Laganà (API): “La fine del berlusconismo ridisegnerà il quadro politico anche in Calabria”

Reggio Calabria. Di seguito una nota di Sergio Laganà, coordinatore provinciale di Alleanza per l’Italia.

Il quadro politico nazionale si rimette in moto; gli equilibri tra i partiti stanno per mutare. I sondaggi registrano (fonte IPG) che il PdL arretra vistosamente nei consensi; che il PD – pur rimanendo a valori bassi (22/25%) – diviene il primo partito nelle dichiarazioni di voto degli italiani. Il Terzo Polo conferma il proprio nocciolo duro attorno al 12/14%. Se il Terzo Polo si alleasse con il PD vincerebbe le elezioni con uno scarto di 10 punti mentre, se si alleasse con la destra post berlusconiana, prevarrebbe appena con qualche punto di vantaggio sugli altri partiti. Qualora andasse da solo con un candidato premier e una compagine unita, avrebbe una potenzialità di risultato tale da superare il 20%. I dati offerti, seppur essenziali, consentono di giungere a una prima conclusione: questo bipolarismo non funziona più, non soltanto nell’efficacia di governo, chiunque vinca le elezioni, ma anche elettoralmente: PD e PdL sino a pochi anni addietro rappresentavano da soli quasi l’80% degli elettori italiani, attualmente si attestano al 50% dei consensi. Le proiezioni in Calabria di questi elementi di riflessione aiutano ad anticipare alcuni possibili scenari politici, anche alla luce del fatto che il governo Berlusconi, da tempo in crisi, ma sino ad ora capace di resistere alle spallate giudiziarie e politiche nazionali, potrebbe invece crollare per la manifesta incapacità, davanti alle istituzioni e ai mercati internazionali, di guidare la crisi economica. È evidente che il presidente Scopelliti stia rafforzando la propria leadership all’interno del PdL calabrese, così come bisogna riconoscere che il PdL in Calabria alle ultime elezioni amministrative ha perso meno che nelle altre regioni. La questione però rimane se al momento della ricandidatura, Scopelliti si troverà a confrontarsi con uno scenario nazionale di segno politico mutato, potenzialmente a lui opposto, e quindi in condizioni politiche più isolate. In questa ipotesi, ciò che oggi appare una condizione di forza irresistibile, tra un anno o due potrebbe risultare fortemente indebolita e declinante. Il presidente Scopelliti attualmente è favorito dalla confusione che paralizza il PD calabrese, ormai da più anni alla ricerca di sintesi politica perduta e di leadership mai trovata. Il PD regionale però, alla luce dei dati offerti, potrebbe avere un traino dalla sua crescita nazionale e offrire nel medio periodo soluzioni alla Calabria che oggi neppure lontanamente si intravedono. In questo scenario il Terzo Polo, attualmente molto più unito nel resto d’Italia che in Calabria, dovrà scegliere quale partita giocare. Offrirà una propria candidatura moderata per il governo della regione? Sarà alleato strategico dell’attuale presidente o proporrà anche in Calabria una potenziale alleanza con molte delle attuali forze di opposizione nazionale? Per il momento il presidente Scopelliti sembra aver capito l’esigenza di strutturare percorsi di dialogo e di avvicinamento attorno ai problemi, dimostrando di non commettere l’errore di adagiarsi su maggioranze che oggi sembrano stabili, ma che domani potrebbero essere molto più fluide e numericamente ridimensionate. Per il Terzo Polo, anche in Calabria, la scelta delle alleanze politiche, venuta meno l’anomalia berlusconiana, dovrà essere funzionale in modo esclusivo ad una battaglia in difesa e per la crescita della nostra regione.

Exit mobile version