Ieri il confronto tra i candidati a sindaco organizzato dall’Istituto “Monsignor Lanza”

Reggio Calabria. Continua la serie di impegni elettorali per i sei candidati a sindaco di Reggio Calabria che ieri si sono dati appuntamento all’Auditorium del Santuario del Volto Santo su iniziativa dell’Istituto Superiore di Formazione politico-sociale “Monsignor Lanza”. Tutti presenti, fatta eccezione per il candidato di centro destra Demi Arena. Una scelta, quella di Arena, che ha fatto discutere. Non a caso la moderatrice dell’incontro, nonché direttore dell’Istituto – la professoressa Panuccio – aprendo il confronto, ha sottolineato: “Chi ha preferito non essere presente questa sera ha perso un’importante occasione d’incontro con la città. Abbiamo, infatti, la presunzione di sostenere che quello a cui assisterete non è il solito forum”. Ed in effetti quello di ieri è stato un momento di confronto e di discussione importante tra i candidati sindaco che ha toccato tutti gli aspetti di maggiore rilievo sul tavolo della competizione elettorale e della vita socio-politico-economica della città. A turno sono state poste specifiche domande sulla base di un documento redatto dallo stesso Istituto  e che nelle settimane scorse era finito all’attenzione della stampa locale. Anzitutto una breve, ma significativa, parentesi, aperta dalla professoressa Panuccio, che ha espresso il punto di vista dell’Istituto in merito alla natura dei rapporti tra politica e Chiesa, istituzioni complementari in quanto “entrambe votate alla formazione dei cittadini”.
Il dibattito, durato circa due ore, è, quindi, entrato nel vivo con le parole del professore Manganaro che ha esposto alcune considerazioni di natura politica in merito alle anomalie che hanno connotato sin dall’inizio la campagna elettorale. Se da una parte, infatti, il centro destra ha subito una frattura grazie alla nascita di FLI, dall’altra parte si fanno i conti con un PD mutilato a causa dei commissariamenti e un centro che non rispecchia la struttura nazionale.  Il primo problema, dunque, per ogni candidato è quello di recuperare credibilità di fronte all’elettorato. Resta inoltre il punto interrogativo su quali saranno le formazioni politiche che parteciperanno ad un eventuale ballottaggio.
Le risposte sono partite da Giuseppe Siclari (Comunisti lavoratori), che lascerà la sala subito dopo a causa di impegni presi con un altro gruppo di cittadini. Siclari ha affermato la necessità di una decomposizione della politica: “Molti elettori che ho incontrato in questi giorni mi hanno detto che sono arrivato tardi poiché avevano già promesso il loro voto ad altri candidati. Questa è la riprova che l’elettorato, agli occhi della politica, non conta più nulla. Di fronte ad uno scenario di questo tipo noi abbiamo dalla nostra parte la forza della coerenza. Ci auguriamo che presto siano i più deboli a tornare al timone della politica poiché essa deve tornare ad essere un servizio e non un’occasione di carriera”.  Carlo Sbano, invece, candidato sindaco di Futuro e Libertà, ha esordito con una considerazione sulla nascita del proprio partito: “Il centro destra ha raggiunto un alto livello di degrado. FLI, in questo senso, si identifica come un progetto di nuove sintesi politiche e vuole indicare un nuovo quadro istituzionale a livello nazionale. La credibilità è  alla base dei nostri interessi, al fianco dei programmi e della necessità di operare in discontinuità rispetto alla politica portata avanti fino ad oggi dall’uscente Amministrazione”. La parola, quindi, è passata a Massimo Canale: “Al di là dell’esperienza partitica, la mia è stata una vera e propria esperienza civica. Per poter intercettare i bisogni degli indecisi sotto un profilo elettorale ho capito che dovevo camminare domandando. La politica ha paura quando esce dalle segreterie. Ci sono partiti che mi hanno sostenuto all’inizio e che poi mi hanno abbandonato strada facendo. Tuttavia io credo ancora nell’unità del centro sinistra. Se  ballottaggio sarà non potrò prescindere dall’esperienza umana e politica che mi ha segnato in questi lunghi mesi e quindi parlerò ai cittadini che fino a questo momento mi hanno dato la forza di andare avanti”.
E’ toccato poi a Giuseppe Bova che, dopo aver sottoscritto il documento redatto dall’Istituto, ha descritto un sistema gravemente malato da anni: “Chi ha delle grosse responsabilità come le nostre non può adagiarsi, bensì intraprendere un percorso di verità. Ecco perché io rivendico il principio di responsabilità”. E aggiunge, per quel che riguarda le formazioni politiche: “Non bisogna stare necessariamente insieme per andare contro qualcuno. Dobbiamo essere più semplici, chiari e modesti”. A seguire, l’intervenuto Aldo De Caridi, che ha spiegato: “La mancanza di regole produce da un lato che gli interessi veri diventino motivo di scontro, dall’altro che i partiti propongano i candidati secondo criteri diversi. C’è, dunque, bisogno di maggiori regole e controlli all’interno dei partiti cui si affianca  l’esigenza di ristabilire il principio della sovranità popolare. E’ necessario, infatti, essere professionalmente capaci”.
Il dibattito si è poi incentrato sul tema del dissesto finanziario delle casse comunali reggine grazie all’intervento puntuale del professore Spadaro. Tutti i candidati presenti sono stati concordi nell’affermare la necessità di una maggiore trasparenza amministrativa al fine di creare una città che punti sui valori imprescindibili della legalità. Unanimi sono state le accuse nei confronti  dell’ex sindaco Giuseppe Scopelliti, colpevole di non aver mai reso pubblico, soprattutto ai consiglieri comunali in carica, il bilancio analitico del Comune. Concordi quasi tutti, inoltre, con la proposta dello stesso Spadaro di istituire una commissione d’inchiesta che faccia luce sul buco finanziario e che eviti in futuro scenari simili. Canale, a questo proposito, ha sottolineato l’esigenza che la commissione non sia interna al Consiglio stesso: “Arena, durante lo scorso incontro (avuto luogo all’Università Mediterranea il 4 maggio, ndr), ha sostenuto che non sussistono responsabilità politiche, bensì personali”. Il solo Sbano ha dissentito, affermando: “Non credo nelle commissioni, ma nella professionalità e nelle competenze dell’assessore alle Finanze e di un gruppo di dirigenti che sia selezionato tramite regolari concorsi”. Alla domanda rivolta dal dottor Panzera su quali siano i punti fondamentali del programma da realizzare nel corso del proprio mandato, soprattutto alla luce delle leggi introdotte nell’ambito del federalismo fiscale municipale,  i candidati hanno risposto anche in questo caso concordando su molti punti. Non c’è dubbio che debba aprirsi una nuova stagione di trasparenza, ripristinando le regole etiche e legali. E’ necessario reinventare un nuovo modello turistico: “Congressuale”, secondo Sbano e che abbracci tutta la città, a partire dai quattro lungomari. Il lavoro, secondo Sbano, è un altro punto caldo di cui l’Amministrazione si dovrà fare presto carico. De Caridi ha parlato, invece, della “costituzione di un porto turistico e della necessità di migliorare l’efficienza dell’aeroporto”. Il mare e le coste rimangono le principali risorse turistiche della città e la cultura deve diventare un mezzo di diffusione del territorio calabrese. Dello stesso avviso Bova, il più accanito contro il tema del federalismo municipale, tanto da affermare che “queste leggi possono essere bloccate. Si deve ottenere un risultato che riguardi non solo il Comune di Reggio Calabria, ma tutti i Comuni del Meridione”. Canale ha proposto, dal canto suo, la costituzione di un osservatorio sociale che individui i reali bisogni del territorio. La lotta alla ‘ndrangheta è l’elemento chiave per poter lavorare in una direzione propositiva. Per quanto riguarda il turismo, non ha dubbi sul fatto che si debba partire prima dalla risoluzione dei problemi strutturali della città, come gli impianti di depurazione delle acque. Un dato è emerso con chiarezza dall’incontro di ieri sera. Il fantasma del bilancio comunale aleggia  su questa intensa campagna elettorale e continua a bussare ad ogni porta, insinuando una nota di dubbio in tutti i candidati a sindaco. Lì dove la città deve crescere o deve andare a risolvere i suoi problemi si trova a dover fare i conti con le proprie finanze incerte. Qualunque sarà l’esito delle elezioni amministrative del 15 e 16 maggio l’impressione è che per il vincente si prospetti un futuro tutto in salita.

Giulia Polito

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