A Ravagnese e al Dlf gli incontri di Spezzano (Slega la Calabria) per discutere le problematiche del territorio

Reggio Calabria. Sabato 7 maggio, in un dibattito moderato dalla giornalista Anna Briante e svoltosi presso il Centro Civico di Ravagnese, interessante seminario sui problemi della zona sud della città, nello specifico la circoscrizione di Ravagnese ed Arangea. Elencate da Elisa Caccamo, capogruppo del PD alla XIII Circoscrizione, le criticità e le tante incompiute del popoloso quartiere reggino e messo perentoriamente l’accento sulla necessità di trasparenza amministrativa nelle procedure, è stata la volta di Totò Amato, responsabile della sezione PD del quartiere, a rilevare l’entusiasmo che si respira in città con la voglia di rinnovamento tangibile e il desiderio di cambiare pagina rispetto all’ultimo decennio amministrativo e politico. Enza Amato, candidata di collegio del PD alle elezioni provinciali, si è presentata come un volto nuovo e attento alle problematiche del quartiere, ponendo l’accento sulla necessità dell’inclusione sociale. Come al solito, molto attento alle problematiche evidenziate è stato l’intervento del candidato sindaco del centro-sinistra Massimo Canale che, facendo partire il suo percorso dal 10 maggio dell’anno passato quando iniziò a mettere sostanza alla propria candidatura, ha ribadito come il suo ‘Pulmino del cambiamento’ abbia toccato anche la zona sud della città, riscontrando una grande voglia dei cittadini di essere ascoltati, e discutendo in maniera partecipata delle tante incompiute che gravano sull’area, delle enormi difficoltà viarie a fronte di una posizione strategica, della necessaria trasparenza degli atti amministrativi, della necessità di recuperare e restituire al quartiere lo spazio del depuratore di zona.
Ricchissimo di documentazione al seguito è stato l’intervento di Nino Spezzano che, a nome di Slega la Calabria, ha disarticolato dall’interno dei fatti l’atteggiamento politico e mediatico inconcludente del centro-destra reggino che ha governato la città nell’ultimo decennio e che è alla guida anche dalla massima istituzione regionale. Nino Spezzano ha parlato con dovizia documentale dell’incompiuta sulla fiumara Sant’Agata che avrebbe decongestionato la situazione viaria del quartiere; ha parlato dei contratti di quartiere sbandierati dal centro-destra in cui è prevista una quota partecipativa di 50 milioni di euro su sessanta da parte dei privati, bollandola come l’ennesima bolla demagogica, in un momento di gravissima crisi economica e di liquidità come quello attuale; ha parlato dell’Osservatorio democratico messo in piedi insieme al Movimento di Slega la Calabria e che ha prodotto osservazioni e denunce di merito su alcune iniziative poste in essere dalla Giunta regionale, primo tra tutte il recente bando occupazione che ha ‘bruciato’ 105 milioni di euro in soli 7 minuti di vigenza dei termini previsti.
Il medesimo clima, basato sulla puntuale denuncia dei fatti e arricchito dalla proposta, si è vissuto domenica 8 presso la sala del Dopolavoro Ferroviario, nell’ambito di un nuovo dibattito avente per tema le politiche culturali, tema particolarmente al centro delle competenze di Nino Spezzano, da decenni protagonista della filiera culturale della nostra provincia. Alla presenza anche qui del candidato sindaco del centro-sinistra Massimo Canale, che ha rimarcato la necessità di voltare pagina sul piano culturale proponendo un nuovo patto che metta al centro il ricchissimo universo associazionistico teatrale, cinematografico, musicale e artistico della città, è stata lanciata l’idea di mantenimento pubblico della proprietà dei principali spazi artistici e culturali della città. A tal proposito, emblematica è la proposta, portata avanti da Nino Spezzano e da tante associazioni firmatarie, del destino del glorioso Cine Teatro ‘Siracusa’. In particolare, la rete artistica messa in piedi da Spezzano chiede che, nella gestione della struttura ci possa essere una cordata capeggiata dal Comune, oppure, in alternativa, chiede e denuncia che si possa parlare del futuro della struttura dopo l’imminente tornata elettorale e solo quando saranno definiti gli interlocutori istituzionali.

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