Sanità. I sindacati intervengono sui contratti nell’Asp reggina

Reggio Calabria. Apprendiamo da notizie di cronaca che l’accordo di contrattazione sottoscritto all’ASP di Reggio Calabria il 9.12.2010 sarebbe illegittimo. Certamente ci fa quantomen, riflettere questa considerazione postuma, a distanza di oltre sette mesi dalla sottoscrizione dell’accordo e coincidente, caso strano, con la giusta interpretazione data dalla Direzione aziendale di procedere al recupero delle somme, queste sì illegittimamente percepite, di progressioni orizzontali corrispondenti alla presunta 8^ o 9^ fascia retributiva.
Il CCNL comparto sanità del 7.4.1999 introduceva la nuova classificazione del personale distinguendolo in categorie con progressioni orizzontali differenziate in quattro fasce economiche. Il CCNL II biennio economico 2000/01 introduceva la 5^ fascia per le categorie D e D super, mentre il CCNL del 19.04.2004, comma 7 dell’art. 24, introduceva per le categorie da A a C la 5^ fascia mentre per le categorie D e Ds la 6^. Per cui noi ci chiediamo come è possibile che colleghi abbiano avuto l’attribuzione di due o tre fasce oltre quelle contrattualmente previste? Queste sono legittime, oppure rispondono alla logica “Cicero pro domo sua”?
La cosa che ci chiediamo è come si concilia questa “applicazione” contrattuale con la norma contrattualmente prevista che testualmente e tassativamente recita “I contratti collettivi integrativi non possono essere in contrasto con vincoli e limiti risultanti dai contratti collettivi nazionali (…). Le clausole difformi sono nulle e non possono essere applicate”. Né può essere invocato l’istituto dell’assegno ad personam, previsto per ben altri scopi e finalità e che, certamente, non può essere una discriminate da utilizzare per soddisfare appetiti o essere prebende per alcuni. Questo istituto al pari di altri (progetti, eccetera) ha finalità e scopi ben precisi e nel cui alveo della norma devono rientrare.
Il voler mettere ordine anche in queste cose è accolto con grande soddisfazione dalle scriventi Organizzazioni Sindacali, in quanto vanno verso il ripristino di norme e certezze in quella che era diventata una giungla retributiva, dove pochi a discapito della stragrandissima maggioranza, beneficiavano e gli altri stavano a guardare. Questi atti vanno nella direzione di calmierare ed a ridurre i commenti, anche in ambito nazionale, che dicono che gli impiegati delle Aziende Sanitarie calabresi hanno gli stipendi tra i più alti d’Italia, senza entrare nel dettaglio e verificare tutte le storture come queste. Siamo conviti assertori che il sistema premiante, in quanto tale, deve essere selettivo e meritocratico infatti nella riunione del 9 dicembre scorso la Delegazione di parte sindacale non poteva che chiedere, come ha fatto ed avendo la disponibilità dei fondi, il finanziamento, solo ed esclusivamente il finanziamento, della progressione orizzontale per tutto il personale; tant’è che è anche stata concertata e fornita una scheda di valutazione con parametri e indicatori in ossequio, non già e non solo alla cosiddetta “legge Brunetta” ma anche in ossequio a quanto disposto dalle norme contrattuali, redatte e controfirmate dai vari responsabili.
Alla dott.ssa Squillacioti, le scriventi chiedono di continuare su questa strada infischiandosene di questi estemporanei paladini della legalità che ingenerano grande confusione e fanno della demagogia populistica, la loro bandiera con la pretesa di difendere lavoratori ma difendendo in realtà se stessi.

Francesco Politanò – CISL FP
Bruno Ferraro – FIALS
Pasquale Calandruccio – FSI

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