono per presentarsi: un candidato al consiglio comunale, un candidato al consiglio provinciale e altri loro sostenitori. Tutti, inoltre, in attesa di un candidato sindaco e dei media che avrebbero dato notizia dell’impresa. Solo dei malpensanti potrebbero pensare che la strenua fatica dei nostri – è il caso di dirlo – eroi della domenica, sia collegata alle prossime consultazioni elettorali. Sarà stata un caso la contemporanea presenza sul luogo di tre candidati, così come l’attesa dei media – chissà se premiata – sarà stata un sincero desiderio di fare partecipi i cittadini di una bella notizia. Tornando a casa, però, ho notato un’espressione risentita nello sguardo del mio cane: “se questo è il risultato, facciamo le elezioni ogni anno!” borbottava. Che malpensante!

Un polìtes (che in greco significa “cittadino”)

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